Post n. 79:
Marx (anche e per fortuna) al mare
Mattinata al mare con mia moglie. Abbiamo
lasciato Matera alle ore 06:30. Alle ore 07:20 eravamo già in spiaggia.
Stupendo. La Natura. La spiaggia praticamente deserta, il mare calmissimo, il
cielo appena svegliato, i pini, i pesciolini, i gabbiani. Man mano che il tempo
passava, la spiaggia si è popolata. Alle ore 11:00 era praticamente piena di
gente. Si continuava a stare ugualmente bene. Ci è capitata, vicina, gente in
compagnia numerosa ma “educata”. Almeno nel senso comune del termine. E questo
è importante per la riuscita pratica della giornata marina. Che infatti è’
stata una bellissima mattinata di mare. In tutti i sensi. Da ripetere. Ma benché
in vacanza, per ora domenicale, non ho potuto comunque non “lavorare” ugualmente.
Nel senso di osservare ed ascoltare incuriosito, di pormi domande e, come
qualche volta mi capita, di riuscire a darmi delle risposte o di riuscire a far
rispondere ai Grandi del Pensiero. Ebbene, le diverse e varie reazioni (poche
positive, molte negative, come del resto è realistico che sia, meravigliarsi
del contrario sarebbe anormale) delle tante persone che mi sono inevitabilmente
passate per gli occhi e per le orecchie (domenica di luglio) a diversi episodi
che sono capitati (due bei cagnolini che
si sono incontrati sul bagnasciuga ed hanno abbaiato un po’, giocando; un
venditore che richiamava educatamente l’attenzione sulla sua merce; un
innocente e leggero pallone che senza colpa deviava da un cerchio acquatico di
pallavolo; un tranquillo signore che giustamente piazzava l’ombrellone in un
punto libero e che forse mai avrebbe immaginato che a pochi metri dietro di lui
gli avrebbero gridato, in coro, “è prenotato!”; ecc. ecc.) mi hanno confermato (casomai
ce ne fosse stato il bisogno) che Karl
Marx aveva proprio ragione: “Come gli individui esternano la loro vita,
così essi sono. Ciò che essi sono coincide dunque con la loro produzione, tanto
con ciò che producono quanto col modo come
producono. Ciò che gli individui sono dipende dunque dalle condizioni materiali
della loro produzione.[…] Non è la coscienza che determina la vita, ma la vita
che determina la coscienza”. Ed anche Antonio
Gramsci: “Cultura non è possedere un magazzino ben
fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la
vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha
cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti
gli altri esseri (…) Cosicché essere colto, essere filosofo lo può chiunque
voglia” ; “Non c'è attività umana da cui si possa escludere
ogni intervento intellettuale, non si può separare l'homo faber dall'homo
sapiens. Ogni uomo infine, all'infuori della sua professione esplica una qualche
attività intellettuale, è cioè un "filosofo", un artista, un uomo di
gusto, partecipa di una concezione del mondo, ha una consapevole linea di
condotta morale, quindi contribuisce a sostenere o a modificare una concezione
del mondo, cioè a suscitare nuovi modi di pensare”. Per non parlare di J.-P. Sartre:
“Il marxismo è l’orizzonte insuperabile
del nostro tempo”. (Ed umilmente vi aggiungo io: “insuperato”). Ritornando a Matera, verso una magnifica pasta al
forno preparataci dalla nostra famiglia,
io e mia moglie abbiamo riso, riso tanto. Ricordandoci del nostro mondo, del
mare stupendo e di quel genio di Marx. Ad
maiora! Luca Fortunato. P.S. Post di saluto di piena estate. All’autunno.
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