Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

venerdì 4 gennaio 2019

Un inizio d'anno culturalmente diverso (per fortuna!) - terza ed ultima parte


Post 261
Un inizio d’anno culturalmente diverso (per fortuna!) – terza ed ultima parte

Nella splendida Matera innevata, cosa c’è di meglio che scrivere (già assolti una parte degli impegni quotidiani specialmente famigliari e di una famiglia in crescita ….) e venire ulteriormente incontro all’esigenza di approfondimento di alcuni di voi lettori particolarmente interessati ai precedenti post n. 260 e n. 259? Lo faccio volentieri. Ciao e a presto. Luca Fortunato (Matera) 

Dal libro “Il punto di svolta” di Fritjof Capra (scienziato, fisico): 

[….] Il razionale e l’intuitivo sono modi di funzionamento complementari della mente umana. Il pensiero razionale è lineare, concentrato e analitico. Esso appartiene al regno dell’intelletto la cui funzione è quella di discriminare, misurare e categorizzare. La conoscenza razionale quindi tende ad essere frammentata. La conoscenza intuitiva si fonda invece su un’esperienza diretta, non intellettuale, della realtà, che sorge in uno stato di coscienza dilatata. Essa tende alla sintesi, è olistica(*), e non-lineare.
(*)il termine “olistico”, dal greco holos (tutto), si riferisce ad una comprensione della realtà in funzione di totalità integrate le cui proprietà non possono essere ridotte a quelle di unità minori.
[…..] La concezione sistemica della vita è una base appropriata non solo per le scienze del comportamento e per le scienze dalla vita, ma anche per le scienze sociali, e specialmente per l’economia. L’applicazione di concetti sistemici per descrivere processi e attività economici è particolarmente urgente perché praticamente tutti i nostri problemi economici attuali sono problemi sistemici che non possono più essere compresi per mezzo della scienza cartesiana. [….] Gli economisti tendono a dissociare l’economia dal tessuto ecologico in cui essa è inserita [ …] La maggior parte dei loro concetti basilari, definiti in modo angusto e usati senza il contesto ecologico pertinente, non sono più appropriati per rappresentare attività economiche in un mondo che è fortemente interdipendente. […] Paradossalmente, nonostante la loro insistenza sulla crescita, gli economisti sono in generale incapaci di adottare una concezione dinamica. Essi tendono a congelare arbitrariamente l’economia nella sua struttura istituzionale anziché vedere in essa un sistema in continuo mutamento ed evoluzione, dipendente dai mutevoli sistemi ecologici e sociali in cui è inserita. […] L’approccio sistemico all’economia permetterà di introdurre un po’ d’ordine nel presente caos concettuale, fornendo agli economisti quella prospettiva ecologica di cui c’è urgente bisogno. Secondo la concezione sistemica, l’economia è un sistema vivente composto da esseri umani e organizzazioni sociali in continua interazione fra loro e con gli ecosistemi circostanti da cui dipende la nostra vita. […] In questi ecosistemi esistono solo molto di rado rapporti lineari di causa ed effetto, né i modelli lineari sono molto utili per descrivere le interdipendenze funzionali dei sistemi sociali ed economici in essi inseriti e le loro tecnologie. Il riconoscimento della natura non lineare di tutte le dinamiche sistemiche è l’essenza stessa della consapevolezza ecologica, l’essenza della “saggezza sistemica” come la chiamò Bateson. [….] I rapporti di interconnessione non lineare dei sistemi viventi ci suggeriscono immediatamente due regole importanti per l’organizzazione dei sistemi sociali ed economici. Innanzitutto c’è una grandezza ottimale per ogni struttura, organizzazione e istituzione, e la massimizzazione di una qualsiasi singola variabile – per esempio il profitto, l’efficienza o il PNL – condurrà inevitabilmente alla distruzione del sistema maggiore. In secondo luogo, quanto più un’economia si basa sul riciclaggio continuo delle sue risorse naturali, tanto più è in armonia con l’ambiente circostante. [….] Come i concetti di efficienza e del PNL, anche quelli di produttività e di profitto dovranno essere definiti all’interno di un più ampio contesto ecologico e dovranno essere connessi alle due variabili basilari dell’energia e dell’entropia. […..]  

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