Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

mercoledì 18 ottobre 2017

L'Olismo nelle Scienze Agrarie - 7



Post 183
L’Olismo nelle Scienze Agrarie – 7 

….. continuando la serie (vedi): 

con questo post si conclude, almeno per ora, quello che ritengo essere un po’ la base dell’Olismo nelle Scienze Agrarie. Altri post, e dunque  altre ricerche di passi di testo, saranno eventualmente ispirati da fatti di cronaca ritenuti significativi per la tematica della serie, breve ma significativa, e a quanto mi dicono molto utile, già molto utile. Come si è dimostrato, il Riduzionismo e i riduzionisti sono, da tempo, superati, tanto sostanzialmente quanto formalmente. Ma i loro fastidi soprattutto quelli di manipolazione e alterazione dei fatti, delle notizie, delle teorie e delle pratiche, magari con anche abuso di potere e/o di ruolo,  permangono. Non c’è da meravigliarsene ma i tempi sono maturi anche per azioni, anche collettive, di reazione anche pratico-quotidiana, anche ed eventualmente legale, anche ed eventualmente politica. Le proposte giuntemi anche in tali sensi le sto valutando. Per aiutare davvero chi ne ha bisogno, che con l'Olismo avrebbe una probabilità di risolvere i problemi che il Riduzionismo non risolve. Vedremo. Grazie a tutti. Intanto, il secondo libro …. sta per arrivare! …. anteprima in novembre, ….. disponibilità dall’8 dicembre …..  Ad maiora! Luca Fortunato

Dall’Enciclopedia Treccani:

Ecologia del paesaggio: [….] Le caratteristiche proprie della vita, descritte dalle teorie scientifiche più avanzate, portano a riconoscere il paesaggio come sistema biologico. Di conseguenza, lo studio del paesaggio può oggi svilupparsi ed entrare a pieno titolo nel campo dell'ecologia. Ciò ha portato a formare un 'corpus teorico' consolidato, di cui fanno parte alcuni modelli strutturali che superano il semplicistico concetto di ecomosaico e i processi biologici che permettono di studiare comportamenti e alterazioni del vivente. Tali apporti teorici sono in grado di rinnovare diversi aspetti dell'ecologia generale da quelli più legati alla componente faunistica fino all'ecologia urbana e soprattutto della scienza della vegetazione. Aspetti culturali della componente antropica e aspetti paesaggistici della componente vegetale possono così essere integrati nella valutazione ecologica di un sistema complesso, al di là delle limitazioni imposte dai rispettivi campi di studio. […] Ricordiamo peraltro che l'ecologia del paesaggio supera il concetto attuale di sostenibilità e considera il sistema ecologico territoriale non come un mosaico di parti ma come un tessuto interagente; tale sistema non richiede unicamente interventi locali sostenibili, ma attende piuttosto di essere rivitalizzato con interventi capaci di migliorare settori più vasti e complessi. In questo senso, occorre sostituire il concetto di sostenibilità con quello più innovativo di 'riabilitazione strategica'. [….] Il progredire dei paradigmi scientifici negli ultimi decenni ha aiutato a comprendere il paesaggio come sistema biologico. Tutti i sistemi viventi, infatti, seguono una termodinamica di non-equilibrio e possono essere definiti come complessi, gerarchici, dinamici, adattativi, autotrascendenti, autopoietici, dissipativi, e così via. Essi seguono il principio delle 'proprietà emergenti', per cui un tutto organico è maggiore della somma delle sue componenti. [….] La visione biologico-integrata dell'ecologia del paesaggio porta a un rinnovamento dell'ecologia generale, capace di renderla meno riduzionista e di correggere processi basilari, come quello di successione per stadi deterministici. È in questo quadro che anche la scienza della vegetazione, prioritaria per ogni studio sul paesaggio, riceve forti spinte a rinnovarsi. Non è difficile dimostrare che studi sulla vegetazione basati essenzialmente sull'analisi delle specie (per es., la fitosociologia) sono insufficienti per l'ecologia del paesaggio. Infatti, il livello di organizzazione a cui ci si riferisce è diverso, il concetto di successione ecologica non è valido nella sua definizione tradizionale a livello di paesaggio e le formazioni antropogene non possono essere escluse dall'analisi. Di conseguenza, anche il concetto di 'vegetazione potenziale' è superato, perché basato su condizioni virtuali contro natura e contrario ai principî sistemici ed ecopaesistici: esso va sostituito con il concetto di fittest vegetation. [….]

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