Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

mercoledì 24 febbraio 2016

L'arco di Ulisse




Post n. 30:  
L’arco di Ulisse 
Le vere intuizioni e le vere idee hanno natura autenticamente olistica e non temono niente e nessuno. Sono archi di Ulisse. Esse, infatti, possiedono un quid emergente e complesso che solo da chi le ha create può essere utilizzato per davvero e per intero. Del resto, lo stesso Olismo o meglio il fare Olismo è tirare con l’arco di Ulisse. Perché esso è caratterizzato da un modus operandi particolarissimo (e di cui si è trattato ampiamente sia in questo nuovo blog, sia nel vecchio blog). Ed Oggi, nel Nostro Tempo, è il paradigma dell’Olismo che funziona meglio, che è vincente e che tiene la scena. Magari tra cento anni verrà superato da un altro paradigma. Anzi sicuramente, come è destino di tutte le cose. Ma Oggi è il paradigma del Riduzionismo che è certamente superato. E lo pseudo-olismo (di cui si è trattato sia in questo nuovo blog, sia nel vecchio blog) è l’ultimo tentativo messo in scena da quei riduzionisti che non ammettono la bruciante sconfitta. In sostanza, cercano di aggirare o di sostituire il particolarissimo e funzionante e di successo modus operandi dell’Olismo (il cui momento centrale è l’Intuizione – propriamente intesa - e che come tale è individuale, soggettiva, personale, unica e che è caratteristica e capacità solo di alcune persone come da Psicologia analitica (vedi) e che solo successivamente può essere - eventualmente -condivisa, sviluppata, gestita, dimostrata, razionalizzata, divulgata in modo collettivo, collegiale ecc. ecc.) con altro. Il tentativo ovviamente è infruttuoso, è un cane che si morde la coda, è tragicomico. Anzi, se non fosse per i guai che si continuano a creare alla Società e agli Ecosistemi, sarebbe solo comico! Ma questa è, o meglio sarebbe, un’altra storia. E l’Olismo vive dei riconoscimenti oggettivi che la Realtà dona. E gli olisti vivono sereni e soddisfatti per i riconoscimenti oggettivi che la Realtà dona. Gli eventuali riconoscimenti da parte di altri non sono necessari. Del resto, i risultati dei riduzionisti e degli pseudo-olisti sono “risultati” dovuti al solo fatto di essere conformisti e di agire da conformisti e non certo dovuti a merito e al fatto di essere sintonizzati per davvero sulla Realtà. Vi è la prova logica: se il Sistema - a cui si conformano, appunto, e che essi stessi contribuiscono a creare e a mantenere - funzionasse per davvero, la regola sarebbe costituita da scenari positivi e l’eccezione da scenari negativi. Basta constatare, invece, come sono andate e come continuano ad andare le cose nella Società e negli Ecosistemi per rendersi conto, che è esattamente il contrario. Ma qualcosa di nuovo sta avvenendo. E non si poteva non arricchire ancora questo blog. Il Sistema inizia a reagire: inizia a scoperchiare pentole che in realtà sul fuoco lo sono da tempo, da tanto tempo, e soprattutto lo sono da tempi non sospetti. Per gli errori di paradigma sono iniziati tempi duri. Per chi si ostina a commettere o a volere commettere errori di paradigma è iniziato il tempo amaro. Per i furbi, i furbastri, i manipolatori e i mistificatori è iniziato il tempo dei dolori. Non è mai troppo tardi per il (ri)sorgere del Sole … A prescindere da eventuali e specifiche responsabilità circa gli errori di paradigma, è evidente che il concetto di responsabilità si va ampliando, se non altro sotto il profilo culturale ed etico. Ed è su questo terreno che occorre “capire la lezione” – che c’è, a prescindere dai singoli casi e da come potranno andare i singoli casi -  se non altro per prevenire, oggi e domani, altri erroracci che la Società e gli Ecosistemi, già deboli, non sopporterebbero più. Ad ogni modo, insieme, si farebbero le cose nelle giuste direzioni. Insieme ma ognuno secondo il ruolo sensato che si può permettere di avere. Del resto, ricordiamolo: l’Olismo non nega il Riduzionismo. È, invece, il Riduzionismo che non conosce l’Olismo. Senza commettere più errori paradigmatici,  dunque,  errori di paradigma. Commessi e che si continuano a commettere, purtroppo. Le cronache, tutte, continuano a mostrarlo e a dimostrarlo. Errori di paradigma. Da non confondere (o da non far confondere …) con gli errori di metodo, metodologici. Altra roba, altra questione, e più facilmente rimediabile. Il metodo scientifico, la scienza, la tecnologia, la tecnica, la multidisciplinarità, l’interdisciplinarità, l’integrazione, i sistemi  ecc. se collocati all’interno del paradigma conoscitivo del Riduzionismo portano ad una conoscenza e a rimedi di tipo meccanicistico, bio-meccanicistico, deterministico ecc. Che sono quelli di cui non abbiamo più bisogno. Se invece collocati all’interno del paradigma conoscitivo dell’Olismo portano ad una conoscenza e a rimedi di tipo organicistico. Che sono quelli di cui abbiamo assoluto ed urgente bisogno. In politica, in economia, nel lavoro, nel quotidiano ecc. Insieme dicevo, e nelle giuste direzioni, appunto (giuste direzioni politiche, giuste direzioni economiche, giuste direzioni scientifiche, giuste direzioni tecnologiche, giuste direzioni tecniche, giuste direzioni formative, giuste direzioni educative, giuste direzioni culturali ecc.). Che porterebbero, a loro volta, a delle strategie (propriamente intese). E non solamente a tattiche o a propagande. Settori produttivi che, nel loro complesso e a parte le eccezioni virtuose che pur ci sono, potrebbero essere veri protagonisti di un Paese e che invece vivono sempre sulle potenzialità … Categorie professionali che, nel loro complesso e a parte le eccezioni virtuose che pur ci sono, potrebbero regnare e che invece vivacchiano … Territori e Città che, nel loro complesso e a parte le eccezioni e gli episodi virtuosi che pur presentano, potrebbero avere definita e ferma identità ed essere scelta consapevole e costante e non solamente dovuta alla moda del momento o all’opportunità del momento. Ma anche tutto questo scenario è, o meglio sarebbe, ancora un’altra storia. Ed in fondo, sono le (vere) utopie che ha senso immaginare e cercare di realizzare. Come sempre e per sempre. E questa è La Storia. Luca Fortunato

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