Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

domenica 5 dicembre 2021

Sintesi - 6

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Sintesi – 6

Post pubblicato lunedì 06/12/2021 ore 08.45 AM 

Problema Comunicazione: c’era prima della Pandemia, si è acutizzato in Pandemia.

Specialmente nel comunicare la Scienza e di Scienza. E sia da parte dei professionisti dell’informazione, sia da parte degli addetti ai lavori (scienziati, medici e via dicendo). Con Omicron poi, si è raggiunto il massimo! Hanno parlato di “cortocircuito informativo”. Giusto. Giusta constatazione e giustamente etichettata.

E ora? E quindi? E allora?

Si possono e si potranno fare tutte le “analisi” del caso e che, infatti, stanno facendo. Anche “auto-analisi”. Lodevoli, certo. Ma, in ogni caso, non ne stanno ricavando nulla di buono (come al solito, del resto). Perché? 

Ora, da umile cittadino osservatore e ascoltatore (ma con una certa esperienza di paradigmi e metodiche, da più di vent’anni ….), mi viene da dire questo:

il problema comunicazione è parte di un problema più grande, e dunque va contestualizzato nel problema più grande. Per trovare soluzioni vere.

Il problema generale (di cui il problema comunicazione è solo parte specifica e settoriale) è il problema della sintesi.

Problema della sintesi, o meglio della vera sintesi, che è presente in tantissime altre questioni in seno alla Nostra Società. Ovviamente. Ma che, anche su questo – Comunicazione, appunto – fa sentire forte la sua esistenza.

Ed il lettore ha due interi miei blog (questo e il vecchio) nonché i miei 3 attuali libri (del 2016, 2017, 2018), per ritrovare l’argomento sintesi. Ed il Nuovo Libro continuerà su tale ed importantissimo tema (e con nuove “chicche” davvero interessanti. Vedrete). 

Ad ogni modo, qui, ora, per l’occasione, ricordo solo e brevemente gli aspetti cruciali della questione (che valgono per il tema del post di oggi ma che valgono sempre, in generale). Che sono 6:

1. occorre saper distinguere e di fatto distinguere la vera sintesi dalle pseudo-sintesi (nel linguaggio comune si chiamano “sintesi” tante cose che invece sintesi non lo sono affatto. Gli accostamenti, le aggregazioni, le somme, le accumulazioni, i mucchi, le ammucchiate, ecc. così come i compromessi, le mediazioni, ecc. non sono sintesi);

2. la sintesi deve comprendere tutti gli aspetti, tutti i fattori, tutti i parametri, ecc. Così come tutte le voci, tutte le posizioni, tutte le tesi (anche contrastanti, anche scomode, quindi tesi e antitesi), ecc. In pratica, sia la “maggioranza”, sia la “minoranza” (anche perché, a volte, la minoranza potrebbe essere tale solo in termini quantitativi ma non anche in termini qualitativi; anche perché escludere la minoranza potrebbe essere illegittimo, illegale; ecc.);

3. nella sintesi è fondamentale richiamare e ricordare aspetti di base e premesse che molto spesso la gente comune ma anche gli addetti ai lavori tendono - man mano si va avanti, man mano si procede nelle questioni, man mano ci si allontana dall’inizio - a dimenticare e a perdere di vista. Disorientandosi e disorientando. Un esempio di aspetto di base e di premessa: la Scienza non dà verità assolute, non dà conoscenze incontrovertibili né definitive;

4. nel caso di sintesi da fare, da creare, a cui pervenire, come stadio finale (a differenza delle intuizioni olistiche che ci fanno arrivare nella nostra mente sintesi già intere e complete e che sono l’inizio del processo conoscitivo, “capovolto” rispetto all’ordinario), il processo di sintesi lega in modo intimo, organico e complesso tutti gli elementi esistenti portando gli stessi elementi ad essere superati e trascesi in un livello nuovo e superiore (la sintesi, appunto);

5.” La caratteristica essenziale dell’intuizione e che essa non divide il mondo in cose separate, come fa l’intelletto. E benché Bergson non usi queste parole, potremmo definirla sintetica piuttosto che analitica. In essa c’è una molteplicità “ (Bertrand Russell - filosofo, logico, matematico, scrittore);

6. “ Il razionale e l’intuitivo sono modi complementari della mente umana. Il pensiero razionale è lineare, concentrato e analitico. Esso appartiene al regno dell’intelletto, la cui funzione è quella di discriminare, misurare e categorizzare. La conoscenza razionale tende quindi ad essere frammentata. La conoscenza intuitiva invece si fonda su una esperienza diretta, non intellettuale, della realtà, che sorge in uno stato di coscienza dilatata. Essa tende alla sintesi, è olistica, e non lineare ” (Fritjof Capra – fisico, scienziato delle alte energie, scrittore).

