Post n. 87:
Xylella ideale
Il presente post è conseguente
ai precedenti n. 86, n. 85 e n. 84 che
invito il lettore a tenere bene a mente. Avutala l’intuizione olistica sul
perché e sul come gli ulivi disseccano rapidamente in Salento e su come poter
in qualche modo porvi rimedio, quello che poi mi ha dato la forza per procedere
alla razionalizzazione della stessa intuizione e addirittura a farne un
capitolo felicemente imprevisto del mio primo libro ecc. è stato lo sguardo di
lacrime di una signora salentina che temeva per i suoi ulivi caso mai li
avessero abbattuti o l’avessero costretta ad abbatterli. Un pianto vero.
Autentico. Nessuna recita. Piangeva sul serio. La spalla della maglietta che
indossavo e su cui la signora mi appoggiava la sua testa divenne cotone in
acqua salata … Si sa, nell’interezza della mia persona il “cuore”, rispetto
alla “testa” e al corpo, è piccolo. Ma c’è. E quando lo si tocca, lo si tocca.
Dico questo perché in tutta questa mia storia l’idealismo ha giocato un ruolo fondamentale. Idealismo si badi bene non vuol dire ingenuità e non contemplare ad
esempio il giusto guadagno (in termini morali ed economici) che mi spettano in
funzione del diritto d’autore sulla mia teoria. E che appunto contemplo e
contemplerò sempre. O quello di non scendere dalla teoria nell’esercizio
lavorativo sulla mia stessa teoria, dovessero arrivare proposte in tale senso.
Nessun problema a fare ciò. Ma non tradirò l’idealismo (che tra l’altro ha reso possibile tutto ciò!!!). Questo
per dare un consiglio a chi, mi dicono, si starebbe impegnando per contattarmi.
Bene, benissimo. Mi fa piacere. Ringrazio. Ma affinché la cosa abbia un senso e
soprattutto non veda da parte mia un rifiuto, garbato ma deciso, fornisco una
piccola cartina di orientamento delle cose da non fare. Anche perché da domani
mattina, riprendo il mio lavoro in senso stretto (che c’è, c’è comunque, mi
piace, è importante e va bene). E riprendo altresì il lavoro di rifinitura
degli altri capitoli del mio libro - che contemplano altri temi ugualmente
caldi ed importanti - per darlo alle stampe del self-publishing quanto prima. E
riprendo la mia vita (famiglia, amore, giardinaggio, sport, chitarra, pittura
astratta, fotografia, letture ecc. ecc. ecc.). Anzi questa la continuo, mai
interrotta! La mia teoria su Xylella l’ho creata, l’ho pubblicata (e pure in
anticipo) e distribuita anche abbastanza, è tutelata e difendibile in ogni
momento caso mai ve ne fosse il bisogno, mi ha dato - già dato! - reazioni
positive da parte di persone che stimo (colleghi, agricoltori, cittadini ecc.).
Sono soddisfatto, già soddisfatto. Stop. (… ricordo, in generale e nello
specifico caso e riguardo al mio ruolo la differenza tra momento teorico e momento sperimentale in seno
alla Scienza, alla Tecnologia, alla Tecnica ….). Ebbene, eccovi la cartina
d’orientamento delle cose da evitare: a)guardarla e intenderla, la mia
teoria, (in positivo o in negativo) dal Paradigma del Riduzionismo (la mia
teoria essendo olistica la si può guardare e la si può intendere solo
trovandosi o entrando nell’Olismo. Occorre compatibilità paradigmatica); b)diffidenza e scetticismo (sarebbero
immotivati in quanto essendo una teoria tecnico-scientifica la si può
sperimentare e dunque ne si può constatare la validità o meno nella realtà, in
campo); c) per l’eventuale
sperimentazione della mia teoria non vi è bisogno di me! Fermo restando il
diritto d’autore in seno alla mia persona e il suo rispetto con tutto ciò che
esso comporta e deve comportare, la sperimentazione può farla chiunque! Perché
altrimenti pubblicare? E perché esisterebbe il diritto d’autore? Del resto, il teorico (me in questo caso, in questa
storia), di solito, non sperimenta …
il teorico (scienziato e/o tecnologo
e/o tecnico) fornisce teorie da sperimentare (quello che ho fatto) …. o spiega osservazioni,
dati, fenomeni (ho fatto anche questo), leggi sperimentali ecc. …. Egli al
massimo può supervisionare le sperimentazioni, questo sì, eventualmente ve ne
fosse reale bisogno da parte degli sperimentali
(scienziati e/o tecnologi e/o tecnici) casomai essi avvertissero la possibilità di poter commettere errori sperimentali ma di tipo paradigmatico; d)atteggiamenti
e/o istanze di “forza” burocratica,
istituzionale, corporativistica, politica, di titolo e di titoli, di ruolo e di
ruoli, di cariche ecc. ecc. ecc. (che ovviamente sarebbe rivelatrice della
mancanza, dell’assenza della vera forza e cioè quella delle idee, delle
intuizioni, dei paradigmi, dei contenuti ecc. ecc. ecc. E quindi non mi
metterei a perder tempo con soggetti del genere, perché di perdita di tempo si
tratterebbe ….); e)farmi piangere,
di nuovo, la signora salentina. La cartina potrebbe continuare. Ma penso possa
bastare. È pur sempre domenica! Ciao a tutti. E grazie, grazie ancora per
questi bei giorni. Con l’augurio che, magari anche grazie alla mia teoria, di
bei giorni ne possano godere anche altre persone. Ad maiora! Luca Fortunato
Nessun commento:
Posta un commento