Post n. 113:
Il Referendum visto dall’Olismo
Il Referendum costituzionale ha dato i seguenti e
principali risultati: NO 59,1%, SI’40,9%, pressoché omogeneità territoriale del
NO (ad esclusione infatti delle sole Regioni di Toscana ed Emilia – Romagna e
della Provincia Autonoma di Bolzano), dimissioni di Renzi. Chiariamoci: anche
stavolta non sono proprio andato a votare, coerentemente con il mio disimpegno
politico (che è anch’esso un atto politico) ed in essere da diversi anni ormai.
Ed è altresì evidente che ho comunque desiderato che vincesse il NO (basta
leggere i miei post politici ed in tempi non sospetti). E gioisco per quei
parenti e quegli amici che ieri hanno votato NO. Così come ho sempre sostenuto,
e lo sostengo anche oggi, che la Costituzione necessita certamente d’essere
cambiata e in diversi suoi aspetti. Ma, ed è questa la vera riflessione odierna,
in un Paese complesso come l’Italia e con una Costituzione dai significati e
dalle implicazioni altrettanto complessi, il semplicismo ed il riduzionismo,
tanto di contenuto quanto di forma, portato avanti da Renzi, dal “suo” PD, e da
tutti quelli che hanno votato SI’, hanno trovato il loro naturale approdo: l’isola
dell’illusione. Ora, c’è da augurarsi – perché non è affatto scontato ed
automatico – che il significato di quello che è accaduto sia davvero compreso e
tradotto in conseguenti e sensati comportamenti tanto sul piano specifico
(crisi di Governo e sue conseguenze) tanto sul piano generale (la Politica
italiana ed il suo Popolo). E forse l’Olismo potrebbe aiutare. Anzi ….. Esso
avrebbe già e certamente proprio evitato un Referendum del genere! Non
scorgendone la minima probabilità di riuscita (il senso del mio disimpegno, anche
stavolta ……): gli Italiani, infatti, sono stati chiamati ad esprimersi su un
cambiamento costituzionale (generale) e non su un cambiamento specifico (un
particolare tema: aborto, divorzio ecc.). Andava preparato meglio. Spiegato meglio.
In più tempo. Con anche più teoria. Ed il tutto in modo più organico, più
integrato, intero. E se qualcuno ha visto come “specifica” la chiamata alle
urne perché si interveniva su ”alcuni punti” della Costituzione, egli ha appunto
commesso un grande e grave errore (riduzionistico) di valutazione paradigmatica.
La Costituzione è entità complessa. L’Italia è complessa. Ed il Popolo non
poteva che reagire come ha reagito visto che si è rischiato di andargli “a
toccare” la Carta Costituzionale in un modo appunto “puntiforme” e che pertanto
è apparso come un modo - nella migliore
delle ipotesi - superficiale e
riduzionistico per una cosa grande come la
Costituzione (e dunque un modo troppo rischioso) oppure è apparso come un modo –
nella peggiore delle ipotesi – alquanto furbesco (e dunque con prospettive di
deriva autoritaria). La Politica è una cosa seria. Spero ritorni quella vera. Ad maiora! (… e chissà che non mi
ritorni la voglia di votare … ed in generale di impegnarmi …..) Luca Fortunato
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