Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

martedì 24 novembre 2020

Flash d'Olismo - 6

 

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Flash d’Olismo – 6

Anche quest’anno, in occasione del 21 Novembre (e intorno ad esso), in quanto Giornata Nazionale degli Alberi, non si sono sprecate retorica e demagogia. Anzi, complice la fase pandemica, la retorica salutistica e la demagogia da greenwashing hanno assunto livelli eccezionali. Anche tra gli addetti ai lavori, ahimè.

Chi davvero ama, conosce, studia e tratta bene gli alberi rappresenta una minoranza olistica e virtuosa a fronte, purtroppo, di una maggioranza riduzionistica e viziosa che dice di amare, dice di conoscere, dice di studiare, dice di trattare bene gli alberi. Dice.

Per fortuna esiste la minoranza! Esistiamo! Consapevoli di essere i sani di mente che entrano in visita nel manicomio e che dunque vengono scambiati loro per “pazzi” dalla moltitudine dei veri pazzi! E va beh! Paradossi della Vita!

Ad ogni modo, giro qui nel blog quanto ho consigliato a chi mi ha contattato (uno studente universitario di Agraria a Bologna). Ho consigliato 3 libri, 3 letture scientifiche, sugli alberi. Valevoli tanto a livello culturale (sono scritti da specialisti ma hanno un taglio anche di tipo divulgativo) quanto a livello professionale (i contenuti sono quanto di più  necessario debba essere applicato da botanici, biologi, agronomi, forestali, ecc. sempre che essi vogliano lavorare secondo il progresso ultimo delle scienze e non secondo superati anacronismi, al netto della Tecnologia che è solo un mezzo materiale e non va confuso con il progresso scientifico che è concettuale).

Questi  3 libri riguardano, il primo, direttamente il mondo vegetale (e dunque anche gli alberi che di quel mondo ovviamente fanno parte), il secondo ed il terzo, invece, riguardano il mondo della complessità e dei sistemi (di cui gli alberi fanno meno ovviamente parte ma ne fanno parte in modo essenziale, peculiare, cruciale).

Perché per amare, conoscere, studiare e trattare per davvero bene gli alberi occorre innanzitutto inquadrarli correttamente e modernamente a livello generale (cosa non affatto scontata, anche tra gli addetti ai lavori, ahimè). Per poi passare ai loro dettagli e ai loro particolari (facili, per tutti)  e che dovranno, poi ancora, essere considerati sempre in stretto rapporto all’iniziale quadro generale, relativizzati (Olismo sintetico: difficile ma giusto) e mai da esso scissi e slegati, assolutizzati (Riduzionismo analitico: facile ma sbagliato). Solo così, infatti, è possibile evitare tanto retorica e demagogia quanto pseudo-conoscenze ed azioni sbagliate, in merito agli alberi (tanto come singoli ed isolati esemplari ma ancor di più come entità collettive, nuclei arborei li chiamo io: boschi, coltivazioni, filari, gruppi, ecc.).

Un esempio di paradosso contraddittorio e demagogico in tema di alberi e sostenibilità ce lo offre proprio la nostra Capitale, Roma, e che sta continuando ad andare in scena proprio in questi giorni (qui accenno solamente, poi nel mio nuovo libro che vado scrivendo, nel previsto capitolo 2, sez. C, tratterò approfonditamente la cosa specialmente sotto il profilo paradigmatico):

in viale Appio Claudio sono stati abbattuti 30 alberi di pino per far posto ad una pista ciclabile. (!?!!). A parte la “sostituzione ecologica” di alberi con una pista ciclabile che pure i bambini delle scuole elementari comprendono essere solo una bella scusa condita in “salsa verde”, (ufficialmente è “riqualificazione” !?!), la motivazione dell’abbattimento arboreo sarebbe che gli alberi sono alla fine del loro ciclo vitale. A parte il fatto che “fine del ciclo vitale” è un qualcosa di estremamente relativo quando si tratta di alberi e non è detto, poi, che sia automaticamente e linearmente sinonimo di instabilità, pericolo, rischio, ecc.,  ma se si dovesse davvero seguire tale “logica”, se ciò dovesse costituire un precedente da generalizzare, nel giro di poco tempo nelle nostre Città non avremmo più nemmeno un albero storico! E dopo una “deforestazione urbana” del genere, se anche gli alberi abbattuti venissero sostituiti o compensati o iper-compensati con la piantumazione di alberi giovani specie di altra specie (e non solo da piste ciclabili o altre “verdi fantasie”), scadremmo in una asettica, riduzionistica, ragionieristica e tecnicistica (non tecnica, si badi bene) “computazione” (anidride carbonica e altri parametri) tanto sbagliata dal punto di vista veramente scientifico (lo si può dimostrare, lo si dimostrerà) quanto gravissima dal punto di vista dell’esempio (in)culturale! Mamma mia!

