Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

sabato 12 gennaio 2019

Scienza e non-Scienza, vero e falso (seconda e ultima parte)



Post 265
Scienza e non-Scienza, vero e falso (seconda e ultima parte) 

Proseguendo dal precedente post n. 264: 

A chi sostiene che esiste un metodo scientifico (al singolare) e che da tempo guida il lavoro degli scienziati, occorre far presente (o ricordare) che tale unità-continuità è crollata, si è interrotta, agli inizi del Novecento con la Relatività di Einstein, con la Meccanica quantistica, con la Teoria della Complessità, con il Metodo scientifico deduttivo, con la teoreticità dell’osservazione (Duhem), ecc. ed è stata sostituita – nel corso di tutto il Novecento e fino a noi e in tutti i settori e in tutte le branche della Scienza - da un’altra pluralità-discontinuità (come appunto evidenzio nel punto 1 del mio precedente post e che chiunque può verificare sui libri di tutto il Mondo, presso le Università del Mondo, ecc. Non è che chi sostiene il superato è affetto dal solito provincialismo italiota?). A chi sostiene che solo gli scienziati possono accreditare i lavori scientifici e stabilire quali siano le prove a favore o contro una teoria scientifica, basta rispondere (perché davvero con gente simile non è proprio il caso di perder tempo …) che è troppo facile – se non davvero ingenuo, e mi fermo qui, non uso il vero vocabolo che andrebbe usato, per non offendere ….. – che è troppo facile, dicevo, chiede all’oste che ci vende il vino com’è il vino! Se è un buon vino o un cattivo vino! (…. ubriacature dell’anima?). A chi sostiene una sola versione di “verità” (magari tirando in ballo un solo filosofo magari anche altissimo), faccio presente che l’eterogenea realtà intorno alla “verità” mostrata nel punto 2 del mio precedente post non è un’invenzione del sottoscritto o un’invenzione di Internet o altro tipo di fonte-fantasia. Basta verificare (libri, enciclopedie, dialoghi con accademici, testimonianze di addetti ai lavori, studenti, ecc.). A chi sostiene che bisogna ricordare sempre che al di fuori della nostra mente vi è una realtà “oggettiva”, va ricordato che questa è l’opinione di una parte dei filosofi e degli scienziati (di ieri e di oggi) ma che l’altra parte dei filosofi e degli scienziati (di ieri e di oggi) la pensa diversamente, ha un’altra opinione. Del resto, la Fisica moderna (del Novecento) – e questa non è un’opinione -  ha fatto cadere la validità della distinzione tra “soggettivo” e “oggettivo”, e questo, oggi, anche a Scuola (già a Scuola, prima dell’Università) lo sanno. Così stanno le cose. Ad Oggi. Domani, sicuramente cambieranno. Ma ad Oggi, è così che stanno le cose. E dunque la mia riflessione aggiuntiva e conclusiva: quando all’Università (Facoltà di Agraria) preparavo gli esami di base di Matematica, di Fisica, di Chimica, ecc. ecc., così come poi gli esami specialistici di Agronomia, di Patologia vegetale, ecc. ricordo che in ogni testo, così come nelle parole dei docenti, era sempre presente – a volte esplicito, a volte implicito; a volte accennato, a volte approfondito; ma sempre presente - il discorso (e la connessa avvertenza) inerente tutto ciò che ho praticamente trattato in questo post e nel precedente post. E ricordo anche che i miei amici di allora (che frequentavano altre Facoltà scientifiche: Fisica, Medicina, Geologia ecc.) vivevano la stessa cosa (per fortuna). Ci si può dividere, infatti, sui Paradigmi (Riduzionismo oppure Olismo, cioè sulle anime modali diverse e legittimamente diverse in seno alla Scienza, alla Filosofia ecc.) ma non sul fatto che la Scienza e la Verità non siano ancora definite (e forse, a questo punto, mai lo saranno) e soprattutto alla luce degli ultimi sviluppi (novecenteschi) della Scienza e della Filosofia. Un terreno comune deve esserci. E c’è! Chi tradisce i suoi Studi o chi li fa tradire da altre voci o altre penne o altre tastiere (perché, in ogni caso, di tradimento si tratta) lo fa evidentemente per altro tipo di ragioni (e certamente non giustificabili, se non addirittura perseguibili …) ma non lo fa certo per ragioni scientifiche, tecniche, professionali, culturali. Dopo la laurea, entrando nel mondo del lavoro e camminando in esso, è normale, anzi è dovuto, burocratizzarsi, istituzionalizzarsi, professionalizzarsi, incontrare e curare interessi economici, interessi di posizione ecc. Ma non tutti lo fanno allo stesso modo. C’è chi tradisce i suoi Studi e soprattutto il senso dei suoi Studi (piegando la Scienza e la Tecnica a falsi connotati di certezza, di oggettività, di unicità, di assolutismo, di rigidità, di non-libertà, di strade obbligate, ecc. funzionali, evidentemente, al Potere, all’Establishment ecc.) e chi invece mantiene la natura e il senso dei suoi Studi, (rispettando i veri connotati della Scienza e della Tecnica, anche costituzionalmente garantiti, ed anche se al Potere e all’Establishment questo può dare fastidio). Il paradosso, di cui dobbiamo sempre occuparci, con coraggio, è che il Potere e l’Establishment (politico, economico, finanziario, bancario, accademico, professionale, burocratico, mediatico, editoriale, industriale, farmaceutico, ecc. ecc.) si fanno e si presentano quasi sempre come “ufficialità” ma spesso per manipolarla la vera ufficialità! Prima ti insegnano certe cose – all’Università, ad esempio – ma poi se quelle cose si sposano con gli interessi del momento quelle cose restano “oggettive”, “giuste”, “vere” ecc., se invece si scontrano con gli interessi del momento quelle cose diventano “soggettive”, “sbagliate”, “false” ecc. Se non fosse la realtà, ci verrebbe da ridere. Ma è la realtà, purtroppo. E senza piangere noi (gli onesti) dobbiamo sempre impegnarci per far piangere gli altri (i disonesti). E come sapete, prima o poi, ci riusciamo! E specialmente nella vera realtà (che non è quella virtuale del Web ….). Ad maiora, amici. Ad maiora! Luca Fortunato (Matera).

 

 

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