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(anticipo di pubblicazione per positivi ma fitti e
notevoli impegni settimanali)
Sintesi – 13
In Pandemia, a furia di
parlare, parlare, parlare di Scienza, se ne stanno perdendo di vista molti,
troppi aspetti essenziali e di base, che invece vale davvero la pena ricordare
e tenere sempre a mente. Da parte di chiunque. Con conseguenti comportamenti.
Da parte di chiunque! A tal proposito, ripropongo Oggi un post di qualche tempo
fa, che risulta attuale come non mai! L’argomento è tosto, dunque leggetelo o
rileggetelo con calma. Ma ne vale davvero la pena, in quanto esso è fonte di
grande e positivo orientamento o ri-orientamento (in una paludosa selva di
disorientamento, dovuta anche all’attività mediatico-giornalistica che spesso semplifica
e riduce concetti e realtà che non possono essere semplificati e ridotti e che
spesso confonde il linguaggio ed il lessico comuni e quotidiani con quelli tecnico-scientifici). A presto. Alla settimana
del 14 febbraio con la prossima Sintesi. Luca Fortunato (Matera)
Scienza:
fondamentali distinzioni e salvifiche verità.
Fior fiore di scienziati, tra cui il geniale Henri
Poincaré, hanno argomentato, mostrato e dimostrato la falsa, inesistente,
distinzione tra scienza pura (o di base) e scienza applicata, tra ricerca pura
(o di base) e ricerca applicata ecc. Quel che invece esiste, esiste realmente,
e deve esistere, con notevoli e significative e positive implicazioni per il
progresso delle conoscenze è la distinzione - all’interno della Scienza così
come all’interno delle singole scienze (Fisica, Chimica, Biologia, Ecologia,
Agronomia ecc.) così come nell’esercizio professionale scientifico, tecnologico
e tecnico - del momento teorico e del momento sperimentale:
le osservazioni, le misurazioni, la raccolta dei dati,
le induzioni, la formulazione anche matematica delle leggi sperimentali
(regolarità nei dati) ecc. appartiene al momento sperimentale; le spiegazioni
delle osservazioni, delle misure, dei dati, delle leggi sperimentali ecc.
appartiene al momento teorico. Così come al momento teorico appartiene
l’unificazione di diverse leggi sperimentali all’interno di una teoria;
le libere attività mentali scientifiche (intuizioni,
immaginazioni, ipotesi, concettualizzazioni, deduzioni, teorie, previsioni,
formulazioni matematiche ecc.) appartengono al momento teorico; la
sperimentazione e la verifica, così come l’utilizzazione e l’applicazione,
delle intuizioni, delle immaginazioni, delle ipotesi, delle
concettualizzazioni, delle deduzioni, delle teorie, delle previsioni, delle
formulazioni matematiche ecc. appartiene al momento sperimentale.
Da ciò deriva, questa volta realisticamente e
giustamente, la distinzione tra Fisica teorica e Fisica sperimentale, tra
Chimica teorica e Chimica sperimentale, tra Biologia teorica e Biologia
sperimentale, tra Ecologia teorica ed Ecologia sperimentale, tra Agronomia
teorica ed Agronomia sperimentale ecc. Così come la distinzione tra lo
scienziato teorico e lo scienziato sperimentale oppure tra lo scienziato nel
momento teorico e lo scienziato nel momento sperimentale. Stessa cosa per il
Tecnologo, stessa cosa per il Tecnico ecc.
Tutto ciò infatti è valido ad ogni scala e ad ogni
livello. I Giganti storici del momento sperimentale e del momento teorico -
specialmente in seno alla Fisica - ci possono tuttavia essere d’aiuto anche per
i nostri livelli più quotidiani, diciamo così, e nell’ambito di ogni altra
scienza, di ogni altra disciplina scientifica ecc. : sono stati sperimentalisti Galileo Galilei, Michael Faraday,
Ernest Rutherford, Marie Curie ecc.; sono stati, invece, teorici James Clerk Maxwell, Albert
Einstein, Max Planck, Ettore Majorana, Richard Feynman ecc. Rari, rarissimi, i
casi in cui una persona è stata talentuosa sia come teorico che come
sperimentalista (Enrico Fermi, ad esempio).
