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Sintesi – 6
Post pubblicato lunedì 06/12/2021 ore 08.45 AM
Problema Comunicazione:
c’era prima della Pandemia, si è acutizzato in Pandemia.
Specialmente nel
comunicare la Scienza e di Scienza. E sia da parte dei professionisti
dell’informazione, sia da parte degli addetti ai lavori (scienziati, medici e
via dicendo). Con Omicron poi, si è raggiunto il massimo! Hanno parlato di
“cortocircuito informativo”. Giusto. Giusta constatazione e giustamente
etichettata.
E ora? E quindi? E
allora?
Si possono e si
potranno fare tutte le “analisi” del caso e che, infatti, stanno facendo. Anche
“auto-analisi”. Lodevoli, certo. Ma, in ogni caso, non ne stanno ricavando
nulla di buono (come al solito, del resto). Perché?
Ora, da umile cittadino
osservatore e ascoltatore (ma con una certa esperienza di paradigmi e
metodiche, da più di vent’anni ….), mi viene da dire questo:
il problema
comunicazione è parte di un problema più grande, e dunque va contestualizzato
nel problema più grande. Per trovare soluzioni vere.
Il problema generale (di
cui il problema comunicazione è solo parte specifica e settoriale) è il
problema della sintesi.
Problema della sintesi,
o meglio della vera sintesi, che è
presente in tantissime altre questioni in seno alla Nostra Società. Ovviamente.
Ma che, anche su questo – Comunicazione, appunto – fa sentire forte la sua
esistenza.
Ed il lettore ha due
interi miei blog (questo e il vecchio) nonché i miei 3 attuali libri (del 2016,
2017, 2018), per ritrovare l’argomento sintesi.
Ed il Nuovo Libro continuerà su tale ed importantissimo tema (e con nuove
“chicche” davvero interessanti. Vedrete).
Ad ogni modo, qui, ora,
per l’occasione, ricordo solo e brevemente gli aspetti cruciali della questione
(che valgono per il tema del post di oggi ma che valgono sempre, in generale).
Che sono 6:
1. occorre saper
distinguere e di fatto distinguere la vera sintesi dalle pseudo-sintesi (nel
linguaggio comune si chiamano “sintesi” tante cose che invece sintesi non lo sono affatto. Gli
accostamenti, le aggregazioni, le somme, le accumulazioni, i mucchi, le
ammucchiate, ecc. così come i compromessi, le mediazioni, ecc. non sono sintesi);
2. la sintesi deve
comprendere tutti gli aspetti, tutti i fattori, tutti i parametri, ecc. Così
come tutte le voci, tutte le posizioni, tutte le tesi (anche contrastanti, anche
scomode, quindi tesi e antitesi), ecc. In pratica, sia la “maggioranza”, sia la
“minoranza” (anche perché, a volte, la minoranza potrebbe essere tale solo in
termini quantitativi ma non anche in termini qualitativi; anche perché
escludere la minoranza potrebbe essere illegittimo, illegale; ecc.);
3. nella sintesi è
fondamentale richiamare e ricordare aspetti
di base e premesse che molto
spesso la gente comune ma anche gli addetti ai lavori tendono - man mano si va
avanti, man mano si procede nelle questioni, man mano ci si allontana
dall’inizio - a dimenticare e a perdere di vista. Disorientandosi e
disorientando. Un esempio di aspetto di base e di premessa: la Scienza non dà
verità assolute, non dà conoscenze incontrovertibili né definitive;
4. nel caso di sintesi
da fare, da creare, a cui pervenire, come stadio finale (a differenza delle
intuizioni olistiche che ci fanno arrivare nella nostra mente sintesi già
intere e complete e che sono l’inizio del processo conoscitivo, “capovolto”
rispetto all’ordinario), il processo di sintesi lega in modo intimo, organico e
complesso tutti gli elementi esistenti portando gli stessi elementi ad essere superati
e trascesi in un livello nuovo e superiore (la sintesi, appunto);
5.” La caratteristica
essenziale dell’intuizione e che essa non divide il mondo in cose separate,
come fa l’intelletto. E benché Bergson non usi queste parole, potremmo
definirla sintetica piuttosto che
analitica. In essa c’è una molteplicità “ (Bertrand Russell - filosofo, logico,
matematico, scrittore);
6. “ Il razionale e
l’intuitivo sono modi complementari della mente umana. Il pensiero razionale è
lineare, concentrato e analitico. Esso appartiene al regno dell’intelletto, la
cui funzione è quella di discriminare, misurare e categorizzare. La conoscenza
razionale tende quindi ad essere frammentata. La conoscenza intuitiva invece si
fonda su una esperienza diretta, non intellettuale, della realtà, che sorge in
uno stato di coscienza dilatata. Essa tende alla sintesi, è olistica, e non lineare ” (Fritjof Capra – fisico,
scienziato delle alte energie, scrittore).
