Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

sabato 4 aprile 2020

Coronavirus: dal mio libro-diario


Post 332

Coronavirus: dal mio libro-diario. 

Dal libro – diario, che vado schematizzando e scrivendo (vedi precedenti post dal n. 328 al n. 331), offro alcuni passi (ma molto significativi) a tutti i lettori (su richiesta di alcuni lettori che ringrazio per la stima dimostratami): 
    
     Sul fronte sanitario:

[…..] Nel Riduzionismo, la Scienza (anche stavolta) sta mostrando troppe divisioni e contraddizioni: la mascherina la devono portare tutti/la mascherina non la devono portare tutti; a distanza di almeno 1 m/a distanza di almeno 3 m; la curva epidemica con quei dati delle ore 18 serve/la curva con quei dati delle ore 18 non serve; i tamponi a tappeto/i  tamponi selettivi; l’ambiente (aria, superfici, ecc.) conta/l’ambiente non conta; ecc. Insomma, con lo stato, e nello stato, attuale delle “conoscenze” scientifiche, e non avendo attuato provvedimenti davvero drastici e olistici come ha fatto la Cina, l’idea che mi sono fatto, è questa: prendere o non prendere il Coronavirus è una questione di Caso (caso sfavorevole – Sfortuna – se lo si prende; caso favorevole – Fortuna – se non lo si prende). [….] E’ vero che il virus è nuovo ma è anche vero che i Paradigmi sono diversi. L’Olismo, per principio, non riduce, una malattia al solo “meccanismo d’azione” o al solo nesso di causa-effetto tra microrganismo e malattia o tra altro e malattia, senza tenere in debito conto anche e soprattutto la componente ambientale; non riduce il campione dei soggetti a quelli presunti “significativi”; va sempre dal generale al particolare (per esempio: dai dati su scala nazionale – il generale – ai dati su scala territoriale – il particolare) e mai invece si mette a “generalizzare” come invece fa tipicamente il Riduzionismo induttivo (per esempio: dati di certe e specifiche situazioni fatti valere – specie nel significato - per tutte le altre situazioni); ecc. [….]

        Sul fronte economico:

