Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

martedì 1 novembre 2016

Sisma: punti di vista di un cittadino.



Post n. 99:  
Sisma: punti di vista di un cittadino. 
Le notizie che sono giunte e che continuano a giungere dai luoghi del sisma non è vero che hanno toccato e che toccano il cuore (e la testa) di tutti. Quello dell’Europa o meglio quello dell’UE sicuramente non è stato toccato. Se lo sarà, lo constateremo. Resterebbe ad ogni modo la tardività di risposta in tal senso. Il che è già, e lo sarebbe anche dopo, un ennesimo indicatore della aridità burocratica e ragionieristica della Nostra UE. E che, a sua volta, è già, e lo sarebbe anche dopo, un ennesimo indicatore della complessiva dimensione riduzionistica in cui naviga la Nostra UE. Dimensione così lontana da quella dimensione olistica di cui tutti Noi cittadini d’Europa abbiamo invece bisogno, sempre più bisogno. Ad ogni modo, il mio cuore di cittadino è stato toccato. Ed il tocco risalendo alla mia testa mi ha fatto immaginare e scrivere questo post. Che continua così: sul piano pratico, se ci si ridurrà alle pur lodevoli e necessarie azioni di emergenza, assistenza, solidarietà ecc., senza andare oltre e cioè senza, già da ora e soprattutto in seguito e continuamente per anni, costruire e ricostruire il nuovo in modo antisismico e adeguare il vecchio costruito in modo antisismico non avremo imparato nulla. Ancora una volta, non avremo imparato nulla. Occorre una legge nazionale che obblighi a costruire e a ricostruire il nuovo in modo antisismico e ad adeguare il vecchio costruito in modo antisismico. Una rivoluzione paradigmatica e culturale enorme, complessa, difficile. Come enorme, complesso e difficile è dover fronteggiare gli effetti di un sisma senza costruzioni antisismiche. Se l’Italia non fosse un Paese ad alto rischio sismico, quanto ho scritto sarebbe la scoperta dell’acqua calda, la banalità più grande. Ma purtroppo è la Politica italiana che su questo tema (cosi come su tanti altri ….!) è sempre stata, ed è (e si spera non sarà più) di una banalità sconcertante! Sul piano teorico, invece, posso ovviamente esprimere solo una mia libera impressione da cittadino – non essendo un geologo, un geofisico, un sismologo ecc. Avendola avuta, però, l’impressione ed essendo un cittadino italiano – cioè cittadino di un Paese altamente sismico e soprattutto in alcune zone, come la storia e la geologia e la geofisica e la sismologia mostrano – la butto giù: siamo sicuri che l’attuale teoria del rimbalzo elastico – cioè l’attuale modello geofisico utilizzato in sismologia per spiegare la dinamica dei terremoti – sia proprio giusta? O meglio, completamente giusta? Soprattutto alla luce della Fisica moderna? Al di là e al di fuori della prevedibilità o meno dei terremoti, delle bufale o delle non bufale, dei complotti o meno, della magnitudo ritoccata o meno ecc. ecc. ecc., cose che lascio eventualmente alla cronaca, al tempo e alla storia, senza che sicuramente tali aspetti possano solo lontanamente sfiorare la mia mente, chiedo, da cittadino, agli addetti ai lavori, agli esperti di ragionarci un po’ meglio sulla attuale teoria del rimbalzo elastico. Io, a naso, sento che in essa qualcosa non torna. Poi, appunto, non essendo un geologo-geofisico-sismologo non so dire che cos’è che non torna. Ma se qualche esperto appunto si vorrà prender la briga di razionalizzare (con le sue necessarie conoscenze e competenze di geologia, geofisica, sismologia ecc.) il mio olfatto, potrà farlo. Per stabilire se il mio olfatto ci ha azzeccato o ha sbagliato. E perché, ovviamente. Tutto qui. Del resto, sul piano pratico, come abbiamo visto prima, la strada è – banalmente – tracciata: prevenzione dei crolli o sensibile riduzione degli stessi o dei loro danni costruendo, ricostruendo e adeguando in modo antisismico. Come, del resto, e da tempo, e con successo relativo ma significativo, fanno in Giappone, in California ecc. Insomma, non ci sono (più) scuse per nessuno. Luca Fortunato  

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