(…… ah, ah, ah,…. me li immagino i professionisti
dell’informazione e gli scienziati riduzionisti su queste cose, su queste
verità e saggezze ….. o non le conoscono
veramente – e sono dunque gravemente e
veramente ignoranti ; oppure fanno finta
di non conoscerle – e sono dunque degli ipocriti e comunque di fatto
ignoranti davanti ai cittadini; oppure
ancora, le manipolano – e sono dunque
degli imbroglioni. In ogni caso, possiamo stare tranquilli che se vedremo
risolto il problema della comunicazione, sarà stato per l’applicazione di
queste verità e saggezze olistico-intuitive
circa la sintesi (sua natura e sua pratica). Così come possiamo stare
tranquillissimi che se non vedremo
risolto il problema della comunicazione (come è altamente probabile che sarà
…..), sarà stato per l’applicazione delle solite e viziate prassi
riduzionistico-analitiche. E la “frittata comunicativa” ci sarà sempre e ancora
una volta servita. Peccato, essere diventati – tutti e nel frattempo –
allergici alle “uova” …… Rischieremo così uno shock anafilattico, o’ pardon,
nessun problema, nel caso … sarà sempre possibile fare una bella endovena di
epinefrina, per rimediare! No? …. E vai! …… ah, ah, ah)
Ma tutto il discorso, pone anche questo interrogativo. Chi deve fare la sintesi? Se vi sono,
come spesso accade, diverse posizioni, diversi soggetti e che legittimamente
esprimono la propria posizione, chi deve fare la sintesi? La risposta non può
che essere così articolata:
a) ognuno, ogni persona, ogni singola persona, deve avere una
formazione e una cultura multidisciplinare, interdisciplinare e
multidimensionale, che favorisca nella sua mente, già nella sua mente di
singolo soggetto, e quindi già nella sua vita e già nel suo lavoro, la
complessità, la sintesi, l’olismo, l’intuizione, ecc. (e qui emerge chiaramente
anche l’equivoco e l’impostazione sbagliata dello pseudo-olismo che sposta la
multidisciplinarità, l’interdisciplinarità e la multidimensionalità a livello
di più persone, ai gruppi di lavoro, ai tavoli, ecc. Come se sommando e
accostando diversi e singoli specialisti di stampo analitico-riduzionistico si
potesse ottenere il risultato sperato. Per fare una casa non basta ammucchiare
mattoni. Giusto?);
b) poi, per questioni di particolari dimensioni (Pandemia,
Cambiamento Climatico, Dissesto Idrogeologico, ecc.) creare appositamente,
volta per volta, caso per caso, e al livello cruciale da individuare volta per
volta e caso per caso, un nucleo di persone oliste o comunque ferrate in Olismo
(teorico e pratico) – come da precedente punto a) – un collettivo, dunque, ma
nemmeno troppo esteso (diciamo dalle 3 alle 5 persone) che già in proprio e
normalmente – nel proprio lavoro, per esempio - praticano la vera sintesi, che
si occupi di individuare tutte le “singole
voci” e di farne la grande sintesi. E
dando indicazioni per le applicazioni operative della stessa (come comunicare la grande sintesi ottenuta,
per esempio).
La cosa è certamente complessa e difficile. Ma non è che
percorrendo altre strade, semplificando, riducendo, ecc. si possa affrontare e
gestire al meglio problemi altrettanto complessi e difficili. O no? E se non
durante una Pandemia, quando? Se nemmeno durante una Pandemia (e che si
prospetta ancora lunga … mah va’!) quando abbandonare il Riduzionismo, adottare
l’Olismo, combattere lo pseudo-olismo? Del resto, a questa rivoluzione
paradigmatica e metodologica o si arriverà con le buone (per convincimento e
conversione culturale dei riduzionisti e degli pseudo-olisti, ed il mio
personale e olistico contributo è in questa cornice che esiste) o si arriverà
con le cattive (per la rabbia della gente). All’Establishment la scelta.
Arrivederci alla prossima
settimana. Con la Sintesi n. 7.
E come sempre, ad
maiora!
Luca Fortunato (Matera)
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