(…… ah, ah, ah,…. me li immagino i professionisti dell’informazione e gli scienziati riduzionisti su queste cose, su queste verità e saggezze  ….. o non le conoscono veramente – e sono dunque  gravemente e veramente ignoranti ;  oppure fanno finta di non conoscerle – e sono dunque degli ipocriti e comunque di fatto ignoranti  davanti ai cittadini; oppure ancora,  le manipolano – e sono dunque degli imbroglioni. In ogni caso, possiamo stare tranquilli che se vedremo risolto il problema della comunicazione, sarà stato per l’applicazione di queste verità e saggezze olistico-intuitive  circa la sintesi (sua natura e sua pratica). Così come possiamo stare tranquillissimi che se non vedremo risolto il problema della comunicazione (come è altamente probabile che sarà …..), sarà stato per l’applicazione delle solite e viziate prassi riduzionistico-analitiche. E la “frittata comunicativa” ci sarà sempre e ancora una volta servita. Peccato, essere diventati – tutti e nel frattempo – allergici alle “uova” …… Rischieremo così uno shock anafilattico, o’ pardon, nessun problema, nel caso … sarà sempre possibile fare una bella endovena di epinefrina, per rimediare! No? …. E vai!  …… ah, ah, ah) 

Ma tutto il discorso, pone anche questo interrogativo. Chi deve fare la sintesi? Se vi sono, come spesso accade, diverse posizioni, diversi soggetti e che legittimamente esprimono la propria posizione, chi deve fare la sintesi? La risposta non può che essere così articolata:

a) ognuno, ogni persona, ogni singola persona, deve avere una formazione e una cultura multidisciplinare, interdisciplinare e multidimensionale, che favorisca nella sua mente, già nella sua mente di singolo soggetto, e quindi già nella sua vita e già nel suo lavoro, la complessità, la sintesi, l’olismo, l’intuizione, ecc. (e qui emerge chiaramente anche l’equivoco e l’impostazione sbagliata dello pseudo-olismo che sposta la multidisciplinarità, l’interdisciplinarità e la multidimensionalità a livello di più persone, ai gruppi di lavoro, ai tavoli, ecc. Come se sommando e accostando diversi e singoli specialisti di stampo analitico-riduzionistico si potesse ottenere il risultato sperato. Per fare una casa non basta ammucchiare mattoni. Giusto?);

b) poi, per questioni di particolari dimensioni (Pandemia, Cambiamento Climatico, Dissesto Idrogeologico, ecc.) creare appositamente, volta per volta, caso per caso, e al livello cruciale da individuare volta per volta e caso per caso, un nucleo di persone oliste o comunque ferrate in Olismo (teorico e pratico) – come da precedente punto a) – un collettivo, dunque, ma nemmeno troppo esteso (diciamo dalle 3 alle 5 persone) che già in proprio e normalmente – nel proprio lavoro, per esempio - praticano la vera sintesi, che si occupi di individuare tutte le “singole voci” e di farne la grande sintesi. E dando indicazioni per le applicazioni operative della stessa (come comunicare la grande sintesi ottenuta, per esempio).

La cosa è certamente complessa e difficile. Ma non è che percorrendo altre strade, semplificando, riducendo, ecc. si possa affrontare e gestire al meglio problemi altrettanto complessi e difficili. O no? E se non durante una Pandemia, quando? Se nemmeno durante una Pandemia (e che si prospetta ancora lunga … mah va’!) quando abbandonare il Riduzionismo, adottare l’Olismo, combattere lo pseudo-olismo? Del resto, a questa rivoluzione paradigmatica e metodologica o si arriverà con le buone (per convincimento e conversione culturale dei riduzionisti e degli pseudo-olisti, ed il mio personale e olistico contributo è in questa cornice che esiste) o si arriverà con le cattive (per la rabbia della gente). All’Establishment la scelta.

 

Arrivederci alla prossima settimana. Con la Sintesi n. 7.

E come sempre, ad maiora!

Luca Fortunato (Matera)

  

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