Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

mercoledì 19 ottobre 2016

Anche d'Economia (agraria) e di Estimo



Post n. 91:  
Anche d’Economia (agraria) e di Estimo 
Riguardo ad altri importanti ed attualissimi temi che tratto - sempre in modo olistico ed inedito - nel mio primo libro (prossimo alle stampe in self-publishing), in questi giorni ho trovato 2  vere e proprie  chicche, classiche ed autorevoli, che tanto si sposano con le mie idee olistiche, che tanto si oppongono - già si opponevano - al Riduzionismo, e che tanto bene possono fare a chiunque visto che la loro valenza oltre ad essere specialistica, per addetti ai lavori, è anche di tipo generale e culturale. Buona lettura. Un saluto. A presto. Luca Fortunato. 1.[…] ”Vi è chi ritiene che la formazione dei prezzi sia determinata solo dalla quantità dei prodotti che vengono scambiati. La parte non mercantile della produzione agraria costituirebbe una massa di beni priva di ogni influenza sulla formazione dei prezzi. […] Siamo contrari a questa tesi. In realtà il mercato regola tutta la produzione, anche quella che non è oggetto di transazioni commerciali, e la regola tutta allo stesso modo, con un solo meccanismo economico” […] – Da: “Economia e Politica agraria”, Autore: Mario Bandini, Editore: Edizioni Agricole (1962). 2.“L’Estimo è quella disciplina che insegna ad esprimere motivati giudizi sul valore dei beni economici […]. Ma il valore dei beni economici non è un attributo fisso e permanente di essi, non è una loro intrinseca qualità. Il valore è un fatto dell’uomo e non una proprietà oggettiva dei beni. Sicché per uno stesso bene economico, nel medesimo tempo e luogo, non uno ma più valori possono essere determinati in relazione al fine, motivo o ragione pratica della stima […] L’essenza logica di ogni valutazione è l’atto sintetico dell’intelletto col quale si riconosce che due cose possono sostituirsi l’una all’altra per un certo scopo, ossia per raggiungere un determinato fine. Dal punto di vista logico valutare significa dunque esprimere giudizi di equivalenza di due cose per un medesimo impiego. [..] E poiché uno scopo determinato, concreto, non esiste se non per una data persona, in date circostanze, deriva che l’equivalenza è relativa ad una data persona, in date circostanze.  [...] L’immanenza della previsione in ogni stima risulta dalla natura stessa del giudizio di stima che, come abbiamo detto, altro non è che un giudizio di equivalenza ipotetica tra moneta ed oggetto stimato […] Il previsto prezzo o giudizio di stima è la previsione intorno al prezzo di mercato realizzabile in un possibile scambio in determinate circostanze, fra determinate persone; la sua natura è dunque eminentemente probabilistica. […] – Da: “Teoria e Pratica delle Stime”, Autore: Nino Famularo, Editore: UTET (1963).

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