Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

mercoledì 18 novembre 2020

Flash d'Olismo - 4

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Flash d’Olismo – 4

Bella riflessione, di questi ultimi giorni, con alcuni amici olisti e con alcuni amici che da poco hanno iniziato il loro percorso umano e professionale nell’Olismo. Mi è particolarmente piaciuta, delle loro riflessioni tutte interessanti, questa:

l’incapacità in seno al Riduzionismo e in seno allo pseudo-olismo già manifestata, in tutti questi anni, dall’Establishment in merito alla questione del cambiamenti climatici (e ai loro effetti) è la stessa incapacità che Oggi l’Establishment manifesta in merito alla Pandemia da Coronavirus (e ai suoi effetti). È la stessa, ha la stessa natura, la stessa natura paradigmatica e dunque metodologica. Sono d’accordo, anzi d’accordissimo. Ebbene, poi mi è stato chiesto quale immagine, quale metafora, quale metodologia, quale esempio, ecc. potesse in qualche modo riassumere tale e cruciale questione.  E allora mi è balzato immediatamente in mente il passo di testo che qui di seguito riporto: 

[….]  Possiamo trattare un argomento sviluppandolo con rigore, punto per punto. E possiamo esaminare la struttura di un edificio seguendo i progetti dell’architetto, piano per piano, e passandone in rassegna tutti i particolari. C’è però un altro modo di esaminare l’edificio e consiste nel girargli attorno e guardarlo da tutte le angolazioni possibili. Alcuni aspetti della costruzione sfuggiranno, ma alla fine se ne sarà acquisita una buona conoscenza generale, una conoscenza forse migliore di quella ottenibile con l’esame particolareggiato del progetto [….]

Fonte: libro “Il pensiero laterale – come diventare creativi” di Edward de Bono (medico e psicologo) edito da Bur-Rizzoli (2010).

Ovviamente, possiamo sostituire l’edificio con qualsiasi altra entità (grande o piccola, abiotica ma ancor più biotica, ecc.: una città o una azienda o un ecosistema o un albero o una epidemia o un mercato o una cellula o una pandemia o un lago o un monte o un bosco o un’industria o un territorio o il clima ecc.). Il senso è pienamente lo stesso.

Ovviamente il primo approccio (punto per punto, i particolari, ecc.) è un cardine del Riduzionismo, il secondo approccio (girargli attorno, tutte le angolazioni possibili, ecc.) è un cardine dell’Olismo.

Il primo approccio (analitico e induttivo) guadagna l’illusione di conoscenza e di conseguenza confeziona decisioni e azioni apparentemente efficaci ed efficienti.

Il secondo, invece, (sintetico e deduttivo) guadagna quella “buona conoscenza generale”, come dice appunto Edward de Bono, che è ciò che davvero serve ed è utile (per decisioni e azioni realmente efficaci ed efficienti) e dalla quale poi nessuno vieta, se davvero occorre, di scendere in tutti i particolari e in tutti i dettagli del caso. Ma è cosa diversa, ben diversa. Nel caso, vista la “buona conoscenza generale” acquisita ed alla luce di essa, vi sarebbe anche una selezione dei dettagli e dei particolari di cui tener conto (e non elenchi, pagine e pagine, quantità inutili di dettagli, prolissità spesso maniacali, ecc.).

Nel primo scenario riconosciamo (purtroppo) il modo di fare e di lavorare della maggior parte delle persone (politici, scienziati, tecnici, imprenditori, lavoratori, cittadini, ecc.)

Nel secondo (invece e per fortuna) riconosciamo il modo di fare della minoranza virtuosa degli olisti (di cui ci onoriamo di far parte).

Ovviamente, la Speranza (per tutti, perché siamo tutti nella stessa barca) è che sempre più persone passino all’Olismo, e dunque che sempre più persone lasciano il Riduzionismo sempre più vuoto, nella sua Storia, indubbiamente con grandi meriti, che l’Olismo del resto non nega, ma che hanno fatto il loro Tempo.

Occorre il Cambio di Paradigma (dal Riduzionismo all’Olismo): la vera innovazione.