La sana e positiva dialettica (gnoseologica,
epistemologica, professionale, lavorativa ecc.) tra la teoria e la
sperimentazione, tra i teorici (scienziati, tecnologi, tecnici) e gli
sperimentali o sperimentalisti (scienziati, tecnologi, tecnici) ecc. assicura il
progresso delle conoscenze (nelle grandi e nelle piccole cose, ad ogni scala e
ad ogni livello) e rende bassa o più bassa la probabilità di errore, di
inefficacia, di inefficienza.
I due momenti dialettici, anzi i due mondi in
dialettica, sono e devono essere indipendenti ed autonomi. Ma sono e devono
essere, allo stesso tempo, parti di un Tutto.
Ed in entrambi vi è la Matematica. Ma con un
significato diverso. Nel mondo sperimentale la Matematica è un mezzo, è uno
strumento. Potentissimo, ma comunque un mezzo, uno strumento. Guai, dunque, a
farne conoscenza in sé, compiuta! In funzione della quale, magari, prendere
direttamente decisioni, far direttamente consulenza ecc. Nel mondo teorico,
invece, la Matematica è anche, a volte, vera e propria conoscenza. E, quando
capita, …. guai a non accorgersene! Guai ad aver l’oro sotto il naso e a non
vederlo!
Ed in entrambi vi è la tecnologia (strumenti,
apparecchi, computer, strutture ecc.). Ma anche qui con un significato
diverso. Nel mondo sperimentale, e per gli sperimentalisti e per il loro
lavoro, essa è sempre essenziale. Nel mondo teorico, invece, per i teorici ed
il loro lavoro, essa non è detto che lo sia: può esserlo o meno a seconda del
caso in esame, del fenomeno che si studia, delle problematiche che saltano
fuori ecc.
Ed entrambi i mondi (con i loro rispettivi addetti ai
lavori) si rapportano tanto al Paradigma del Riduzionismo quanto al Paradigma
dell’Olismo. Ma è evidente che mentre per il Riduzionismo il mondo teorico è
quasi un nemico (il Riduzionismo teoricamente è di una banalità unica: “il tutto – cioè un intero, un sistema,
un organismo, un’azienda, una città, un Paese, ecc. - è uguale alla somma e alle relazioni delle sue parti costitutive“ !
Una banalità unica che però è risultata storicamente pericolosa ed ancora oggi
risulta essere pericolosa e che in ogni caso gli fa meritare la dicitura di
“paradigma praticone” con un fare spesso cieco, comunque e sempre smodato,
esagerato, da rapina, forzuto e forzoso), per l’Olismo tanto il mondo teorico
quanto il mondo sperimentale sono i benvenuti (fermo restando le fondamentali
distinzioni che li caratterizzano e li devono caratterizzare).
È ovvio che teoria, teorico ecc. nel loro autentico significato
cioè nel loro significato scientifico, tecnologico, tecnico, professionale ecc.
non sono assolutamente da confondere nel loro significato comune (cosa campata
in aria, ad esempio. Ma anche nella didattica distinzione tra teoria e pratica
nell’ambito di una disciplina, di un corso ecc.).
Fatte le dovute distinzioni e le dovute precisazioni,
si può tranquillamente affermare che, visto l’Oggi ecologicamente e socialmente
inguaiato come non mai, il Futuro del Mondo sarà roseo o sarà nero a seconda
che della teoria se ne saprà cogliere o meno il suo grande valore, il
suo grande ruolo, la sua grande forza, la sua grande luce, la sua grande
utilità. E tutto ciò possibilmente in rapporto al Paradigma dell’Olismo, meglio
se in rapporto al non banale Olismo: “il
tutto – cioè un intero, un sistema, un organismo, un’azienda, una città, un
Paese, ecc. - è maggiore della somma e
delle relazioni delle sue parti costitutive”.
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