[….] In questa situazione di pandemia (globale e dai tempi necessariamente lunghi anche ad emergenza sanitaria risolta nel proprio Paese anche per i possibili ritorni di contagio) la contestualizzazione sistemica e olistica per livelli di complessità dei vari settori e comparti economici (vedi post n. 330) non può che portare a cogliere un quid (da cui poi dedurre tutti i necessari e particolari interventi da attuare nei vari settori e comparti economici a seconda dei loro vari livelli di articolazione) che si può benissimo sintetizzare in questo: necessità di predisporsi, passando attraverso una Economia di Guerra, ad una Nuova Economia. Che cosa è nel dettaglio una Economia di Guerra, il lettore potrà agevolmente informasi in Internet o su qualche buon testo. Il problema è la piena e diffusa consapevolezza di essere già nella fase di transizione di Economia di Guerra. Quel che noto, invece e purtroppo, e che tanti, troppi, nel Riduzionismo economico, non si pongono ora (nella fase 1 dell’Emergenza sanitaria, diciamo così per capirci) il problema di vivere con piena consapevolezza, appunto, una Economia di Guerra (di fatto già esistente) per prepararci (durante il resto della fase 1 e per l’intera fase 2 di convivenza con il virus e che chissà quando durerà) ad un nuovo e diverso assetto economico e sociale (fase 3). Continuano, invece, a cercare di aggiustare, a cercare di riparare, a cercare di tamponare, l’assetto economico che c’era prima dell’Emergenza, come se esso dovesse per davvero ritornare. Magari con qualche variazione, ma sostanzialmente lo stesso. Immaginando, così, “prospettive” che in realtà non sono prospettive. Il “ritorno alla normalità” (dopo che è passata “‘a nuttata”) specialmente in termini economici, lavorativi, professionali, produttivi, imprenditoriali, ecc. è una pura illusione. Ci vuole tanto coraggio (oltre che al giusto Paradigma, ovviamente) per comprendere che tutto è cambiato e che nulla sarà, ritornerà, come prima. Se pongo A il sistema economico prima dell’Emergenza pandemica, B l’Economia di Guerra (di transizione e nella quale in pratica ci troviamo ora) e C la Nuova Economia che ci sarà dopo che tutto sarà finito, lo schema di successione è appunto  A, B,  C (e non invece A, B, A – ritorno alla normalità - o al limite A, B, A’ – ritorno ad una normalità più o meno simile a quella che conoscevamo prima!). Dunque, invece di perdere tempo ad analizzare i comparti e i settori economici (ancora in termini di libero Mercato – che, è ovvio, sia saltato del tutto -, ancora in termini di Domanda e di Offerta – che, è ovvio, siano bloccate o irrimediabilmente stravolte, ecc.) e di perdere tempo a chiedere interventi dal fiato corto e dallo sguardo corto, si investisse il tempo per chiedere, da una parte, la necessaria liquidità per le famiglie, per le imprese, per i lavoratori, per i professionisti, per fronteggiare la fase 1 e la  fase 2 (ma che sia liquidità corposa! più corposa!! e più veloce) e l’annullamento (e non la sospensione e il rinvio) dei pagamenti di imposte, tasse e quant’altro, e per cercare, dall’altra parte, di immaginare deduttivamente come potrà essere (e dovrà essere) la Nuova Economia (fase 3). Se però questa verità la si continuerà a ignorare e a negare (continuando, come forti e tenaci muli ma dalla visione ristretta da paraocchi riduzionistici, a volere conservare quello che c’era prima) arriverà il giorno che essa si scaglierà contro la Società come un meteorite sulla Terra! Se, invece, al contrario, ci si fa, ci si farà,  proattivi nei confronti di questa amara e oggettiva verità, se le si va, le si andrà, incontro, con anche una certa dose di creatività, essa potrà anche risultare dolce, in qualche modo. Fare di necessità virtù, insomma. Il cosa produrre, il quanto produrre, il come produrre, per chi produrre, quando produrre, ecc. sono cambiati, già cambiati. E non torneranno mai più quelli di prima. L’Agricoltura e l’Industria vanno ripensate e riscritte. Anche per i Servizi vale la stessa cosa: quali servizi offrire, come offrirli, a chi offrirli, ecc. Da oggi, per il Futuro (a medio termine e a lungo termine) mi auguro che l’Establishment colga questa oggettiva verità e si orienti, finalmente, per una volta!, almeno stavolta! nelle giuste direzioni. Se lo farà, bene. Se non lo farà, la rabbia del popolo affamato, stavolta, glielo farà fare! […..] Personalmente, e per quel che posso, vi spiego come immagino la Nuova Economia della fase 3 (fase lontana ma che arriverà e che non ci può trovare impreparati):  gli interi economici (l’Economia di una Nazione, ad esempio; l’economia di un territorio, altro esempio; un certo settore-comparto economico di un Paese, ancora un esempio; ecc.) saranno, anzi dovranno, essere ridimensionati, saranno e dovranno essere più piccoli. Lo Sviluppo Economico (anche nella versione sostenibile) dovrà necessariamente cedere il posto ad altro, e cioè ad una qualche forma di Decrescita Economica. Anzi, questa cosa è già in atto. Per causa di forza maggiore. Questo sotto il profilo più quantitativo, diciamo così (il quanto produrre, il PIL, la ricchezza, i redditi, ecc.). E’ invece sotto il profilo più qualitativo (cosa produrre, per chi produrre, ecc.) e sotto il profilo più tecnico (come produrre, quando produrre, ecc.), che si può fare tanto in termini di scelte fondamentali (scelte: cosa produrre ancora e cosa non produrre più; per chi produrre ancora e per chi non produrre più; con quali tecniche, con quali tecnologie; dove; quando; ecc.). Scelte da fare ora, subito, quasi “approfittando” di questa serrata (che è da sostenere inevitabilmente con la sola liquidità statale ed internazionale visto che dobbiamo, dovremmo, stare a casa, tutti e per davvero. Il nemico – il Coronavirus – è tutt’altro che vinto). Scelte odierne per il Futuro. Che arriverà e che non deve più coglierci e sorprenderci impreparati. Nel dettaglio (per quel che posso, secondo la mia parte, nel mio piccolo) immagino queste scelte economiche (di senso): [….]

         Sul fronte sociale:

C’è una sola indicazione, una sola stella polare: l’Olismo di Durkheim (vedi post 133). Con tutte le deduzioni e le applicazioni del caso. Infatti, [….]

Luca Fortunato (Matera)

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