Anche perché l’Olismo non nega il Riduzionismo e quindi non è divisivo, non divide le persone e la Società. È il Riduzionismo che non conosce l’Olismo, rifiutando di conoscerlo, di fatto negandolo, e dunque producendo divisioni e fratture tra le persone e in seno alla Società. Brutta faccenda, da denunciare anch’essa.

Ed il pensiero laterale è (come abbiamo appena mostrato e detto altre volte nel blog) uno dei cardini dell’Olismo, dell’approccio olistico, del metodo olistico, ecc. (insieme all’intuizione, all’euristica, ecc.).

A proposito (mai superfluo ricordarlo): l’aggettivo olistico significa relativo all’Olismo. L’aggettivo olistico è stato coniato insieme al sostantivo olismo da Smuts nel 1926. Aggettivo e sostantivo sono inscindibili. Olistico non è sinonimo di “integrato” come molti ignoranti o molti imbroglioni vanno ancora dicendo. Anche perché, dopo Smuts, la Scienza moderna ha dimostrato come qualcosa di olistico sia certamente qualcosa di integrato, ma non è detto il contrario e cioè che qualcosa di integrato sia automaticamente qualcosa di olistico. Dipende. Così come (altra questione anch’essa mai superflua da ricordare) da parte di molti ignoranti o di molti imbroglioni si continua a confondere olistico con multidisciplinare, interdisciplinare, ecc. Sappiamo, invece, come la multidisciplinarità, l’interdisciplinarità, ecc. non costituiscano specifiche paradigmatiche ma sono dei mezzi (positivi o negativi, a seconda dell’uso che se ne fa) che possono essere presenti (volendo e se occorre per davvero) tanto nell’Olismo quanto nel Riduzionismo.

Ad ogni modo, per i primi (gli ignoranti) ci sarà la “denuncia” culturale, scientifica, tecnica (ad opera del Nuovo Libro che vado scrivendo). Per i secondi (gli imbroglioni) ci sarà eventualmente anche la denuncia propriamente detta, quella legale (ad opera del Movimento che nascerà). Tempo al tempo.

Perché se è vero come è vero che siamo tutti nella stessa barca (climatica, pandemica, ecc.), è anche vero che c’è chi ha un modo di fare oggettivamente migliore, più progredito e dalle maggiori probabilità di successo (gli olisti) e chi invece si ostina ancora a fare secondo un modo oggettivamente superato,  anacronistico e dalle minori possibilità di successo (i riduzionisti) specie Oggi, in un Mondo e in una Società altamente complessi e che come non mai necessitano di quella “buona conoscenza generale”, come dice Edward de Bono, di ogni entità e/o di ogni fenomeno, prima di scendere eventualmente in dettagli, analisi e via dicendo che quasi sempre portano solo a slegate frammentazioni di conoscenza tanto inutili quanto pericolose. I dettagli, spesso numerici (ma non solo) e slegati dal contesto generale di cui pure fanno parte, accecano anche le menti migliori facendo prendere loro sonore sbandate ed enormi cantonate: ottimi medici, accecati dal dettaglio numerico, perdono di vista il contesto ed il suo senso, confezionando rimedi malati!; ottimi magistrati, lo stesso: confezionando sentenze discutibili!; ottimi economisti, lo stesso: confezionando piani solamente aritmetici! ottimi tecnici agrari, lo stesso: confezionando rimedi puntiformi all’interno dell’agroecosistema multiforme! ottimi architetti, lo stesso: confezionando edifici solamente funzionali! ottimi dirigenti, lo stesso: confezionando atti solamente burocratici! ecc. ecc. ecc. ).  

Ma c’è di più: perché i virtuosi (gli olisti) devono subire, oltre ai danni oggettivi del clima, della pandemia, ecc., anche i danni soggettivi dei viziosi (i riduzionisti)? Danni soggettivi che vanno ad aggravare i danni oggettivi? Non è giusto. E infatti se ne darà conto. Tempo al tempo.   

Luca Fortunato (Matera)

 


 

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