Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

domenica 9 ottobre 2016

Xylella ideale


Post n. 87: 
Xylella ideale 
Il presente post è conseguente ai precedenti  n. 86, n. 85 e n. 84 che invito il lettore a tenere bene a mente. Avutala l’intuizione olistica sul perché e sul come gli ulivi disseccano rapidamente in Salento e su come poter in qualche modo porvi rimedio, quello che poi mi ha dato la forza per procedere alla razionalizzazione della stessa intuizione e addirittura a farne un capitolo felicemente imprevisto del mio primo libro ecc. è stato lo sguardo di lacrime di una signora salentina che temeva per i suoi ulivi caso mai li avessero abbattuti o l’avessero costretta ad abbatterli. Un pianto vero. Autentico. Nessuna recita. Piangeva sul serio. La spalla della maglietta che indossavo e su cui la signora mi appoggiava la sua testa divenne cotone in acqua salata … Si sa, nell’interezza della mia persona il “cuore”, rispetto alla “testa” e al corpo, è piccolo. Ma c’è. E quando lo si tocca, lo si tocca. Dico questo perché in tutta questa mia storia l’idealismo ha giocato un ruolo fondamentale. Idealismo si badi bene non vuol dire ingenuità e non contemplare ad esempio il giusto guadagno (in termini morali ed economici) che mi spettano in funzione del diritto d’autore sulla mia teoria. E che appunto contemplo e contemplerò sempre. O quello di non scendere dalla teoria nell’esercizio lavorativo sulla mia stessa teoria, dovessero arrivare proposte in tale senso. Nessun problema a fare ciò. Ma non tradirò l’idealismo (che tra l’altro ha reso possibile tutto ciò!!!). Questo per dare un consiglio a chi, mi dicono, si starebbe impegnando per contattarmi. Bene, benissimo. Mi fa piacere. Ringrazio. Ma affinché la cosa abbia un senso e soprattutto non veda da parte mia un rifiuto, garbato ma deciso, fornisco una piccola cartina di orientamento delle cose da non fare. Anche perché da domani mattina, riprendo il mio lavoro in senso stretto (che c’è, c’è comunque, mi piace, è importante e va bene). E riprendo altresì il lavoro di rifinitura degli altri capitoli del mio libro - che contemplano altri temi ugualmente caldi ed importanti - per darlo alle stampe del self-publishing quanto prima. E riprendo la mia vita (famiglia, amore, giardinaggio, sport, chitarra, pittura astratta, fotografia, letture ecc. ecc. ecc.). Anzi questa la continuo, mai interrotta! La mia teoria su Xylella l’ho creata, l’ho pubblicata (e pure in anticipo) e distribuita anche abbastanza, è tutelata e difendibile in ogni momento caso mai ve ne fosse il bisogno, mi ha dato - già dato! - reazioni positive da parte di persone che stimo (colleghi, agricoltori, cittadini ecc.). Sono soddisfatto, già soddisfatto. Stop. (… ricordo, in generale e nello specifico caso e riguardo al mio ruolo la differenza tra momento teorico e momento sperimentale in seno alla Scienza, alla Tecnologia, alla Tecnica ….). Ebbene, eccovi la cartina d’orientamento delle cose da evitare:  a)guardarla e intenderla, la mia teoria, (in positivo o in negativo) dal Paradigma del Riduzionismo (la mia teoria essendo olistica la si può guardare e la si può intendere solo trovandosi o entrando nell’Olismo. Occorre compatibilità paradigmatica); b)diffidenza e scetticismo (sarebbero immotivati in quanto essendo una teoria tecnico-scientifica la si può sperimentare e dunque ne si può constatare la validità o meno nella realtà, in campo); c) per l’eventuale sperimentazione della mia teoria non vi è bisogno di me! Fermo restando il diritto d’autore in seno alla mia persona e il suo rispetto con tutto ciò che esso comporta e deve comportare, la sperimentazione può farla chiunque! Perché altrimenti pubblicare? E perché esisterebbe il diritto d’autore? Del resto, il teorico (me in questo caso, in questa storia), di solito, non sperimenta … il teorico (scienziato e/o tecnologo e/o tecnico) fornisce teorie da sperimentare (quello che ho fatto) …. o spiega osservazioni, dati, fenomeni (ho fatto anche questo), leggi sperimentali ecc. …. Egli al massimo può supervisionare le sperimentazioni, questo sì, eventualmente ve ne fosse reale bisogno da parte degli sperimentali (scienziati e/o tecnologi e/o tecnici) casomai essi avvertissero la possibilità di poter commettere errori sperimentali ma di tipo paradigmatico; d)atteggiamenti e/o  istanze di “forza” burocratica, istituzionale, corporativistica, politica, di titolo e di titoli, di ruolo e di ruoli, di cariche ecc. ecc. ecc. (che ovviamente sarebbe rivelatrice della mancanza, dell’assenza della vera forza e cioè quella delle idee, delle intuizioni, dei paradigmi, dei contenuti ecc. ecc. ecc. E quindi non mi metterei a perder tempo con soggetti del genere, perché di perdita di tempo si tratterebbe ….); e)farmi piangere, di nuovo, la signora salentina. La cartina potrebbe continuare. Ma penso possa bastare. È pur sempre domenica! Ciao a tutti. E grazie, grazie ancora per questi bei giorni. Con l’augurio che, magari anche grazie alla mia teoria, di bei giorni ne possano godere anche altre persone. Ad maiora! Luca Fortunato

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