Post 331
Emergenza Coronavirus: in buona
compagnia di autorevoli pareri.
1) il 27 marzo appena trascorso, è stato pubblicato,
sulla prestigiosa Harvard Business
Review (USA), un autorevole studio-parere su come
l’Italia ha reagito di fronte all’ epidemia – pandemia. Il giudizio degli
autori è negativo. Sintetizzo il loro parere (il lettore lo potrà trovare facilmente
in Internet. Ne consiglio, comunque, la lettura dell’originale in
inglese-americano): è vero che ci si
trovava di fronte a qualcosa di assolutamente nuovo ma è anche vero che c’era
l’esempio della Cina che poteva essere seguito. I fenomeni come le epidemie-pandemie
si evolvono in modo non-lineare (si intensificano in modo esponenziale, per
esempio) e per questo sono difficili da affrontare, e ancor prima da
interpretare, ma certamente non vanno affrontati in modo lineare con
provvedimenti graduali, per esempio, come è invece e proprio avvenuto in Italia
con diversi decreti che hanno intensificato l'isolamento
sociale in modo progressivo (e non tutto intero e in una sola volta). Tale modo
di procedere è risultato inadeguato in quanto non coerente con la rapida
diffusione del virus per giunta che quanto stava già accadendo in altre aree
del Paese faceva presagire la gravità della situazione. Inoltre, questo tipo di
approccio, cioè con una differenziazione per aree (e non con il Paese gestito
da subito tutto intero), ha spinto molte persone a fuggire al Sud con
l'ulteriore rischio di diffondere ancora di più il virus. La conclusione a cui
pervengono gli autori dello studio è la seguente: le misure vanno prese in
tempi rapidi e in modo sistemico, senza essere graduali e settoriali. E, inoltre,
una politica efficace contro l’emergenza Coronavirus richiede una mobilitazione
simile a quella attuata in una guerra, in termini di entità sia delle risorse umane
sia delle risorse economiche;
2) il medico-infettivologo cinese Qiu Yunqing (capo della
delegazione degli esperti cinesi in visita presso alcuni ospedali del Nord
Italia) si è così espresso (sintetizzo. Il lettore potrà trovare l’intervista
integrale facilmente in Internet su diversi giornali online): occorre un vero blocco collettivo delle
attività, come si è fatto in Cina. Con rifornimenti di generi alimentari per quartieri
o isolati di palazzi. Occorre il controllo rigido della diffusione del
contagio, altrimenti le persone da curare non finiscono mai ed è così che il
sistema sanitario va in tilt. Non ci sono altre misure. È stato
sperimentato. Occorre che il messaggio passi all’Italia.
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