Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

martedì 26 gennaio 2021

Flash d'Olismo - 14

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Flash d’Olismo – 14

Negli ultimi 15 giorni, 4 imprenditori agricoli di 4 zone territoriali diverse con i quali  ho avuto a che fare per 4 diverse problematiche aziendali (per via del mio lavoro di dottore agronomo libero professionista), hanno sollevato tutti le stesse perplessità e delusioni circa l’Agricoltura in generale, anche sulla scorta delle recenti e ultime notizie date dai media (vedi nuova PAC, ad esempio). Di come, cioè, l’Agricoltura venga trattata in Società, di come venga trattata nel Mercato (prezzi, ad esempio), di come venga trattata dalla Politica, ecc. Non fanno testo le eccezioni virtuose, ovviamente, che pur ci sono, ma sono appunto eccezioni. La regola è ben altra. Agricoltura sempre marginalizzata e nonostante la Pandemia! Cioè nonostante nella Pandemia l’Agricoltura sia stata comunque virtuosa, resistente e resiliente, assicurando cibo a tutti! Nonostante la Pandemia ricordi alla Società le sue basi (Agricoltura in primis) da cui si è troppo distratta negli ultimi decenni! Non è un caso: 4 agricoltori, in 4 territori diversi, con 4 problematiche aziendali diverse, ma con la stessa percezione generale sull’Agricoltura e sulle sue sorti! Non è un caso. E infatti una spiegazione è possibile. Dico la mia (attraverso una personalità importante):   

“Forse esagero, ma non di molto. Il mangiatore industriale infatti non sa che mangiare è un atto agricolo, non conosce più né immagina i collegamenti che esistono fra l’atto di mangiare e la terra ed è perciò necessariamente passivo e acritico, in parole povere, una vittima. Quando il cibo, nelle menti di coloro che lo mangiano, non è più legato all’agricoltura e alla terra, si soffre di un’amnesia culturale pericolosa e fuorviante”.

A mio avviso, in queste parole di Wendell Berry (agricoltore, ambientalista, scrittore e poeta americano) vi è perfettamente sintetizzata la vera diagnosi del problema.

L’Agricoltura fa parte del Settore Primario ma dalla maggior parte della gente (che poi è la maggior parte dei consumatori) viene dimenticata in tale, delicata e strategica, collocazione e di conseguenza diviene marginale anche nella Politica con molteplici conseguenze negative tanto per la stessa Agricoltura quanto per l’intera Società.

Ma la cosa che più di tutte emerge (chiara anche nelle lucide e sagge parole di Berry) è che la natura del problema è di tipo culturale, non di tipo tecnico. O meglio, nasce (e resta) culturale con ricadute anche sul piano tecnico:     

l’aspetto culturale (non colto o colto in modo paradigmaticamente errato) si traduce poi anche in aspetti tecnici non adeguati (riduzionistici o pseudo-olistici), sia in senso propriamente scientifico sia riguardo alla percezione dei cittadini-consumatori della realtà agricola che appare (a torto?): esageratamente analitica e farraginosa; burocratica (e senz’anima); paradossalmente anche troppo artificiosa, artificiale,  digitale, robotica e quindi lontana dalla Natura i cui richiami vengono visti come superficiali spruzzate di “verde” per solo opportunismo di immagine e di comunicazione ma senza vera sostanza ecologica; ecc.. E gli aspetti tecnici non adeguati, a loro volta, rafforzano l’allontanamento dalla coscienza (individuale e collettiva) dell’aspetto culturale circa l’Agricoltura.

È un grande circolo vizioso. Che va assolutamente interrotto, spezzato.

Se, per esempio, continueremo ad avere PAC, PSR, PAN, ecc. ancora collocati nel Riduzionismo o peggio ancora nello pseudo-olismo (greenwashing riduzionistico) quella marginalità resterà tutta o addirittura peggiorerà. Ma queste cose (PAC, PSR, PAN, ecc. di stampo riduzionistico o pseudo-olistico) si sono avute negli anni passati e si stanno tuttora “sfornando” (ahimè) proprio perché non si parte dalla vera natura del problema (di tipo culturale) e non si deduce da essa.  

Il circolo vizioso da spezzare è ben chiaro.

Ma chi deve adoperarsi per spezzarlo?

Tutti devono adoperarsi, compresi gli stessi agricoltori e i tecnici agrari. Delegare agli altri gli aspetti politico-culturali è una arbitraria scissione analitico-riduzionistica anche in seno alla stessa Impresa agricola e alla stessa Tecnica agraria che, in senso realistico e olistico, devono invece ricomprendere anche aspetti del genere. Anche perché, non dimentichiamocelo mai, i politici non sono marziani arrivati di punto in bianco sul Pianeta Terra! Sono cittadini (lavoratori, imprenditori, professionisti, ecc.).  

Dunque, iniziamo tutti (cittadini, politici, agricoltori, agronomi, industriali, giornalisti, insegnati, ecc.) a sintonizzarci con la vera natura del problema (culturale, appunto). Poi, le soluzioni sarà possibile trovarle. Quelle giuste. E che non potranno che essere di tipo olistico, collocate nell’Olismo, come il lettore attento e magari abituale del blog può facilmente intuire e immaginare. In tal senso, un significativo contributo di proposta (ideativa e operativa) verrà avanzato nel Nuovo Libro che vado scrivendo (e che ricordo uscirà in dicembre 2022).  

Anche perché se prima della Pandemia era noioso e problematico constatare l’Agricoltura sempre marginale nelle scelte politiche, nelle priorità politiche, nelle agende politiche, ecc. ecc., ora durante la Pandemia e ancor di più dopo la Pandemia, la cosa è e sarà sorprendente (in senso negativo) ma soprattutto pericolosa (per gli assetti dell’intera Società).

 Luca Fortunato (Matera)

P.S. il blog è davvero arrivato ad un buon punto. Sono molto soddisfatto. Al Nuovo Libro, dunque! I prossimi ed eventuali post saranno di solo aggiornamento sull’avanzamento dei lavori circa il Nuovo Libro (e correlato e nascente Movimento in Società). Ad maiora!

Io sempre contattabile (da chiunque): fortunato.luca73@libero.it ; lucaf73x@gmail.com ; WhatsApp: tel. cell. 389.4238195

 

 

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