Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

lunedì 16 gennaio 2017

Sul mio Primo Libro "Esempi d'Olismo" - 1



Post n. 116:
Sul mio Primo Libro “Esempi d’Olismo” - 1
Uscito il 20 dicembre 2016, fa già registrare le prime reazioni … che sono positive! Per omaggiarle ho pensato a questo post. A proposito: il libro presenta qualche piccolo ed involontario errore di battitura e di stampa qua e là che lo rendono - come mi ha giustamente detto un lettore (intelligente) - “più vero e più umano”. Migliorerò comunque in tal senso: faro' da me, paradossalmente ... i correttori automatici valgono zero! (del resto, sto già lavorando al Secondo Libro …..). Sintetizzando, dunque, le reazioni che ho raccolto, posso individuare qualche aggettivo per il libro in sé e per i suoi diversi capitoli di cui per concludere il post presenterò qualche brevissimo passo, valevole in generale anche e soprattutto sotto quegli aspetti culturali che - ancor prima degli aspetti tecnico-scientifici - caratterizzano il libro, il suo spirito, il suo scopo ed il suo significato. Ad maiora! E grazie, grazie ancora. Luca Fortunato
  
Libro Primo “Esempi d’Olismo”: “interessante”, “originale”, “nuovo”, “utile”, “spendibile”, “coraggioso”, “innovativo”. Foto di copertina: “emblematica”. Grafica: “bella”, “fresca”, “agile”. Capitolo I : Valutazione di Stabilità degli Alberi (e casi di cronaca):  “realistico” e “veritiero”. Capitolo II :  Salute e Malattia: delle Piante in particolare ed il caso Xylella: “illuminante” e in riferimento alla mia teoria Xylella “completa” , “funzionante”, “risolutiva”. Capitolo III : Sviluppi sul caso Xylella (e future prospettive):“etico”, “giusto” e in riferimento alla formula matematica “utilissima”. Capitolo IV : Un’altra Agricoltura (olistica per davvero): “veritiero”, “oggettivo”. Capitolo V:   Acqua e Terra: di Refrontolo in particolare: “azzeccatissimo!”, “emblematico” . Capitolo VI: Scienza e Arte delle Stime (anche in Tribunale): “professionale”, “utile”. 
    
Passi di testo:

Tutti i diritti riservati (Legge 22 aprile 1941, n. 633 Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio).

Dal Capitolo I: 
                                      
[…] L’albero è un intero, è un tutto, è un tutt’uno. Anche se di esso riusciamo ad individuare, a discernere e a separare (tanto teoricamente, quanto praticamente) diverse e varie parti (chioma, fusto, radici; foglie, gemme, rami, fiori, frutti, legno, sughero, peli radicali ecc.) esso resta, rimane, tanto teoricamente quanto praticamente, un intero inscindibile, un tutto integrato, un tutt’uno organico, un’entità olistica. E specialmente quando esso va indagato, studiato e valutato nelle sue funzioni  e nel suo comportamento come, ad esempio, è la sua stabilità o la sua instabilità, esso va considerato appunto un intero, un tutto, un tutt’uno.
In modo più specifico: l’albero è un organismo vivente (e non una “macchina vivente”o “bio-macchina” come invece lo vede e lo tratta il Riduzionismo con tutti gli attuali metodi di valutazione della stabilità degli alberi in esso collocati: VTA, SIA, SIM, TSE, equazioni con sigma, metodologie “integrate” (?), metodologie pseudo-olistiche ecc.); e l’albero in quanto organismo vivente è un sistema complesso (e non solamente un sistema complicato ed articolato come ad esempio un’ automobile, una casa, un computer, il Web ecc.); e l’albero in quanto organismo vivente sistema complesso è anche intelligente come gli ultimi studi di Neurobiologia Vegetale dimostrano e come le saggezze dei primi filosofi greci e degli antichi mistici d’Oriente avevano intuito (e non solamente un essere senziente, sensibile agli stimoli luminosi, termici ecc.).
Per tutte queste essenziali caratteristiche di base, un albero (come del resto ogni vivente) presenta ulteriori caratteristiche sistemiche, organicistiche, complesse, olistiche, in accordo con la moderna Teoria dei Sistemi, fondamentali anche da un punto di vista professionale (ma di cui, “curiosamente” …, non vi è traccia negli attuali insegnamenti universitari così come negli eventi di formazione e “aggiornamento” professionale così come nelle linee guida per la valutazione della stabilità degli alberi redatte da associazioni, corporazioni, ordini professionali ecc. così come, e addirittura, in documenti redatti da appositi comitati ministeriali che per giunta presentano il Riduzionismo come Verità Assoluta ……) e che qui di seguito si cerca di riassumere: [….]