Tornando ora ai 3 i libri di cui ho detto (che riporto alla fine del post), ne scoprirete anche di belle e di nuove, in merito agli alberi: neurobiologia vegetale, sensibilità vegetale, intelligenza vegetale, proprietà emergenti individuali (cioè del singolo albero), proprietà emergenti collettive (coppia di alberi, gruppo di alberi, filare alberato, siepe arborea, frutteto, bosco), ecc. Cose fondamentali, essenziali, dovute alla Scienza ultima (Novecento e attualità) ma che i riduzionisti negano, gli pseudo-olisti “ammorbidiscono” e quindi applicano male, gli olisti prendono per quelle che sono e dunque applicano correttamente. Ricordiamolo, ancora una volta, il corretto e moderno inquadramento degli alberi (da cui poi dedurre, coerentemente, le cose da fare e soprattutto come farle):

posti: A (albero), C (chioma: branche, rami, foglie ecc.), F (fusto: corteccia, libro, legno ecc.), R (apparato radicale), abbiamo:

 1. Paradigma del Riduzionismo: l’albero è un sistema vivente di tipo biomeccanico. Pertanto, l’albero è una entità riducibile, riconducibile, uguale alla somma delle sue parti costitutive: A = C + F + R . I fondamenti teorici si trovano nella Filosofia e nella Scienza avutesi dal Seicento fino alla fine dell’Ottocento/primi anni del Novecento (Meccanicismo: abiotico e biotico). Le metodologie di studio e di indagine sull’albero e sulle sue caratteristiche e dinamiche (classificazione botanica, morfologia, anatomia, fisiologia, patologia, salute, malattia, stabilità, instabilità, relazioni ambientali ecc.) sono di tipo analitico, induttivo, algoritmico, razionale, lineare (esempi: divisione in generi e specie, per la classificazione botanica; metodologie VTA, SIA, SIM, TSE, per la valutazione di stabilità; nesso di causa/effetto tra microorganismo e malattia, per la patologia vegetale). Caratteristiche cognitivo-metodologiche: uso della vista, uso dell’analisi, uso dell’induzione, uso integrativo della tecnologia, uso dell’algoritmica anche per le conclusioni (si inquadra il caso in esame in schemi prestabiliti: tabelle, classi ecc.). Scienze di base: fisica classica, biologia, bio-fisica;

2. Paradigma dell’OLISMO: l’albero è un sistema vivente di tipo complesso cioè è un organismo vivente e quindi è dotato anche di proprietà e dinamiche di tipo emergente (come da Emergentismo). Pertanto, l’albero è una entità maggiore della somma delle sue parti costitutive: A = (C + F + R) + q . Dove q simboleggia il quid emergente (semplice o composto) dell’albero. Ed ogni albero ha il suo quid, sia se è un albero isolato sia se è un albero come componente di un nucleo arboreo (gruppo, filare, bosco, pineta ecc.). In quest’ultimo caso il quid dell’albero singolo è particolarmente determinato influenzato dalle caratteristiche del collettivo, del Tutto (nucleo arboreo). I Fondamenti teorici si trovano nella Filosofia e nella Scienza avutesi dai primi del Novecento a tutt’oggi (Organicismo e Vitalismo). Le metodologie di studio e di indagine sull’albero e sulle sue caratteristiche e dinamiche (classificazione botanica, morfologia, anatomia, fisiologia, patologia, salute, malattia, stabilità, instabilità, relazioni ambientali ecc.) sono di tipo sintetico, deduttivo, euristico, intuitivo, non-lineare (esempi: esistenza di “tipi”, per la classificazione botanica; metodica V.O.S.A. - autore Luca Fortunato - per la valutazione di stabilità; pool di cause e concause per l’insorgenza di una malattia, per la patologia vegetale). Caratteristiche cognitivo-metodologiche: uso della vista anche ed eventualmente integrata dall’uso degli altri 4 sensi, uso della percezione, uso dell’intuizione, uso della deduzione, uso discrezionale della tecnologia, uso dell’euristica anche per le conclusioni (in funzione della specificità del caso in esame si valuta se è possibile inserirlo in schemi prestabiliti o se è possibile inserirlo in schemi prestabiliti da modificare o se occorre creare nuovi schemi interpretativi). Scienze di base: fisica moderna, biologia, ecologia, teoria dei sistemi, neurobiologia vegetale, teoria della complessità.

Tornando ora sempre ai 3 libri consigliati,  ne vale davvero la pena, credetemi, immergersi in tali letture, per poi da esse ri-emergere “purificati” (dalle “scorie” di un Riduzionismo e di uno pseudo-olismo che purtroppo la fanno ancora da padroni nella Scuola “ufficiale”, nell’Università “ufficiale”, nelle corporazioni professionali, ecc.). E magari concludendo l’esperienza di catàrsi con una bella passeggiata in un bosco (ben gestito) o in un parco urbano (ben progettato e ben gestito) o in una azienda agricola ecologica (che coltiva gli alberi rispettandoli), ecc.   

Dunque, per il (vero) bene degli alberi (e di Noi Tutti), i 3 libri sono questi:

1.”Verde brillante, sensibilità e intelligenza del mondo vegetale” di Stefano Mancuso con Alessandra Viola, Editore Giunti (2013).

2. “La teoria della complessità di Benkirane Réda, Editore Bollati Boringhieri (2007).

3.”Teoria generale dei sistemi. Fondamenti, sviluppi, applicazioni, di L. Von Bertalanffy, Edizione ILI (1968).

E concludo il post con un pensiero di  Wendell Berry  (agricoltore, ambientalista, scrittore e poeta americano):

“Se noi rappresentiamo la conoscenza con un albero, noi sappiamo che le cose che sono divise sono anche connesse. Noi sappiamo che osservare le divisioni e ignorare le connessioni significa distruggere l’albero”.

Un caro saluto a Tutti.

E a presto.

Luca Fortunato (Matera)

 


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