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Epilogo (felice)
Il
grande storico britannico Eric Hobsbawm (1917 – 2012) conclude il suo libro del
2011 “Come cambiare il Mondo – Perché riscoprire l’eredità del Marxismo”
(Rizzoli Editore) con il testo che riporto di seguito. Ebbene, l’ho scelto per
concludere la mia esperienza di blogger (a parte le Anteprime dei miei prossimi
libri, quella del secondo libro in Novembre). Altre luminose avventure (di
lavoro in senso proprio - per merito e per fortuna – ed anche di vita – per
merito e per fortuna … anche qui!) richiedono tutta la mia attenzione e tutto
il mio impegno Un salutissimo a tutti i miei lettori. Potrete ovviamente sempre
contattarmi.
Che il Mondo vi possa
volere Bene, e che Voi possiate volere Bene al Mondo. Ciao, Luca.
[….] come Marx aveva previsto, la grande maggioranza della
popolazione economicamente attiva dipende dai propri stipendi e salari, e
dunque riconosce la distinzione tra gli interessi di chi distribuisce il
salario e di chi lo percepisce. Per cui, allorché sorgono conflitti tra le due
parti, questi richiedono un’azione collettiva; la lotta di classe quindi
continua, con o senza il sostegno delle ideologie politiche. Inoltre, il
divario tra i ricchi e i poveri e le divisioni tra gruppi sociali con interessi
divergenti continuano ad esistere, che ci piaccia o meno chiamare questi gruppi
“classi”. Per quanto le gerarchie sociali possano essere differenti da quelle
di cento o duecento anni fa, la politica va dunque avanti, sebbene solo in
parte come politica di classe. […]
[…] Ancora una volta è palese che il funzionamento del
sistema economico debba essere analizzato sia storicamente, come una fase e non
la fine della storia, sia realisticamente, vale a dire non in termini di un
equilibrio di mercato ideale, ma di un meccanismo interno che genera crisi
periodiche potenzialmente in grado di mutare il sistema. Quella attuale
potrebbe essere una di queste. Ancora una volta è chiaro che, anche in mezzo a
grandi crisi, il “mercato” non ha risposte al problema principale che il XXI
secolo ha di fronte: una crescita economica illimitata e sempre più hi-tech
alla ricerca di profitti insostenibili produce una ricchezza globale, certo, ma
a scapito di un fattore della produzione, il lavoro umano, che diventa sempre
più superfluo, e, aggiungeremmo, delle risorse naturali del pianeta. I
liberalismi politico ed economico, da soli o in combinazione, non possono
fornire la soluzione ai problemi del XXI secolo. E’ ora di prendere di nuovo
Marx sul serio.
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