[….] Circa la non correlazione della stabilità o della instabilità arborea con la specie botanica e più in generale con la classificazione botanica, la questione merita un approfondimento:
 
se si vuol procedere alla classificazione botanica dell’albero lo si faccia pure. Ma visto che essa non ha alcuna valenza circa la valutazione di stabilità, se proprio la si vuol fare occorre farla in modo serio. Anche a costo di essere impopolari. La Scienza è un continuo progredire e le sue ultime conoscenze in merito ci dicono questo: il concetto di affinità su cui si è sempre basato e si basa tutt’oggi la determinazione della categoria botanica della Specie è però negli ultimi tempi considerevolmente e significativamente cambiato. Non si basa più su aspetti macroscopici perché sì è visto che in non pochi casi essi hanno indotto in errore anche gli esperti, ma si basa sull’organizzazione cellulare (struttura del nucleo e di altri organelli cellulari), si basa sulla somiglianza biochimica (presenza degli stessi composti organici), si basa sulla somiglianza genetica (sequenze simili di nucleotidi nella molecola di DNA). Pertanto, Oggi (cioè da circa trent’anni …..!), nella classificazione botanica a vista, cioè in funzione dell’esame visivo dell’albero, delle sue foglie, dei suoi fiori, dei suoi frutti, della sua corteccia ecc. (esame visivo anche strumentale e di dettaglio e cioè attraverso il binocolo, la lente d’ingrandimento, il microscopio ottico ecc.) è corretto (anche da un punto di vista culturale e deontologico, oltre che scientifico e tecnico) o fermarsi al Genere (che è determinabile con certezza con un esame visivo più o meno approfondito) o arrivare anche alla Specie ma solo in quei casi in cui la Specie del soggetto arboreo è talmente riconoscibile da non poter suscitare alcun dubbio nel 100% degli addetti ai lavori (botanici, biologi, agronomi, forestali ecc.). E’ il caso delle specie inconfondibili come, ad esempio, la specie Cercis siliquastrum (Albero di Giuda), la specie Ginkgo biloba, la specie Magnolia grandiflora, la specie Betula pendula (Betulla), la specie Nerium oleander (Oleandro) ecc. ecc. ecc.  In altri casi invece (e che, a ben vedere, sono la maggior parte dei casi ed in cui è sufficiente che anche 1 solo addetto ai lavori su 100 addetti ai lavori avanzi un legittimo dubbio) per la determinazione della Specie occorrono specifiche indagini di laboratorio che si spingono, devono spingersi, nell’intimo della materia (organizzazione cellulare, composti biochimici, DNA, ecc.). E’ il caso, ad esempio, degli alberi appartenenti al Genere Tilia (i tigli, tra l’altro frequentemente soggetti al naturale fenomeno di ibridazione), degli alberi appartenenti al Genere Pinus (i pini, dalle forme più varie, eterogenee e differenti anche e soprattutto in funzione del loro ambiente), degli alberi appartenenti al Genere Ulmus (gli olmi, che spesso vengono scambiati – anche da parte di accademici …. credetemi … -  per quelli appartenenti al Genere Carpinus o per quelli appartenenti al Genere Ostrya) ecc. In casi del genere, se si determina la Specie dell’albero senza indagini di laboratorio o - nel migliore dei casi - si è inconsapevoli della problematica (e occorre porvi rimedio informandosi, aggiornandosi, studiando ecc.) o – nel peggiore dei casi – si è consapevoli di omettere le necessarie indagini di laboratorio (il che forse è un comportamento da sanzionare?).[….] 
 
