Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

martedì 17 ottobre 2017

L'Olismo nelle Scienze Agrarie - 6 bis



Post 182  
L’Olismo nelle Scienze Agrarie – 6 bis
 
continuando …. (vedi post precedente n. 6): 

ringrazio chi mi ha inviato il passo di testo che riporto qui di seguito. Illuminante. E come sempre, ad maiora! Luca Fortunato

Dal libro “Voler bene alla Terra – Dialoghi sul futuro del Pianeta”, autore: Carlo Petrini, Editore: Giunti e Slow Food Editore, anno 2014:

Miguel Altieri (agronomo, docente universitario di Agroecologia negli U.S.A.): 

“ [….] la branca di cui faccio parte, invece, rifiuta tanto gli ogm quanto i prodotti chimici, perché parla di un sistema basato sulla biodiversità che non ha bisogno di input esterni. […] L’agroecologia cerca una matrice di dialogo tra regni diversi, tra saperi tradizionali e scienza ufficiale di stampo occidentale, mettendoli sullo stesso livello. Non si tratta di dimostrare il valore delle conoscenze contadine attraverso i metodi della scienza ufficiale, ma di interconnettere le diverse nozioni a uso di situazioni specifiche di intervento. […] Bisogna accettare i due regni così come sono, cercando una sintesi tra di loro. Da questa sintesi emergono i principi guida dell’agroecologia, la quale non formula ricette valide per tutti, ma incoraggia a scegliere le tecnologie utili in base alle esigenze dettate dal contesto, senza che vengano imposte da nessuno. Uno di questi principi, sempre per fare un esempio, è la diversità, ma questa può assumere varie forme: un sistema agroforestale, la policoltura, la rotazione. Non è importante la tecnica, ripeto, ma il principio: l’idea in questo caso è che la diversità utilizzata generi processi ecologi nel sistema, permettendo così al sistema stesso di autoregolarsi e di realizzare automaticamente operazioni come il riciclaggio dei nutrienti o la lotta agli insetti dannosi e alle malattie. […]    

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