Post n. 54:
Aspettando il mio 1° libro
– 6
Ieri a Taranto, ritornando a Matera, dopo aver gustato una
strepitosa e buonissima focaccia, terminato Viale Magna Grecia, prendiamo il
Ponte di Punta Penna e tra i vari elementi del paesaggio si staglia anche l’ILVA.
Ora, a prescindere da tutti i discorsi sull’ILVA, è indubbio che essa ha,
esprime, un quid complesso (positivo-negativo). Tante volte quella immagine nei
miei occhi. Parte della Città di Taranto che ho frequentato sin da bambino per rapporti
con numerosi e stretti parenti che vi vivevano, che mi rendevano protagonista di
interminabili e buonissime mangiate di pesce fresco nonché di passeggiate di
cultura tra le vie della Città, Città che ho sempre considerato e considero
tutt’ora una delle più belle d’Italia e d’Europa. Ed ogni volta che vi ritorno
è una vera emozione. Tante volte quella immagine nei miei occhi ma stavolta mi
ha fatto balzare in testa una riflessione generale che ci sta bene in questo
blog. La Tecnologia, e penso anche al computer, al GIS, al GPS, ai droni, agli
ultrasuoni, ai laser ecc. e tanto in generale quanto anche e soprattutto riferita
e impiegata nei settori che mi coinvolgono, può essere tutto ma può essere
anche niente! Mi spiego (ovviamente …): grazie ad essa otteniamo anche dati,
misure, foto, immagini, grafici ecc. E questa è una fase del processo
conoscitivo. La fase iniziale o una fase posta agli inizi del processo
conoscitivo se questo ha natura induttiva. Oppure una fase successiva o una
eventuale fase successiva del processo conoscitivo se questo ha natura
deduttiva. In ogni caso, è solo una fase. E già questa verità la dice o
dovrebbe dirla lunga …. Ma andiamo avanti. I dati, le misure, le foto, le
immagini, i grafici ecc. andranno interpretati. Come del resto le informazioni
che si ricavano senza tecnologia (per osservazione diretta, ad esempio) o con l’impiego
di una tecnologia minima (binocolo, metro ecc.). Traendone, quindi, il
significato, ed il senso, perché essi siano di utilità diagnostica,
prognostica, tecnica, applicativa, pratica, prescrittiva, decisionale ecc. Ed è
qui che sorge il problema. Nell’interpretazione. Non certo prima … L’interpretazione
può essere effettuata tanto nel Paradigma del Riduzionismo quanto nel Paradigma
dell’Olismo. In modo consapevole o in modo inconsapevole, essa potrà essere
collocata, di fatto, o nel Riduzionismo o nell’Olismo. Non si sfugge. Almeno
Oggi e fino ad Oggi. Quando e se l’Uomo
arriverà a creare un altro Paradigma, un terzo – Oggi inesistente – lo scenario
della Conoscenza avrà tre possibilità paradigmatiche. Ma Oggi ne ha solo due. Ebbene, i dati, le misure, le foto, le immagini, i
grafici ecc. – anche di natura ultra-tecnologica – se interpretati nel
Paradigma del Riduzionismo (tanto individuale quanto collettivo) porteranno ad
una Conoscenza ormai superata. Al contrario, i dati, le misure, le foto, le
immagini, i grafici ecc. – anche di provenienza non tecnologica o provenienti
dall’impiego di una tecnologia minimale – se interpretati nel Paradigma dell’Olismo
(tanto individuale quanto collettivo) porteranno ad una conoscenza certamente e
comunque migliore. L’ideale ovviamente sarebbe disporre di dati, misure,
foto, immagini, grafici ecc. di provenienza ultra-tecnologica, di altissima
e modernissima qualità, interpretati nel Paradigma dell’Olismo. Una nuova Era
di Conoscenza si aprirebbe! Ma purtroppo esso, per ora, rimane uno scenario
solo auspicato o auspicabile. Perché il guaio è che mentre gli olisti - che
sono pochissimi rispetto ai riduzionisti - se la cavano bene senza tecnologia o
con una tecnologia minimale ma se la cavano o se la caverebbero ancora meglio –
ovviamente … – con una ultra-tecnologia, i riduzionisti – che sono tantissimi
rispetto agli olisti – senza un’ultra-tecnologia Oggi non se la cavano per
niente e quindi vi si appendono, vi si aggrappano, vi si nascondono pure dietro
essa. Stravolgendone il significato, il senso, l’uso, il fine, l’impiego e
dunque e paradossalmente anche l’utilità. L’ideale scenario - dati, misure, foto, immagini, grafici ecc. di provenienza ultra-tecnologica
interpretati nel Paradigma dell’Olismo – sarà eventualmente possibile solo
quando aumenteranno - e di molto - gli olisti (rivedendo i contenuti dei
programmi di insegnamento scolastico ed universitario, tanto per incominciare.
Per poi continuare il lungo viaggio nei meandri del lavoro, dell’impresa, dell’etica
ecc. ecc. ecc.). Ecco perché la vera sfida, il vero impegno non è e non
dovrebbe essere (e non dovrebbe essere spostato …) sullo sviluppo tecnologico
in sè, sull’innovazione in sé ecc. ma è e dovrebbe essere (e dovrebbe rimanere …)
sui Paradigmi. Per il bene, per un maggior bene, anche dello stesso sviluppo
tecnologico, della stessa innovazione ecc. A cui tutti, compreso me, teniamo.
Ma è sempre la teoria che può e deve illuminare la pratica. Non il contrario. E
la teoria riduzionistica è stata superata dalla teoria olistica. Ci si adegua
tutti? Ad maiora! Luca Fortunato
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