[….] In un albero morto ancora in piedi - del tutto paragonabile ad un palo -  la staticità ancora esistente è dovuta esclusivamente a leggi fisiche. Fino a quando, sempre per fenomeni esclusivamente fisici, l’albero schianterà al suolo. Ma in un albero vivo -  del tutto imparagonabile ad un palo! – la staticità esistente è dovuta ad un mix complesso ed olistico di fisica, chimica, metabolismo e tensione vitale  assolutamente non riducibile alla fisica o alla “bio-fisica”! Dunque, più nel dettaglio, questa mia metodica V.O.S.A  (e che, ricordo, è stata ed è a tutt’oggi abbondantemente utilizzata, testata, provata e sperimentata dal sottoscritto e che è risultata essere, almeno fino ad oggi, funzionante e comunque migliore degli altri metodi di valutazione di stabilità degli alberi in circolazione, tutti ricompresi – guarda caso - nel Paradigma del Riduzionismo o peggio ancora anche in versioni pseudo-olistiche del Riduzionismo …..), prevede 6 scenari e considera, in modo olistico, gli alberi come nuclei arborei (singolo albero, gruppo omogeneo d’alberi, filare omogeneo d’alberi, aiuola arborea ecc.): [….]

Dal Capitolo II: 

vedere direttamente il post n. 84 in questo blog (tutto il capitolo).

Dal Capitolo III:

