Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

lunedì 9 novembre 2015

L'Olismo giuridico di Dworkin



Post n. 13: 
L’Olismo giuridico di Dworkin 
Ieri sera chiacchieravo con amici in merito alla notizia, in rete da poco, che il Tribunale Permanente dei Popoli – tribunale d’opinione internazionale di cui fanno parte  giuristi ed  intellettuali  ed il cui parere ha valore morale – in merito alla TAV ha sentenziato che “i diritti dei cittadini della valle di Susa sono stati violati […]”. Ne è nata una riflessione specifica ma anche di carattere generale. Quest’ultima si è sostanziata nella seguente domanda con la quale ci siamo salutati: le cronache giudiziarie del Nostro Tempo servirebbero all’evoluzione dello stesso sistema giuridico e più in generale alla crescita culturale ed etico-morale della Società e dei cittadini se interpretate ed approfondite anche alla luce dell’olismo giuridico come quello, ad esempio, di Ronald Dworkin ? Ronald Dworkin (1931-2013) è stato un giurista e filosofo statunitense tra i più importanti del Novecento. La sua opera viene vista dagli esperti della materia soprattutto come l’esplicitarsi e lo svilupparsi di un’unica tesi di  base: la connessione tra il diritto e la moralità politica. Con Dworkin, infatti, viene abbandonato il vecchio paradigma che fa del diritto e della morale due sistemi separati ed indipendenti e si approda, invece, ad un nuovo paradigma che fa  del diritto una entità sia di tipo interpretativo perché basata anche sui valori etico-morali, sia di tipo olistico perché irriducibile alle fonti formali (legislatore, magistratura,  amministrazione). Per Dworkin, infatti, il diritto è necessariamente inclusivo di valutazioni morali che, a loro volta, si giustificano in base alla loro accettazione da parte tanto della magistratura quanto dei cittadini nonché  sulla loro intrinseca validità in quanto aspetti sapienziali della comunità. In senso più tecnico, si tratta dei principi fondamentali inclusi nei sistemi costituzionali. Per Dworkin, in particolare, le regole o prescrizioni possono essere giuste o ingiuste mentre i principi possono essere solamente giusti in quanto nati da esigenze di giustizia. Lasciando al lettore interessato (addetto ai lavori o partecipante ai lavori o puro cittadino) gli approfondimenti del pensiero e dell’opera di Dworkin, è da ricordare che - come tutti i cambi di paradigma -  le sue originali tesi sono state oggetto di molte lodi ma anche di numerose critiche. Ma forse è proprio di questi opposti momenti dialettici che necessita la Nostra Società. Anche sulle leggi, sulle norme, sul mondo giuridico. Affinché, nello specifico ed in generale, si possa approdare - dinamicamente - a delle sintesi superiori e non rimanere – staticamente - nella autoreferenzialità delle singole tesi. Inoltre, le originali tesi di Dworkin dimostrano che anche nel Mondo della Legge esistono (e legittimamente, è proprio il caso di dirlo ….) posizioni diverse, paradigmi diversi. Semplificare, ridurre, omogeneizzare, standardizzare ecc. è sempre una strada irreale e irrealistica. La realtà è complessa. Ed una grande personalità come Dworkin ci ricorda che anche la Legge, e non solo la Scienza, non può evitare di confrontarsi con essa se da essa non vuole scollarsi. Alla prossima. Luca Fortunato. lucaf73x@gmail.com 
 

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