Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

sabato 8 ottobre 2016

Ringraziamento (per Xylella e non solo) - 2



Post n. 86:  
Ringraziamento (per Xylella e non solo) – 2 
Continuano le reazioni alla pubblicazione (sui blog) e all’invio (pdf) della mia teoria olistica sul caso Xylella (vedi i precedenti post n. 85 e n. 84). Tutte positive e significative anche quelle di ieri sera. Una di esse, senza levare nulla alle altre, merita un post perché mi consente di specificare un aspetto fondamentale e che con grande piacere constato che è stato colto. Secondo un noto ed efficacissimo esempio, per comprendere la differenza tra un olista ed un riduzionista e quindi tra l’Olismo ed il Riduzionismo, in generale e quindi anche in questo nostro specifico contesto e discorso, si consideri l’insieme dei numeri naturali: 1, 2, 3, 4 ……. n …… Ebbene di fronte ad esso il riduzionista vuole entrarvi, e di fatto vi entra, inizia a conoscere e a “toccare” e ad analizzare i suoi elementi 1, 2, 3 ecc. Vuole i dettagli. Riduce la conoscenza e la possibilità di conoscenza dell’insieme ai suoi dettagli. E al metterli insieme. Ma così facendo egli si vota allo scacco. Così facendo non arriverà mai a conoscere l’insieme dei numeri naturali. Perché si tratta di un insieme infinito! Per quanti dettagli e numeri ed elementi del Tutto potrà arrivare a conoscere e a mettere insieme ci saranno sempre infiniti dettagli e numeri ed elementi del Tutto che egli non conoscerà mai e quindi il metterli insieme sarà sempre e tremendamente parziale. L’olista, invece, vi resta all’esterno. O meglio resta sul concetto intero, globale, totale, sintetico, generale di insieme dei numeri naturali. E pur non entrandovi, pur non scendendo nei dettagli, pur non analizzando ecc. riesce a starci su, sul concetto e sulla realtà di insieme dei numeri naturali. Lo padroneggia. Intuitivamente. E non si vota a nessuno scacco. L’infinito è un concetto chiaro per l’intuizione olistica. E che l’intuizione olistica accetta. Magari, se l’olista ne ha comunque bisogno o meglio se qualche interlocutore dell’olista ne ha bisogno …. egli vi entra pure in qualche zona dell’insieme, lo analizza pure in qualche suo aspetto, vi scorge dettagli: il numero 8, ad esempio. Oppure il numero 257. Oppure i numeri 3,4 e 5. Oppure i numeri 1897, 1898 e 1899. Per poi uscirvi di nuovo e ritornare sul Tutto. Ma è diverso, è ben diverso. E senza nessuno scacco. Paradossalmente, certo. Perché vi è un grave errore culturale, una cattivissima abitudine mentale, un vero e proprio vizio, in seno alla Società: quello di ritenere superficialità l’esterno e quello di ritenere accuratezza l’interno. Questo può anche essere vero per i sistemi articolati (automobile, aereo, edificio, grattacielo, computer, Web ecc.) ma è assolutamente sbagliato per i sistemi complessi (albero, batterio, cane, gatto, persona umana, cervello, terreno, coltivazione, ecosistema  ecc.). Anzi, per i sistemi complessi è vero esattamente il contrario! I sistemi complessi, infatti, ed i casi complessi, è come se fossero, per le umane possibilità di conoscenza, infiniti. E come se ognuno di essi fosse come l’insieme dei numeri naturali. O meglio, lo sono per davvero! Da padroneggiare, quindi, intuitivamente. E non da cercare di conoscere analiticamente e/o con l’eventuale (illusione della falsa) “sintesi” di ricomposizione dei dati analitici! (ricomposizione che mai riuscirà a cogliere il quid del sistema complesso, del fenomeno complesso, del caso complesso e che invece l’intuizione coglie direttamente ed in modo integrato con tutti i restanti aspetti). E non c’entra un bel niente, circa le possibilità di conoscenza, l’impiego della tecnologia, le possibilità tecnologiche ecc. Si resta e si resterà sempre e comunque in un insieme infinito. La tecnologia può certamente aiutare a dettagliare particolari e specifiche “zone” dell’insieme (infinito). Ma da questo ad arrivare a decidere, ad arrivare a far consulenza ecc. sui sistemi complessi, sui casi complessi, sui fenomeni complessi ne passa – ne deve passare – un mare, anzi un oceano, d’Intuizione (olistica, libera, indipendente, teorica). Questa realtà porta anche a mettere in luce un grosso guaio (propinatoci dal Riduzionismo) e dal quale bisogna sapersi tirar fuori (con l’Olismo, con il modus operandi olistico, con la mentalità olistica ecc.): rispetto all’interezza della Società, l’essere laureato in ….. , essere dottore in ……. è già una diversificazione o meglio costituisce già una specializzazione (rispetto a chi non è laureato in …., non è dottore in ….). E tale livello (intendendo la laurea specialistica o magistrale o equivalente) è amico dell’Olismo. Da corroborare con l’esperienza. Le specializzazioni o meglio le ulteriori specializzazioni post-laurea, professionali, i corsi  ecc. non sono necessarie ai fini dell’Olismo e del suo esercizio. Anzi, esse ai fini dell’Olismo e del suo esercizio possono addirittura costituire un problema (bassa probabilità di avere intuizioni olistiche, scarsa propensione alla visione di insieme, scarsa capacità di comprensione del di più olistico ecc.). Ho detto possono. Il discriminante consiste in questo: se la successiva ed ulteriore specializzazione o se le successive ed ulteriori specializzazioni si limitano a far acquisire al soggetto particolare competenze, particolari metodologie, particolari tecniche, particolari aggiornamenti normativi ecc. esse risultano e risulteranno neutre e neutrali ai fini specifici dell’Olismo e ai fini specifici dell’esercizio olistico. Non disturbano. Se invece – e come purtroppo accade nella maggior parte dei casi individuali e collettivi - la successiva ed ulteriore specializzazione o le successive ed ulteriori specializzazioni producono anche una mentalità da specialista, un atteggiamento da specialista, un approccio da specialista, una visione da specialista ecc. esse risultano e risulteranno negative e controproducenti ai fini specifici dell’Olismo e ai fini specifici dell’esercizio olistico. Anche qui, vi è un grave errore culturale, una cattivissima abitudine mentale, in seno alla Società (occidentale, e in quella parte dell’orientale va occidentalizzandosi): quello di ritenere superficialità il restare sul livello della laurea specialistica e quello di ritenere accuratezza l’ulteriore specializzazione. Questo può anche essere vero per i sistemi articolati (automobile, aereo, edificio, grattacielo, computer, Web ecc.) ma è assolutamente sbagliato per i sistemi complessi (albero, batterio, cane, gatto, persona umana, cervello, terreno, coltivazione, ecosistema  ecc.). Anzi, per i sistemi complessi è vero esattamente il contrario! Come abbiamo visto. Ciao a tutti. Ad maiora! Luca Fortunato

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