[…]
Avutala l’intuizione olistica sul perché e sul come gli ulivi disseccano rapidamente in Salento e su come poter in qualche modo porvi rimedio, quello che poi mi ha dato la forza per procedere alla razionalizzazione della stessa intuizione e addirittura a farne capitoli felicemente imprevisti di questo mio primo libro ecc. è stato lo sguardo di lacrime di una signora salentina che temeva per i suoi ulivi caso mai li avessero abbattuti o l’avessero costretta ad abbatterli. Un pianto vero. Autentico. Nessuna recita. Piangeva sul serio. La spalla della maglietta che indossavo e su cui la signora mi appoggiava la sua testa divenne cotone in acqua salata … Si sa, nell’interezza della mia persona il “cuore”, rispetto alla “testa” e al corpo, è piccolo. Ma c’è. E quando lo si tocca, lo si tocca. Dico questo perché in tutta questa mia storia l’idealismo ha giocato un ruolo fondamentale. Idealismo si badi bene non vuol dire ingenuità e non contemplare, ad esempio, il giusto guadagno (in termini morali ed economici) che mi spetta in funzione del diritto d’autore sulla mia teoria. E che appunto contemplo e contemplerò sempre. O quello di non scendere dalla teoria nell’esercizio lavorativo sulla mia stessa teoria, dovessero arrivare proposte in tale senso. Nessun problema a fare ciò. Ma non tradirò l’idealismo (che tra l’altro ha reso possibile tutto ciò!!!). Questo per dare un consiglio a chi, mi dicono, si starebbe impegnando per contattarmi. Bene, benissimo. Mi fa piacere. Ringrazio. Ma affinché la cosa abbia un senso e soprattutto non veda da parte mia un rifiuto, garbato ma deciso, fornisco una piccola cartina di orientamento delle cose da non fare. Anche perché ho da svolgere il mio lavoro professionale in senso stretto (che c’è, c’è comunque, mi piace, è importante e va bene). E riprendo la mia vita (famiglia, amore, giardinaggio, sport, chitarra, pittura astratta, fotografia, letture ecc. ecc. ecc.). Anzi questa la continuo, mai interrotta! La mia teoria su Xylella l’ho creata, l’ho pubblicata (e pure in anticipo) e distribuita anche abbastanza, è tutelata e difendibile in ogni momento caso mai ve ne fosse il bisogno, mi ha dato - già dato! - reazioni positive da parte di persone che stimo (colleghi, agricoltori, cittadini ecc.). Sono soddisfatto, già soddisfatto. Stop. (… ricordo, in generale e nello specifico caso e riguardo al mio ruolo la differenza tra momento teorico e momento sperimentale in seno alla Scienza, alla Tecnologia, alla Tecnica ….). Ebbene, eccovi la cartina d’orientamento delle cose da evitare:  
a) guardarla e intenderla, la mia teoria, (in positivo o in negativo) dal Paradigma del Riduzionismo (la mia teoria essendo olistica la si può guardare e la si può intendere solo trovandosi o entrando nell’Olismo. Occorre compatibilità paradigmatica. Del resto, l’Olismo può giudicare il Riduzionismo perché l’Olismo conosce il Riduzionismo e, senza negarlo, lo supera, ci va oltre e non ne ha più bisogno. È il Riduzionismo invece che non può giudicare l’Olismo semplicemente perché non lo conosce! Il Riduzionismo può solo affidarsi o meno all’Olismo. O, unica alternativa, può solo constatarne o meno il funzionamento nella realtà, con le sperimentazioni per esempio);
b) diffidenza e scetticismo (sarebbero immotivati in quanto essendo una teoria tecnico-scientifica la si può, come accennato prima, sperimentare e dunque ne si può constatare la validità o meno nella realtà, in campo ecc.);
c) per l’eventuale sperimentazione della mia teoria non vi è bisogno di me! Fermo restando il diritto d’autore in seno alla mia persona e il suo rispetto con tutto ciò che esso comporta e deve comportare, la sperimentazione può farla chiunque! Perché altrimenti pubblicare? E perché esisterebbe il diritto d’autore? Del resto, il teorico (me in questo caso, in questa storia), di solito, non sperimenta … il teorico (scienziato e/o tecnologo e/o tecnico) fornisce teorie da sperimentare (quello che ho fatto) …. o spiega osservazioni, dati, fenomeni (ho fatto anche questo), leggi sperimentali ecc. …. Egli al massimo può supervisionare le sperimentazioni, questo sì, eventualmente ve ne fosse reale bisogno da parte degli sperimentali o sperimentalisti (scienziati e/o tecnologi e/o tecnici) casomai essi avvertissero la possibilità di poter commettere errori sperimentali ma di tipo paradigmatico;
d) atteggiamenti e/o  istanze di “forza” burocratica, istituzionale, corporativistica, politica, di titolo e di titoli, di ruolo e di ruoli, di cariche ecc. ecc. ecc. (che ovviamente sarebbe rivelatrice della mancanza, dell’assenza della vera forza e cioè quella delle idee, delle intuizioni, dei paradigmi, dei contenuti ecc. ecc. ecc. E quindi non mi metterei a perder tempo con soggetti del genere, perché di perdita di tempo si tratterebbe ….);
e) farmi piangere, di nuovo, la signora salentina!
La cartina potrebbe continuare. Ma penso possa bastare. Con l’augurio che, magari anche grazie alla mia teoria, di bei giorni ne possano godere anche altre persone.  
[…]

Dal Capitolo IV:

