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Nobel Fisica 2017 (io
festeggio Albert)
Poco
fa, ritornando a Matera da Bari, ho ascoltato, alla radio, la notizia: il
Nobel per la Fisica 2017 è stato assegnato agli scienziati Kip Thorne, Barry
Barish e Rainer Weiss per la “scoperta” delle onde gravitazionali. Bene. Menzionate
le collaborazioni internazionali Ligo e Virgo. Benissimo. Io però,
correttamente, avrei detto per la scoperta
sperimentale, o meglio ancora per la conferma
sperimentale, delle onde gravitazionali. Non è pignoleria, ma aspetto
sostanziale (e ben diverso). Le onde gravitazionali, infatti, (vibrazioni dello
spazio-tempo provocate dai fenomeni più violenti dell'Universo, come collisioni
di buchi neri, esplosioni di supernovae o dal Big Bang che ha dato origine all'Universo)
sono state previste - dunque scoperte in via teorica - dal più grande fisico
teorico di tutti i tempi, Albert Einstein, nel 1916, nell’ambito della sua teoria
della relatività generale, forse la teoria scientifica più sorprendente e più
elegante che la Scienza, almeno fino ad ora, abbia mai prodotto. Ma, a parte
questo, ho delle domande: quanti tra i cittadini addetti ai lavori (per gli
aspetti specialistici) e quanti tra i cittadini non addetti ai lavori (per gli
aspetti culturali e generali) afferrano il senso
ed il significato (anche olistico) delle teorie del
grande Albert? E quanti di conseguenza li vivono, per davvero e non solo in apparenza,
nel loro quotidiano, nella loro formazione, nel loro lavoro, nella loro
esistenza? E l’ennesima conferma del lavoro teorico einsteiniano, produrrà
finalmente una svolta teorico-paradigmatica e di conseguenza anche pratico-metodologica
in seno alla Nostra Società? Vanno bene i premi, le vetrine, il ribollire dei
media e quant’altro. Ma bisogna svoltare. Tutti. Ad maiora! Luca Fortunato
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