Post 190
Post di
servizio – Comunicazioni ai lettori del blog – 2
Come ogni
anno, in odor di 21 novembre, ci si inizia a ricordare degli alberi, e più in
generale del verde specialmente urbano specialmente pubblico, per propinare le
solite demagogie, i soliti slalom tra i Paradigmi senza toccarli, per poi,
passato novembre, al massimo il periodo natalizio, non considerali neanche più
nelle parole (scritte o verbali). Qualche piccola eccezione in Primavera giusto
per essere conformisti. E magari se qualche cosa è stata davvero fatta o detta,
anche negli anni addietro, cercare di rubarla, ghiotta magari per occasioni del
presente, magari ledendo il diritto d’autore ma per questo eventualmente c’è il
Tribunale. Resterebbe e resta in ogni caso l’approccio quasi sempre sbagliato. Ora,
al fine di contribuire ancora (ve ne è bisogno …) a orientare in senso
autenticamente olistico tutte le tipologie di attori del verde urbano pubblico
italiano, nell’ultimo capitolo del secondo libro (disponibile dall’8 dicembre
prossimo) capitolo dedicato all’educazione e alla didattica verde, riproporrò
le mie idee riguardo la pianificazione del verde, specialmente pubblico.
Riproporrò perché in questi anni l’ho già fatto non solo nel mio vecchio blog
ma anche ufficialmente e formalmente (ne conservo ancora tutta la
documentazione). Accolgo così la proposta giuntami in questi giorni da molti, a
vario titolo, interessati. E la cosa è possibile in quanto la pianificazione (in ogni ambito della
Società, dunque anche in tema di ecologia e di verde urbano specialmente
pubblico) è tra le massime espressioni di un approccio olistico ed un buon viatico
per educare ed educarsi all’Olismo. Cosa certamente non risolutiva in sé,
occorre lavorarci su e tanto. Occorre farla integrata e quant’altro. Ma
immaginiamo senza di essa o con essa in versione furbesca, da occasione
ghiotta, da stile italiota che fa incappare sempre negli stessi errori, di cui
al post 162 che invito a leggere o a rileggere, e che fanno dell’Italia in
particolare una triste realtà con il 90% degli spazi verdi pubblici inadeguati.
Vi è pure un 10% che fa eccezione ma se si vuol essere seri occorre occuparsi
di quel 90% negativo, del perché esso esiste e di come non farlo più esistere. Soddisfazioni,
dunque, nel mio secondo libro anche in tal senso. Vedrete. Ciao a tutti. E come sempre, ad maiora! Luca Fortunato.
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