[….] Concentriamoci, dunque, sul reale (e non speculativo …. ) compito dell’Agricoltura e dell’Agronomia:
ne traccerò - in modo paradigmatico, come è il senso del libro – i tratti o meglio alcuni tratti, quelli che ritengo essere essenziali. Da essi, poi, chi vorrà potrà dedurre tutto il resto ed in modo dettagliato. Dedurre, però. E da essi! Anche e soprattutto in una vera prospettiva olistica. N.B.: tutte le attuali forme di agricoltura sono riduzionistiche. Certo, il grado di riduzionismo è altissimo nell’agricoltura convenzionale, è medio nell’agricoltura integrata ed è basso nell’agricoltura biologica e nell’agricoltura biodinamica. Ma sempre di Riduzionismo trattasi. Ed è sempre inadeguato, alla fine dei conti. Il che va a dimostrare, ancora una volta, anche un aspetto essenziale della presenza in Società del Riduzionismo e dell’Olismo e cioè che dal Riduzionismo non ci si può affrancare, non ci si può emancipare per via graduale, riformando il riduzionismo agronomico ed ecologico, ammorbidendolo ecc. ma solo compiendo un balzo, un tuffo, uno slancio rivoluzionario. Ma ora veniamo ai tratti essenziali di un’altra Agricoltura, olistica per davvero. Tratti essenziali, brevi, schematici ma densi, densissimi di significato, da tener presente per ben orientare, nella giusta direzione, il fare: [….]

[….]Dove vi è necessità di ricorrere a sostanze chimiche di sintesi (per curare le piante, per ripristinare la fertilità del terreno ecc.) è evidente che lo squilibrio (ambientale, eco-sistemico, agro-ecosistemico, agronomico, aziendale) - squilibrio soprattutto in termini energetici, di bilancio in termini di input ed output - è tale da rendere illusoria, solamente illusoria, la risoluzione dei problemi perché la somministrazione di sostanze chimiche di sintesi la si è pagata, la si paga e la si pagherà in qualche altro modo, con impatti sulla salute dell’ambiente e dell’uomo. Tutto è integrato, ogni aspetto del reale è rapportato ed interrelato con tutti gli altri aspetti del reale. Niente è scisso, separato, a sé. [….]

[….]L’azoto, il fosforo, il potassio ecc. presenti nel terreno non sono come il carburatore, la frizione e la cinghia di trasmissione ecc. di una automobile! Non si possono togliere e rimettere come se niente fosse! “Ragionare” (?) in termini di “asportazioni” e “restituzioni” (o in termini e concetti equivalenti …) è semplicemente assurdo. Tanto è vero che nonostante le massicce concimazioni minerali (riduzionistiche, analitiche ecc.) la fertilità dei terreni è in progressivo e preoccupante degrado! Il terreno è un sistema complesso (non-lineare) e non un sistema articolato (lineare, comunque lineare). Anche e soprattutto per essere un’entità biotica-abiotica. Il terreno, ricordiamolo, presenta 4 fasi e dalle complesse interrelazioni: solida (i minerali, la sostanza organica ecc.), liquida (l’acqua), gassosa (l’aria) e biologica (i batteri, i miceti ecc.). E non 3 fasi (solida, liquida, gassosa) che “ospitano” la vita (batteri, miceti ecc.) secondo un Riduzionismo ammorbidito. O addirittura 1 fase (quella solida) che ospita le altre (liquida, gassosa, biologica) secondo un Riduzionismo estremo.  [….]

Dal Capitolo V: 

[…] le colline lì attorno - proprio quelle colline facenti parte della zona di bacino idrografico in cui ricade il torrente Lierza e sul quale nubi tempestose sprigionarono la loro energia – quelle colline erano rivestite da boschi ma in seguito sono state disboscate e rivestite da vigneti. Ripeto:
quelle colline erano rivestite da boschi ma in seguito sono state disboscate e rivestite da vigneti.   
…. basta questa frase per attivare un minimo d’ intuizione, intelligenza, logica e buon senso sufficienti a spiegare quel che è successo! Qui non si tratterebbe nemmeno di andare a scomodare l’Olismo ed il Riduzionismo!
Eppure …. occorre scomodare proprio l’Olismo ed il Riduzionismo …. Perché, ovviamente, i riduzionisti (limitati e/o mistificatori) ne han detto di fesserie … Ma non credete. L’Olismo non lo scomoderò più di tanto. Bastano poche righe: [….]

