Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

venerdì 20 novembre 2020

Flash d'Olismo - 5

 

Post 343      

Flash d’Olismo – 5

È da tempo ormai che tanto persone di Legge (avvocati, giuristi, magistrati, ecc.) quanto persone di Scienza e di Tecnica (CTU, CTP, Periti, ecc.) coinvolte in lavori in ambito giudiziario (civile, penale, amministrativo), ravvedano nel cosiddetto “Iudex peritus peritorum” (cioè “il giudice è il perito dei periti”) un brutto paradosso e dalle problematicità sempre più frequenti e accentuate (anche per la sempre maggiore complessità tecnico-scientifica in seno alla nostra Società). Il paradosso (variamente articolato) è riassumibile in questo modo:

se si ritiene che il giudice sia in grado di stabilire, in autonomia, aspetti tecnici, perché allora gli si dà la possibilità di nominare un esperto? Oppure: se il giudice necessita dell’ausilio di un tecnico, perché si ritiene essere privo di un determinato sapere e di una determinata competenza, perché poi gli si dà la possibilità di sindacare le conclusioni dello stesso tecnico? E poi: è mai possibile che si dia la possibilità di stabilire verità scientifiche e verità tecniche per Legge, per sentenza? Non sarebbe più logico e più giusto, anche in ambito giudiziario, che, per esempio, dispute tecniche vengano risolte dai tecnici, tra tecnici? E non con l’ingerenza della toga (che tecnica non è)?

Insomma, la Politica, il Parlamento in modo specifico, dovrebbe intervenire.  Legiferando diversamente. Ci vuole una riforma o meglio una rivoluzione in tal senso. Il paradosso (variamente articolato) non è più tollerabile. Una volta, tempo fa, in una Società meno complessa e meno tecnica, poteva pure andare bene “il giudice è il perito dei periti”. Ma Oggi, nell’odierna Società, in cui la complessità e la tecnica la fanno da padrone,  “il giudice è il perito dei periti” è un inopportuno anacronismo. Oggi è difficile per un tecnico districarsi in questioni tecniche, figuriamoci se lo può fare chi ha studiato Legge! Siamo seri. E infatti provate a farvi un giro nel Web su questo argomento e poi mi dite. Ne vedrete di tutti i colori! “Ingiustizie” di tutti i colori! A nord, a sud … A est, a ovest, …. E nei settori e negli ambiti più vari ……  

Ovviamente finché il paradosso esisterà dobbiamo rispettare il sistema, anche quando prende abbagli, sbandate e cantonate. Nessuno è infallibile, nemmeno i giudici. Purtroppo. Ma il rispetto del sistema, il rispetto dei giudici non proprio corretti e/o poco umili, non ci può e non ci deve impedire il libero pensiero (specie se motivato), l’esercizio del diritto di critica (con i dovuti modi), la trattazione della cosa per via culturale-divulgativa, con un libro per esempio (nel rispetto della privacy), il ricorso alla stessa Autorità Giudiziaria (se con il proprio legale di fiducia si ritiene ci siano gli estremi per farlo), ecc. 

Ma la questione (molto delicata come abbiamo potuto vedere, ma non per questo impossibile da trattare, anche a livello divulgativo, appunto, con toni e modi adeguati, ci mancherebbe, ma altrettanto fermi, nessuno intimorisce nessuno) ha a che fare anche con la dimensione paradigmatica (Riduzionismo, pseudo-olismo, Olismo) ed il mio nuovo libro-dossier è proprio sotto questo particolare e interessante aspetto che la tratterà, nel già previsto capitolo 2, nella sez. E (vedi Indice Libro, post n. 338). Stiano tranquilli, dunque, tutti coloro che ci tengono a questo tema! Alcuni dei quali mi manderanno anche del loro materiale “d’esperienza”! Ringrazio fin da ora. Insomma, non mancano coraggio, esperienza e cose da dire …. anche su questo! E proprio un libero confronto di stamane (sia con persone di Scienza e di Tecnica, da una parte, sia con persone di Legge, dall’altra) e che ha confortato quanto io ho sempre pensato in merito (sono in buona compagnia, e più numerosa di quanto credevo!), mi ha incoraggiato a dire la mia. A scriverla. Tempo al tempo, dunque. Anche perché di giudici che rispettano (in ogni caso) i tecnici ce ne sono (anch’io nel mio lavoro, sia di CTU, sia di CTP, ho incontrato anche questa giusta e corretta tipologia). Ed è grazie a loro, (fermo restando gli scivoloni di qualcun altro) che si continua ad avere fiducia nella Magistratura.

Ad maiora! amici, ad maiora!

Luca Fortunato (Matera)

 


 

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