Post n. 13:
L’Olismo giuridico di
Dworkin
Ieri sera chiacchieravo con amici in merito alla notizia, in
rete da poco, che il Tribunale Permanente dei Popoli – tribunale
d’opinione internazionale di cui fanno parte
giuristi ed intellettuali ed il cui parere ha valore morale – in merito
alla TAV ha sentenziato che “i diritti dei cittadini della valle di Susa sono stati violati […]”. Ne è
nata una riflessione specifica ma anche di carattere generale. Quest’ultima si
è sostanziata nella seguente domanda con la quale ci siamo salutati: le cronache giudiziarie del Nostro Tempo
servirebbero all’evoluzione dello stesso sistema giuridico e più in generale alla
crescita culturale ed etico-morale della Società e dei cittadini se
interpretate ed approfondite anche alla luce dell’olismo giuridico come quello,
ad esempio, di Ronald Dworkin ? Ronald Dworkin (1931-2013) è stato un
giurista e filosofo statunitense tra i più importanti del Novecento. La sua
opera viene vista dagli esperti della materia soprattutto come l’esplicitarsi e
lo svilupparsi di un’unica tesi di base:
la connessione tra il diritto e la moralità politica. Con Dworkin, infatti,
viene abbandonato il vecchio paradigma che fa del diritto e della morale due
sistemi separati ed indipendenti e si approda, invece, ad un nuovo paradigma
che fa del diritto una entità sia di
tipo interpretativo perché basata anche sui valori etico-morali, sia di tipo
olistico perché irriducibile alle fonti formali (legislatore,
magistratura, amministrazione). Per
Dworkin, infatti, il diritto è necessariamente inclusivo di valutazioni morali
che, a loro volta, si giustificano in base alla loro accettazione da parte tanto
della magistratura quanto dei cittadini nonché sulla loro intrinseca validità in quanto
aspetti sapienziali della comunità. In senso più tecnico, si tratta dei
principi fondamentali inclusi nei sistemi costituzionali. Per Dworkin, in
particolare, le regole o prescrizioni possono essere giuste o ingiuste mentre i
principi possono essere solamente giusti in quanto nati da esigenze di
giustizia. Lasciando al lettore interessato (addetto ai lavori o partecipante
ai lavori o puro cittadino) gli approfondimenti del pensiero e dell’opera di
Dworkin, è da ricordare che - come tutti i cambi di paradigma - le sue originali tesi sono state oggetto di
molte lodi ma anche di numerose critiche. Ma forse è proprio di questi opposti
momenti dialettici che necessita la Nostra Società. Anche sulle leggi, sulle
norme, sul mondo giuridico. Affinché, nello specifico ed in generale, si possa
approdare - dinamicamente - a delle sintesi superiori e non rimanere – staticamente
- nella autoreferenzialità delle singole tesi. Inoltre, le originali tesi di
Dworkin dimostrano che anche nel Mondo della Legge esistono (e legittimamente,
è proprio il caso di dirlo ….) posizioni diverse, paradigmi diversi.
Semplificare, ridurre, omogeneizzare, standardizzare ecc. è sempre una strada
irreale e irrealistica. La realtà è complessa. Ed una grande personalità come
Dworkin ci ricorda che anche la Legge, e non solo la Scienza, non può evitare
di confrontarsi con essa se da essa non vuole scollarsi. Alla prossima. Luca
Fortunato. lucaf73x@gmail.com
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