Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

giovedì 12 ottobre 2017

L'Olismo nelle Scienze Agrarie - 1



Post 176  
L’Olismo nelle Scienze Agrarie – 1
Me l’hanno chiesto. E lo faccio volentieri. Da oggi (in mezzo ai post circa i miei libri) parte una serie di post dal titolo “L’Olismo nelle Scienze Agrarie” che avrà come scopo quello di dimostrare, attraverso una selezione di passi di testo di vario tipo (vedrete, con sorprese …) come l’Olismo – consapevole o inconsapevole – è sempre stato presente nelle Scienze Agrarie e lo è tuttora. Spesso è intravisto, colto appena, perché spesso è implicito. Ma sempre, implicito o esplicito, è fonte di enorme luce strategica, metodologica, formativa e professionale. Ed è anche incredibilmente attuale, quello di una volta. Quanto al Riduzionismo e allo pseudo-olismo, li lasciamo volentieri a tutti coloro che, pur consapevoli di praticare paradigmi inadeguati, continuano a farlo, nella irresponsabilità più grande. Per pigrizia (perché l’Olismo costa fatica e impegno) e/o per conformismo (perché l’Olismo è legittimo avversario dei più) e/o per invidia oggettiva (perché l’Olismo funziona meglio degli altri paradigmi) e/o per invidia personalistica (di fatto gli olisti sono pochi e virtuosi), continuano a farlo, nella irresponsabilità più grande. Basterebbero, invece, l’onestà intellettuale (riconoscimento dell’Olismo e della sua forza oggettivamente maggiore) e la correttezza personale (gli olisti sebbene siano pochi sono noti e disponibili). Ci proviamo anche in tal senso. Buon inizio di lettura. N.B. il lettore particolarmente interessato potrà approfondire il contenuto di questo primo post della serie andando a leggere nel mio vecchio blog il post del 18/05/2015 dal titolo Agricoltura: riportare in auge i classici (moderni)”. A presto. Luca Fortunato (olista)

Dal libro “Le Gestioni Agrarie”, autore: Paolo Emilio Cassandro, editore: UTET, anno: 1960
  
[…] Le nozioni di “specializzazione” e “diversificazione” degli ordinamenti colturali non sono sempre chiaramente ed esattamente definite. […] Ci sembra che la distinzione debba basarsi non tanto sul numero delle colture quanto sull’importanza relativa che ciascuna di esse ha nella produzione del reddito complessivo dell’azienda. Con tale criterio diremo specializzato l’ordinamento colturale in cui un’unica coltura (eventualmente, anche attraverso alcune varietà della data pianta), dà la maggior parte del complessivo reddito aziendale, mentre le altre (e non importa quale sia il loro numero) contribuiscono con una modesta aliquota a tale reddito. Se, invece, nell’azienda vengono attuate due o più colture, ciascuna delle quali porta un importante contributo al reddito complessivo, si potrà dire che l’ordinamento colturale è diversificato. […]  
Tra i fattori che favoriscono la diversificazione, la quale – come più volte abbiamo ricordato – rappresenta l’ordinamento più frequente, ricordiamo come più caratteristici e importanti, i seguenti: [….] Anche il desiderio di ridurre i rischi dovuti sia a cause fisiche (variabilità climatica, malattie delle piante, insetti ecc.) sia a cause economiche (variazione dei prezzi di mercato dei prodotti agricoli), può essere motivo influente favorevolmente sulla diversificazione. Invero, è assai più difficile che i rischi, fisici ed economici, colpiscano simultaneamente varie colture; una malattia, un andamento meteorologico, un ribasso di prezzi possono colpire una determinata coltura, ma è poco probabile che colpiscano simultaneamente varie colture, fra loro notevolmente diverse.
[… ] sono le condizioni particolari e concrete che, caso per caso, possono fare apparire più conveniente la specializzazione o la diversificazione, e l’una e l’altra in un grado più o meno elevato. […]

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