Dal Capitolo VI:

L’Estimo è nello stesso tempo oggettivo e soggettivo. Sembra un paradosso contraddittorio ma non lo è. In qualunque buon testo di Estimo viene  ben esplicitato questo (se poi il libro non è un buon libro ….). In qualunque buon lavoro estimativo c’è questo (esplicito  o implicito) (se poi il lavoro non è un buon lavoro ….).  L’oggettività, la scientificità, dell’Estimo risiede nel metodo vale a dire nella comparazione, nel paragonare il bene o l’oggetto da stimare con beni o oggetti simili (anche nelle stime cosiddette “analitiche” si possono incontrare, infatti, aspetti che richiedono comparazioni tant’è che le evoluzioni dell’Estimo hanno decretato l’unicità del metodo estimativo facendo altresì assumere alla tradizionale distinzione tra stime sintetiche e stime cosiddette “analitiche” più un valore didattico che reale e soprattutto realistico). La soggettività dell’Estimo, invece, risiede nel fatto che benché il tecnico estimatore usi un metodo egli resta sempre ed appunto una persona. E nel rilevare dati e aspetti, nel selezionare i dati e gli aspetti rilevati, nel valutare ed interpretare i dati e gli aspetti scelti, nel valutare l’ordinarietà o meno del caso in esame, nel dovuto andare dal generale al particolare, nelle correlazioni ecc. lo fa, e non può che farlo, per mezzo della sua soggettività (capacità, attitudini, sensibilità, esperienze, scuola di pensiero, scuola di formazione e studi ecc.).
Tant’è che il tecnico estimatore non misura il valore di un bene ma lo stima. Tant’è che il tecnico estimatore stima il valore più probabile e non il valore certo. Tant’è che il tecnico estimatore compie  una previsione non una constatazione. Tant’è che più tecnici estimatori chiamati a rispondere allo stesso quesito di stima possono giungere a conclusioni diverse e questo pur avendo applicato tutti e correttamente il metodo estimativo. La cosa capita spesso. E lo scenario è pienamente legittimo, anzi da mettere in conto. Il committente della stima (chiunque esso sia) ne deve essere pienamente  consapevole (di suo o per informazioni preventivamente ricevute dal tecnico estimatore). Non si può criticare il risultato di una stima (valore stimato). Non ha senso. Può eventualmente essere oggetto di critica l'applicazione del metodo così come le fonti, l’uso delle fonti, l’astrattezza ecc. Di ogni cosa da stimare non può indicarsi un valore assoluto ma un valore relativo (relativo appunto all'applicazione corretta o meno del metodo, alle fonti, alle motivazioni, allo scopo di stima ecc. che passano necessariamente attraverso la soggettività dell’estimatore). Ed il valore (relativo) è, tra l’altro, previsionale e probabilistico. 
Le evoluzioni metodologiche, tecnologiche, organizzative, informative ecc. possono rendere e di fatto rendono, per fortuna,  sempre più grande e sempre più determinante l’aspetto oggettivo dell’Estimo e, contemporaneamente, sempre più piccolo e sempre meno determinate l’aspetto soggettivo dello stesso Estimo. L’evoluzione dell’Estimo mira a questo. Ma la soggettività resta e resterà insopprimibile. Comunque. E l’evoluzione saggia e sensata dell’Estimo ne è ben consapevole e mai se ne dimentica. L’Estimo non è una Scienza ma una disciplina tecnica basata sulla Scienza, un’arte scientifica se si vuole. Ma è cosa diversa. Ed è cosa, del resto, inevitabile.
Esempi
Qui di seguito alcuni passi di testo, significativamente ed autenticamente olistici e dunque intuitivi, sintetici, euristici, deduttivi ecc., tratti da 4 consulenze delle 13 in totale che il sottoscritto ha finora svolto in qualità di CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) presso il Tribunale di Matera. [….]

Tutti i diritti riservati (Legge 22 aprile 1941, n. 633 Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio).

Per ulteriori dettagli sul libro e per le modalità di acquisto vedere il post di Anteprima del 30 novembre 2016 sempre in questo blog.

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