Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

giovedì 12 novembre 2015

Agricoltura: via il "grano", avanti il "riso"



Post n. 17: 
Agricoltura: via il “grano”, avanti il “riso”
L’anno scorso sulla rivista “Science” fu pubblicato uno studio interessante ed insolito (che bel termine insolito e che bel significato ha ….) effettuato da Thomas Talhelm dell'Università della Virginia a Charlottesville e da un gruppo di colleghi psicologi dell'Università del Michigan a Ann Arbor e della Beijing Normal University a Pechino. Il risultato della ricerca è stato questo: la coltivazione del grano favorirebbe una cultura di tipo analitico ed individualistico tipica della civiltà occidentale mentre la coltivazione del riso favorirebbe una cultura  di tipo olistico e cooperativistico tipica della civiltà orientale. La ricerca ha evidenziato che la coltivazione del riso è laboriosa, molto laboriosa, e necessita di circa il doppio di ore di lavoro - dalla semina al raccolto - rispetto al grano. E che, inoltre, il riso viene coltivato su terreni irrigati che richiedono la condivisione delle acque e la costruzione di dighe e canali che a loro volta necessitano di una manutenzione costante. Tutto ciò fa emergere la necessità per i coltivatori di riso a collaborare e a farlo in modo stretto  con incentivi economici a cooperare portando così le loro comunità, nel corso  del tempo, a diventare più interdipendenti. Lo studio, le sue conclusioni, il suo significato potrebbero essere un vero toccasana anche per la nostra agricoltura e per la nostra economia e per la nostra scienza e per la nostra tecnica (… ed anche per la nostra cultura?) se innanzitutto conosciuti e successivamente non stravolti, mistificati, manipolati, girati a proprio comodo e piacimento ecc. ecc. ecc. Abbiamo vertici (ministri, presidenti, assessori, dirigenti, direttori, consiglieri ecc.) che su certe cose, su certe conoscenze, su certe correlazioni non ci sono proprio: o perché le ignorano o perché le conoscono ma non le capiscono o perché le conoscono ma fanno finta di non conoscerle o perché le conoscono ma fanno finta di non comprenderne il reale significato o perché le manipolano in un gioco sempre riduzionistico o perché le manipolano in un gioco pseudo-olistico o ecc. ecc. ecc. Questo è il vero problema. Cambiare le persone ai vertici. Nel senso o di cambiarle nelle loro conoscenze e/o etiche o di cambiarle, di sostituirle, con altre persone. Non è più possibile assistere  a scenari come quelli che le cronache di questi giorni ci stanno mostrando (Xylella fastidiosa … che diventa anche blocco dei treni! falso extravergine, “guerra del latte”, dissesto idrogeologico dovuto anche all’abbandono dell’attività agricola ecc. ecc. ecc.). Non è più possibile per una Agricoltura italiana (in Italia e nei suoi rapporti con il Mondo) che ha tutte le carte vincenti (biodiversità, tipicità, eterogeneità ecc.) per essere protagonista della Nostra Economia e della Nostra Cultura  vedere, continuare a vedere, le sue carte vincenti restare allo stato potenziale o non veramente espresse, completamente espresse, diffusamente espresse. Protagonista nella vita reale, nell’economia reale, nella percezione reale, nelle campagne, nelle città. Fino ad ora, niente di tutto ciò. Ancora niente. È paradossale ma è così! E’ il sistema che non va. Alcune sue parti possono anche andare. Alcune sue manifestazioni - vedi ad esempio Expo - possono anche andare (…. ammesso, per scherzo, che vadano per davvero …. vedi Expo!). Ma è il sistema che non va e continua a non andare proprio. Ed è il sistema che va cambiato. Cambiando i suoi vertici. Il basso va bene. Ispiriamoci al grano e al riso (come colture). E al “grano” e al “riso” (come simboli culturali). Continuando a coltivare il nostro grano, ovviamente! Così come tutte le altre nostre colture. Riso compreso! Ma con una mentalità diversa, in un paradigma diverso. Via il “grano”, avanti il “riso”. Alle prossime cronache. Ciao. Luca Fortunato. lucaf73x@gmail.com  

 

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