Post n. 88:
Il Riduzionismo avrà
finito anche di recitare?
Tengono banco, come non mai, proprio in questo
periodo e in questi giorni, in Società e in TV (su Mamma Rai e sulle private,
avete visto, no?), sui blog ecc. temi complessi e casi complessi. Alcuni dei
quali (cibo, rapporti agricoltura-ambiente, dissesto idrogeologico, stabilità
degli alberi, estimo, didattica verde ecc.) li tratto negli altri capitoli del
mio primo libro. Felice d’aver azzeccato lo Spirito del Tempo. E soprattutto di
dire la mia in modo motivato, inedito, non banale e fuori dal coro (o meglio
dal gregge …). La mia teoria sul caso Xylella (2° capitolo del libro, pubblicato
in anticipo, in questo blog nel post n. 84, vedi) ormai viaggia da sola, sta
continuando a viaggiare da sola, e meglio di quanto io stesso avrei creduto
fino a qualche giorno fa (in soli 10 giorni, 14 reazioni: colleghi,
agricoltori, cittadini ecc. dalla Basilicata, dalla Puglia …. e dall’Estero! 12
positive, 2 neutre di informazione divenute, in seguito, anch’esse positive! Meglio
di così!). E, come per ogni cosa del genere, il suo viaggio sarà lungo, di mesi
e di anni. E, ovviamente, chi ha già perso il treno lo ha perso e basta. Ma chi
può ancora salirci su …. si dia una mossa! Ad ogni modo, il problema è suo. Non
certamente mio. Anzi, ora, posso dire non certamente nostro! Ma anche intorno
agli altri temi complessi e agli altri casi complessi, dicevo, qualcosa inizia
a muoversi sul serio. Anche tra gli addetti ai lavori. Di solito, sempre in
ritardo rispetto al buon senso della gente, dei cittadini in genere. Come è
sempre in ritardo la Realtà rispetto alla “finzione” artistica, cinematografica
ecc. (e che a ben vedere non è finzione ma visione, visione anticipata …! Altro
che chiacchiere reali!). E così, per esempio, ci si inizia a render conto che gli
sfasamenti di filiera che portano ai pazzi prezzi di mercato dei rispettivi
prodotti non possono essere affrontati, ancora affrontati, con le solite teorie
e le solite pratiche collocate all’interno del Riduzionismo! Che per avere
probabilità di trovare soluzioni bisogna rivolgersi all’Olismo. I coraggiosi
avranno soddisfazione in un apposito capitolo del mio primo libro. Che ho
scritto, con umiltà certamente. Ma che ho scritto! Proponendo alternative. E
così, altro esempio, ci si inizia a render conto che la stabilità degli alberi
non può essere valutata – clinicamente e/o strumentalmente – rimanendo
all’interno del Paradigma del Riduzionismo (VTA, SIA, SIM, TSE, equazioni con
sigma ecc. ecc. ecc.). E che bisogna balzar fuori, nell’Olismo. Anche qui, i
coraggiosi avranno soddisfazione in un apposito capitolo del mio primo libro.
Che ho scritto, sempre con umiltà, certamente. Ma che ho scritto! Proponendo un mia metodica olistica (tra
l’altro pure già utilizzata e con successo). E così, esempio finale, ci si
inizia a rendere conto che riguardo al cibo (produzione, qualità ecc.) e all’alimentazione
e alla nutrizione ci troviamo per davvero in un mare di guai (documentato dai
media, dai libri, da testimonianze ecc.) e che tale mare di guai si è generato
soprattutto per teorie e pratiche collocate all’interno (…. indovinate un po’?)
…. del Riduzionismo! Sempre Lui! Ed anche su questo, il mio libro dice la sua.
In seno all’Olismo, naturalmente! Per non parlare di altre cose complesse (e
che ovviamente il mio libro non tratta! E che spero verranno trattate –olisticamente,
però - in altri futuri libri di altri
autori) come il fenomeno delle migrazioni, della fame nel Mondo, del terrorismo
ecc. ecc. ecc., su cui le teorie e le pratiche riduzionistiche hanno mostrato
la loro inefficacia peggiore e la loro inefficienza peggiore. Considerazione e
domanda finale: da decenni ormai il Riduzionismo è estinto, sconfitto e
superato dall’Olismo, nella contenutistica, nei contenuti scientifici,
tecnologici, tecnici, professionali, politici, economici, culturali, etici ecc.
Il Riduzionismo ha resistito e resiste ancora, anche se sempre meno, nelle
recite formali dell’establishment. Del resto, sarebbe stato ingenuo sorprendersi
del contrario. Data l’estinzione contenutistica del Riduzionismo - dai primi
anni del Novecento - almeno la sua esistenza formale sarebbe certamente
esistita per altro tempo ancora. E così, di fatti, è stato. Ma ora? E’ forse
davvero giunto il Tempo dell’estinzione anche formale del Riduzionismo? La
gente è stanca, stanca della linearità (riduzionistica), dell’algoritmica (riduzionistica),
della razionalità (riduzionistica), del determinismo (riduzionistico), delle
analisi (riduzionistiche), delle aggregazioni (riduzionistiche), delle somme (riduzionistiche),
del meccanicismo (riduzionistico), del bio-meccanicismo (riduzionistico), del
semplicismo (riduzionistico), della burocrazia (riduzionistica per eccellenza!),
della “forza” e della “aridità” (espressioni del riduzionismo più becero ..) ecc.
ecc. ecc. E di tutte le questioni che, così, restano sempre momentaneamente sistemate
ma mai risolte! La gente vuole organicismo
ed equilibrio (sociale, etico, politico,
economico, lavorativo, ecologico, scientifico, tecnologico, tecnico ecc. ecc.
ecc.). Che solo l’Olismo – con il suo modus
operandi di tipo intuitivo, sintetico, euristico, non-lineare ecc. ecc.
ecc. - è in grado di trovare e di dare. Senza tocchi di bacchetta magica o di
miracolismi. Ci mancherebbe. Ma che è in grado di dare, di dare concretamente. Il
Grande Guaio sta per finire anche la sua recita formale? Auguriamocelo tutti. Ad maiora! E al libro! Luca Fortunato
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