Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

lunedì 16 novembre 2015

L'attualità realistica di Oriana Fallaci



Post. n. 20: 
L’attualità realistica di Oriana Fallaci 
Concludo la mia libera riflessione sugli avvenimenti di Parigi - iniziata con il precedente post, il n. 19 - da cittadino coinvolto, come tutti. E che come tutti guarda la cosa dal proprio punto di vista. Con l’augurio che insieme agli altri punti di vista, ad altre tesi e/o antitesi, possa contribuire, con il suo piccolo apporto, all’emergere di nuove ed evolute sintesi. E di nuove persone. Perché è di altro e di altri che abbiamo bisogno. Il Sistema attuale  con i suoi attuali vertici non va per niente bene. Ad ogni modo, in alcuni dei precedenti post di questo mio nuovo blog - ma anche in alcuni precedenti post del mio vecchio blog che trovate nei link - metto in guardia dal saper distinguere tanto l’Olismo dal Riduzionismo quanto l’Olismo dallo pseudo-olismo. Quest’ultimo, lo pseudo-olismo, che per certi versi può essere addirittura peggiore del Riduzionismo, si caratterizza soprattutto dall’uso improprio - sia a livello teorico sia a livello pratico e metodologico - di cose del genere: “integrazione”, “integrato”, “integrata” ecc; “sistemico”, “sistemica” ecc.; “multidisciplinarità”, “interdisciplinarità” ecc.; “multiculturalità”, “interculturalità” ecc.; E la lista potrebbe continuare per molto. Ebbene questi aspetti insiemistici della teoria e della pratica e della metodologia - nella Scienza, nella Tecnica, nella Politica, nell’Economia, nella Cultura, nella Società e ad ogni scala e ad ogni livello - sono neutri e neutrali rispetto all’Olismo. Nel senso che possono fare l’Olismo come possono non farlo. Tutto dipende da come si integra, si sistematizza, si coordina, si assembla, si unisce ecc. Certo, sono dei buoni viatici per approdare all’Olismo. Ma la cosa non è automatica e scontata. Del resto sono viatici che, se intrapresi, bisogna percorrere fino in fondo, in modo completo. Fermarsi ad un certo punto del tragitto è cosa negativa. Si rischia l’identità: né Riduzionismo, né Olismo. L’identità scientifica, tecnica, politica, economica, culturale. Tutto dipende da come si integra, si sistematizza, si coordina, si assembla, si unisce ecc. vuol dire che dipende dal fatto di adottare il modus operandi del Riduzionismo oppure il modus operandi dell’Olismo, oramai ben esplicitati e ben chiariti in alcuni dei precedenti post di questo mio nuovo blog e nella testata di mission di questo blog ed anche in alcuni precedenti post del mio vecchio blog. E circa il rischio dell’identità da incompleta o presunta o impossibile integrazione così come da incompleta o presunta o impossibile multiculturalità così come da presunte o incomplete o impossibili altre entità di tipo insiemistico, come posso, oggi, nello specifico, non ricordarmi di quanto detto e sostenuto da Oriana Fallaci? Speculare mai, riflettere sempre. Ri-ascoltiamo, dunque, Oriana Fallaci in alcuni suoi noti passi che ho selezionato. Augurandoci - ignorando tanto il pessimismo da gufi quanto, e forse anche ancor di più, l’ottimismo gigione - una realistica prospettiva di realistica speranza per il futuro. Oriana Fallaci: Sono anni che come una Cassandra mi sgolo a gridare «Troia brucia, Troia brucia» […] Continua la fandonia dell'Islam «moderato», la commedia della tolleranza, la bugia dell'integrazione, la farsa del pluriculturalismo. E con questa, il tentativo di farci credere che il nemico è costituito da un'esigua minoranza e che quella esigua minoranza vive in Paesi lontani. Be', il nemico non è affatto un'esigua minoranza. E ce l'abbiamo in casa. […] “ Apriti cielo se chiedi qual è l'altra civiltà, cosa c'è di civile in una civiltà che non conosce neanche il significato della parola libertà. Che per libertà, hurryya, intende «emancipazione dalla schiavitù». Che la parola hurryya la coniò soltanto alla fine dell'Ottocento per poter firmare un trattato commerciale. […] “L'Eurabia ha costruito la panzana del pacifismo multiculturalista, ha sostituito il termine «migliore» col termine «diverso-differente», s'è messa a blaterare che non esistono civiltà migliori. Non esistono principi e valori migliori, esistono soltanto diversità e differenze di comportamento. […] La storia delle frittelle al marsala offre uno squarcio significativo sulla presunta integrazione con cui si cerca di far credere che esiste un Islam ben distinto dall'Islam del terrorismo. Un Islam mite, progredito, moderato, quindi pronto a capire la nostra cultura e a rispettare la nostra libertà. Virgilio infatti ha una sorellina che va alle elementari e una nonna che fa le frittelle di riso come si usa in Toscana. Cioè con un cucchiaio di marsala dentro l'impasto. Tempo addietro la sorellina se le portò a scuola, le offrì ai compagni di classe, e tra i compagni di classe c'è un bambino musulmano. Al bambino musulmano piacquero in modo particolare, così quel giorno tornò a casa strillando tutto contento: «Mamma, me le fai anche te le frittelle di riso al marsala? Le ho mangiate stamani a scuola e...». Apriti cielo. L'indomani il padre di detto bambino si presentò alla preside col Corano in pugno. Le disse che aver offerto le frittelle col liquore a suo figlio era stato un oltraggio ad Allah, e dopo aver preteso le scuse la diffidò dal lasciar portare quell'immondo cibo a scuola. Cosa per cui Virgilio mi rammenta che negli asili non si erige più il Presepe, che nelle aule si toglie dal muro il crocifisso, che nelle mense studentesche s'è abolito il maiale. Poi si pone il fatale interrogativo: «Ma chi deve integrarsi, noi o loro?».


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