Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

domenica 6 gennaio 2019

La Legge giusta


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La Legge giusta  

Tempo fa, in questo blog, scrissi di Ronald Dworkin (1931-2013, giurista e filosofo statunitense) e del suo olismo giuridico. Ebbene, ne ripropongo il sintetico ma significativo ritratto ed anche un po’ più approfondito perché nel frattempo ho approfondito, io stesso, la sua figura. A livello culturale, ovviamente. Ma la natura del livello mi è ugualmente spendibile (sebbene io sia un professionista tecnico). Per una consapevolezza sistemica. Ed anche se io sono in Italia e Dworkin era in America. Il senso, il significato, il contenuto della sua opera è quello che conta. E per chiunque (uomini di Legge e non). Anzi, direi che la consapevolezza sistemica (magari anche attingendo significati da Paesi lontani, contro ogni forma di  provincialismo) mi è comunque doverosa. Da tempo, infatti, nell’ambito del mio lavoro tecnico ho anche l’occasione e l’onore di assolvere all’importante e delicato ruolo di CTU che non solo mi permettere di crescere specificatamente come professionista (e di essere molto utile, sempre più utile, alla Società) ma mi permette di farlo anche in generale, come cittadino. Le due cose, infatti, sono inscindibili. E cittadini lo si è a casa propria così come nel Mondo. Anche questi livelli sono inscindibili. Così come inscindibili sono la scienza e la tecnica dal contesto in cui, volta per volta e caso per caso, le si esercitano. Così come inscindibile è ogni fatto, storia, vita e vicenda dalla Società e dal suo Tempo. Anzi, secondo l’Olismo vi è di più: la consapevolezza del contesto generale è da includere in ogni cosa specifica così come ogni aspetto particolare, ogni dettaglio, va rapportato al quadro d’insieme, al quadro generale. Doverosamente. E da parte di tutti. Insomma, la Società non può più permettersi il Riduzionismo, se vuole sopravvivere. Ad ogni modo, il lettore, anche oggi, si renderà conto di quanto valido sia il senso dell’opera di Dworkin (non a caso collocata nell’Olismo) rispetto ai fatti di cronaca che ci arrivano, dai media, sempre più inquietanti anche in tema di Legge, legalità, legittimità ecc. vedi, per esempio, il “decreto sicurezza” dell’attuale Governo e connessa vicenda e comunque essa si sia già chiusa o si chiuderà ancora (si tratta e si tratterà comunque di un sintomo-segno inquietante, spia di una ben più grave malattia che affligge l’odierna e intera Società e che non guarirà certo con una piccola e temporanea medicina …). Validità del senso dell’opera di Dworkin, dicevo, per  spiegare gli stessi fatti di cronaca (che, altrimenti, nel Riduzionismo, rimarrebbero senza spiegazione o verrebbero solo parzialmente spiegati) al fine di cercare rimedi (veri, completi, integrati, duraturi) sempre più necessari e sempre più urgenti per la tenuta della nostra Società. Mamma mia che brutto tempo! (e non mi riferisco al tempo atmosferico …. Ovviamente. La neve è bellissima). Ad maiora! Amici, ad maiora! Luca Fortunato (Matera)
  
Ronald Dworkin (1931-2013) è stato un giurista e filosofo statunitense tra i più importanti del Novecento. La sua opera viene vista dagli esperti della materia soprattutto come l’esplicitarsi e lo svilupparsi di un’unica tesi di  base: la connessione tra il diritto e la moralità politica. Con Dworkin, infatti, viene abbandonato il vecchio paradigma che fa del diritto e della morale due sistemi separati ed indipendenti e si approda, invece, ad un nuovo paradigma che fa  del diritto una entità sia di tipo interpretativo perché basata anche sui valori etico-morali, sia di tipo olistico perché irriducibile alle fonti formali (legislatore, magistratura,  amministrazione). Per Dworkin, infatti, il diritto è necessariamente inclusivo di valutazioni morali che, a loro volta, si giustificano in base alla loro accettazione da parte tanto della magistratura quanto dei cittadini nonché sulla loro intrinseca validità in quanto aspetti sapienziali della comunità. In senso più tecnico, si tratta dei principi fondamentali inclusi nei sistemi costituzionali. Per Dworkin, in particolare, le regole o prescrizioni possono essere giuste o ingiuste mentre i principi possono essere solamente giusti in quanto nati da esigenze di giustizia. Altro e connesso aspetto dell’opera di Dworkin è il seguente: egli era critico nei confronti del positivismo giuridico (che, infatti, come tutte le forme di Positivismo è Riduzionismo). Egli sosteneva, a tal proposito, che norme di un governo formalmente legittimo (governo nazista, ad esempio) possono essere comunque illegittime in quanto lesive dei diritti fondamentali della persona per cui nei loro confronti, nei confronti di tali norme, è moralmente e giuridicamente lecita la disobbedienza. (… qui, i riduzionisti annegano nel mare della realtà, mentre gli olisti ci nuotano … ). Inoltre, egli era critico anche nei confronti del giusnaturalismo classico. Sosteneva infatti che è vero che l’individuo ha diritti fondamentali ed inalienabili (appunto) ma che essi non sono naturali, non sono universali e non sono indipendenti dalla storia. Lasciando ora al lettore interessato (addetto ai lavori o partecipante ai lavori o puro cittadino) gli approfondimenti del pensiero e dell’opera di Dworkin, è da ricordare che - come tutti i cambi di paradigma -  le sue originali tesi sono state oggetto di molte lodi ma anche di numerose critiche. Ma forse è proprio di questi opposti momenti dialettici che necessita la Nostra Società. Anche sulle leggi, sulle norme, sul mondo giuridico, sul mondo giudiziario. Affinché, nello specifico ed in generale, si possa approdare - dinamicamente - a delle sintesi superiori e non rimanere – staticamente - nella autoreferenzialità delle singole tesi. Inoltre, le originali tesi di Dworkin dimostrano che anche nel Mondo della Legge esistono (e legittimamente, è proprio il caso di dirlo ….) posizioni diverse, paradigmi diversi. Semplificare, ridurre, omogeneizzare, standardizzare ecc. è sempre una strada irreale e irrealistica. La realtà è complessa. Ed una grande personalità come Dworkin ci ricorda che anche la Legge, e non solo la Scienza, non può evitare di confrontarsi con essa se da essa non vuole scollarsi.

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