Post 123
Summa (olistica)
Se
dovessi provare a ricercare – come mi è stato chiesto ieri sera, e non voglio
sottrarmi nemmeno stavolta, non mi costa nulla e mi fa piacere - il senso ed il
significato dei tanti, forse troppi, eventi che le cronache (mondiali, europee,
nazionali, locali) ci hanno presentato negli ultimi tempi (giorni, settimane,
mesi) e in merito ai diversi ambiti del reale (politico, economico, sociale,
ambientale, ecologico, scientifico, tecnico, umanitario ecc.) troverei non
poche difficoltà. La Storia ha un senso, un significato (laico). Lo si
intuisce. Ed anche per farne tesoro basta il livello intuitivo. Ma trovare le
parole per tradurre l’intuizione in discorso razionale – per un post, un
articolo, un libro ecc. per un discorso, per un comizio ecc. - è cosa
difficile. Mi accontenterò dunque di esprimere solo qualche riflessione in
merito. Facendolo, del resto, come semplice cittadino in tale ambito (agli
storici, ai filosofi ma anche ai giornalisti, il loro proprio mestiere. Quando
decidono di farlo! Senza dunque limitarsi ai fatti - oggettivi - ma unendo i
fatti alle interpretazioni degli stessi. Necessariamente soggettive, queste. Ma
assolutamente necessarie per progredire. Del resto, anche sui fatti oggettivi
si assiste, non di rado, ad esercizi soggettivi di distorsione degli stessi. Tanto
vale, allora, completare il tutto!). Ebbene, mi viene da (ri)dire questo (in 2
punti con commento finale): 1. la pratica, la vera pratica, dunque quella che
ha una elevata probabilità di riuscita, di vera riuscita, è applicazione di un
qualcosa di teorico (principio, regola, idea, intuizione, ipotesi, assioma, teoria
ecc.). Ma se il qualcosa di teorico non
lo si ha proprio o lo si ha in già palese contrasto con la realtà in palese
contrasto già nell’impianto teorico rapportato alla realtà, meglio stare fermi!
Meglio non agire. Certo, il qualcosa di teorico potrebbe essere giusto o
sbagliato. E il farne pratica potrebbe portare ad un successo o ad un
insuccesso. Ma se appunto consideriamo
un po’ la Storia - se non altro per aver letto o leggervi qualche libro – ci possiamo
rendere conto che sarebbe stato di gran
lunga migliore andare eventualmente a correggere un sistema teorico-pratico od
anche sostituirlo con un altro piuttosto che fare o continuare a fare della
pratica alla cieca (senza teoria o con teoria zoppicante) o addirittura della
pratica induttiva (con l’illusoria speranza di trovarvi, a posteriori, per
induzione appunto, un senso, un significato, una teoria ecc.); 2. così
come la sperimentazione, la vera sperimentazione, dunque quella che ha una
elevata probabilità di riuscita, di vera riuscita, è verifica della validità o
meno di un qualcosa di teorico (principio, regola, idea, intuizione, ipotesi, assioma,
teoria ecc.). Ma, anche qui, se il qualcosa di teorico non lo si ha proprio o
lo si ha in già palese contrasto con la realtà in palese contrasto già
nell’impianto teorico rapportato alla realtà, meglio stare fermi! Meglio non
agire. Certo, anche qui, il qualcosa di teorico potrebbe essere giusto o
sbagliato. E il farne una sperimentazione potrebbe portare ad un successo o ad
un insuccesso. Ma se appunto
consideriamo un po’ la Storia della Scienza, della Tecnica e della Tecnologia -
se non altro per aver letto o leggervi qualche libro …. – ci possiamo rendere
conto che i grandi e i piccoli risultati, veri risultati, si sono ottenuti
quasi sempre da un sistema teorico-sperimentale in cui il momento teorico
(libero) ha preceduto il momento sperimentale (di verifica). E non da un
processo (induttivo) inverso. Della vera pratica e della vera sperimentazione
vive l’Olismo. E le vera pratica e la vera sperimentazione nutrono l’Olismo.
Della pseudo-pratica e della pseudo-sperimentazione crepa il Riduzionismo. E la
pseudo-pratica e la pseudo-sperimentazione mantengono il Riduzionismo. A tutti
noi la scelta tra i due mondi. Oggi più che mai, in Tempi e Società divenuti
fortemente complessi, dobbiamo incoraggiare, promuovere, premiare e valorizzare
soprattutto la teoria, il momento teorico, i teorici ecc. ed all’interno
dell’Olismo piuttosto che continuare a fare i praticoni induttivi e gli
sperimentalisti induttivi all’interno del Riduzionismo. Altrimenti non
riusciremo né a dare un senso alle tragedie avvenute né a prevenirne delle
altre. Né, più in generale, a far tesoro delle criticità passate né a
prevenirne altre. “Sostenibilità”, “sostenibile” (in senso ecologico-ambientale
ma anche in senso sociale, economico, occupazionale, formativo-educativo, culturale,
etico-morale ecc.) sono nella bocca e nella penna e nella “pratica” di tanti.
Forse di troppi. Ma solo nella bocca e nella penna e nella pratica di pochi
esistono e si esprimono per davvero. Ed il mio primo libro e più in generale il
mio progetto editoriale è questo che vuol significare (al di là degli aspetti
applicativi che pur ci sono stati, ci sono, ci saranno. E sempre forti e risolutivi.
Per chi ovviamente ne ha fatto tesoro, ne fa tesoro e ne farà tesoro, nel
rispetto del diritto d’autore). E sono felice perché ho già constatato, e vado
constatando sempre più, che i lettori è questo senso (teorico, paradigmatico, culturale, olistico, idealistico) che
hanno già apprezzato e continuano ad apprezzare sempre più. Fonte,
paradossalmente, di tanta e miglior pratica! Ad maiora! E arrivederci a
dicembre per l’uscita del Secondo Libro. Grazie ancora. Luca Fortunato
Nessun commento:
Posta un commento