Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

giovedì 9 dicembre 2021

Sintesi - 7

 Post 367

Sintesi – 7

Cari Lettori, anticipo la pubblicazione di questo nuovo post (perché per merito e per fortuna, ho - e avrò - un Dicembre impegnatissimo!). Questa nuova rubrica “Sintesi” riprenderà all’inizio del Nuovo Anno, in Gennaio, e Vi accompagnerà (spero settimanalmente) per tutto il Nuovo Anno fino all’uscita del mio Nuovo Libro (il 29/12/2022). Sono e sarò sempre e comunque contattabile, da Tutti, e per ogni cosa (su WhatsApp: tel. cell. 389.4238195). Ma veniamo al tema di oggi:

come ben sapete, svolgo il mio lavoro (libera professione di Dottore Agronomo) anche e soprattutto nel settore giudiziario “in toto” (Tribunali sia civili, sia penali, sia amministrativi. Di Basilicata, Puglia, ecc.) in qualità di consulente tecnico (sia di parte – CTP – sia d’Ufficio – CTU). E da un bel po’ (9 anni). Anche perché in Agricoltura la casistica giudiziaria è ampia e variegata. E più di quel che il comune cittadino di solito immagina. Ma negli ultimi anni (per mille motivi e mille ragioni, che non affronto qui, ma nel mio Nuovo Libro sì)  anche di più di quel che gli stessi addetti ai lavori (agricoltori, agronomi, avvocati, ecc.) di solito immaginano o abbiano mai potuto immaginare.

Per dire e ricordare che l’esperienza in tali settori della Società non mi manca di certo ma che anche la conoscenza del contesto non è da meno. Anzi …. E di quest’ultimo aspetto – anche e soprattutto in veste di cittadino – mi occupo nel Nuovo Libro che vado scrivendo. A tal proposito, poi, mi sembra più che mai azzeccato ai tempi che corrono (comprese le cronache sempre più scottanti e che anche ultimamente non sono mancate su tutti i quotidiani nazionali) quanto già scrissi in questo blog – in tempi non sospetti, del resto, era il 2015 - e che oggi appunto Vi ripropongo.

Sembra qualcosa di “alieno” (tecnicamente e culturalmente) per l’Italia, ma in verità così non è. Anzi. Solo secondo un’ottica riduzionistica, infatti, si possono non scorgere i sottili ma importantissimi collegamenti tra la saggezza che ri-propongo e anche la nostra specifica situazione italiana. Anche a mo’ di rimedi (tecnicamente e culturalmente). Qui di seguito accenno, ma nel Nuovo Libro (anche grazie al supporto collaborativo di un amico specialista del settore), ne vedrete delle belle.

Ora Vi lascio alla ri-lettura di ciò che Vi ho annunciato, Vi saluto Tutti caramente, e a presto. Luca Fortunato (Matera):


L'Olismo giuridico di Dworkin

Ronald Dworkin (1931-2013) è stato un giurista e filosofo statunitense tra i più importanti del Novecento. La sua opera viene vista dagli esperti della materia soprattutto come l’esplicitarsi e lo svilupparsi di un’unica tesi di  base: la connessione tra il diritto e la moralità politica. Con Dworkin, infatti, viene abbandonato il vecchio paradigma che fa del diritto e della morale due sistemi separati ed indipendenti e si approda, invece, ad un nuovo paradigma che fa  del diritto una entità sia di tipo interpretativo perché basata anche sui valori etico-morali, sia di tipo olistico  perché irriducibile alle fonti formali (legislatore, magistratura,  amministrazione). Per Dworkin, infatti, il diritto è necessariamente inclusivo di valutazioni morali che, a loro volta, si giustificano in base alla loro accettazione da parte tanto della magistratura quanto dei cittadini nonché  sulla loro intrinseca validità in quanto aspetti sapienziali della comunità. In senso più tecnico, si tratta dei principi fondamentali inclusi nei sistemi costituzionali. Per Dworkin, in particolare, le regole o prescrizioni possono essere giuste o ingiuste mentre i principi possono essere solamente giusti in quanto nati da esigenze di giustizia. Lasciando al lettore interessato (addetto ai lavori o partecipante ai lavori o puro cittadino) gli approfondimenti del pensiero e dell’opera di Dworkin, è da ricordare che - come tutti i cambi di paradigma -  le sue originali tesi sono state oggetto di molte lodi ma anche di numerose critiche. Ma forse è proprio di questi opposti momenti dialettici che necessita la Nostra Società. Anche sulle leggi, sulle norme, sul mondo giuridico. Affinché, nello specifico ed in generale, si possa approdare - dinamicamente - a delle sintesi superiori e non rimanere – staticamente - nella autoreferenzialità delle singole tesi. Inoltre, le originali tesi di Dworkin dimostrano che anche nel Mondo della Legge esistono (e legittimamente, è proprio il caso di dirlo ….) posizioni diverse, paradigmi diversi. Semplificare, ridurre, omogeneizzare, standardizzare ecc. è sempre una strada irreale e irrealistica. La realtà è complessa. Ed una grande personalità come Dworkin ci ricorda che anche la Legge, e non solo la Scienza, non può evitare di confrontarsi con essa se da essa non vuole scollarsi. 

 

  

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