Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

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giovedì 1 giugno 2023

Olismo e Politica

Post 431

Olismo e Politica

Piero, Francesca, Luisa, Antonio, Raffaele: mi hanno scritto (e ringrazio). E avendo notato tratti comuni nei loro messaggi, esigenze comuni, ecc. rispondo a tutti con questo post. Lo faccio volentieri, trovando il tempo pur tra mille impegni! Il tema merita, è molto importante, per loro, per me, per tutti.  Riflessioni, dunque, in seguito alla cronache politiche (nazionali e locali) di questi ultimi giorni:

fermo restando il fatto che l’Olismo non sia né di sinistra né di destra o meglio è presente (consapevolmente o inconsapevolmente) sia a sinistra sia a destra e che dunque sia patrimonio di tutti o può essere patrimonio di tutti (come ho mostrato e dimostrato diverse volte in questo blog);

fermo restando che legittimamente io abbia la mia collocazione politica (per cultura, storia, idee, valori, intenzionalità, ecc.) a sinistra (come è ampiamente dichiarato e noto ai più);

fermo restando che pur in una precisa collocazione identitaria di sinistra, io veda il discorso politico sinistra-centro-destra in un modo alquanto particolare che specificatamente è un modo integrato ma anche e ancor di più olistico e secondo una dialettica ispirata ad Hegel e quindi con contrasto alle identità politiche deboli  (pseudo-sinistra, pseudo-destra, centro) ma nello stesso tempo con confronto critico ma costruttivo tra sinistra e destra (specie per le regole comuni e per le cose oggettivamente giuste da fare);

fermo restando che il mio lavoro sia indipendente dalla “mia politica”, mai da essa influenzato o influenzabile, ma che insieme possano coesistere;

credo sia del tutto fisiologico e normale che almeno nella mia testa (per ora) io lavori ad una alternativa alla destra (altrimenti come avverrebbe la dialettica ispirata ad Hegel tra tesi ed antitesi?). E credo, ancora, sia del tutto fisiologico e normale che almeno nella mia testa (per ora) io lavori al confronto-incontro tra sinistra e destra (altrimenti come avverrebbe la sintesi ispirata ad Hegel tra tesi ed antitesi che si badi bene è, deve essere, superiore, maggiore – olistica, dunque – rispetto alle stesse tesi ed antitesi? Sintesi vera, diciamolo pure ….).

Questo, sia per confermare l’esattezza della comprensione circa la “mia politica” di coloro i quali (particolarmente in questi giorni) sono entusiasti anche di questi aspetti della mia vita (oltre quelli professionali, di agronomo, di autore di libri, ecc. ). Ringrazio, per tutto (primi aspetti, secondi aspetti, terzi aspetti, ecc.). E su tutto e ci vedete giusto;

sia per “tranquilizzare” tutti coloro che abbiano potuto scorgere contraddizioni o esclusioni. Le contraddizioni non esistono: si tratta, invece, di aspetti di una olistica complessità. È ben diverso. Certo, anche questa è una cosa mia (almeno per ora), nuova, inedita, originale, ecc. Ed è comprensibile, da parte di alcuni, avere dubbi iniziali o anche dubbi curiosi (ci mancherebbe. Anzi, ben vengano). E ne possiamo parlare, anche di persona, per “studiare” la cosa ancora meglio (ci mancherebbe. Anzi ….). Stesso discorso per le esclusioni: non esistono, e ci si può incontrare … per dimostrarlo!

sia per mostrare e dimostrare (ancora una volta) lo stretto legame tra teoria e pratica, tra filosofia e realtà, tra paradigmi e riuscita, tra sostanza e forma, tra contenuti e strumenti, tra metodologia e risultati, tra ideologia ed efficacia, tra identità e soluzioni, ecc. (a trascurare teoria, filosofia, paradigmi, sostanza, contenuti, metodologia, ideologia, identità, ecc. è facile prevedere scenari! No? Nessuna veggenza o magia, solo logica nel giusto paradigma).  

E come sempre, ad maiora!, amici, ad maiora!  

Luca Fortunato (Matera)

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giovedì 9 marzo 2023

Un Mare di Riduzionismo (Cutro e non solo: Covid, Xylella, alberi urbani, ecc.)

Post 421

Un Mare di Riduzionismo  (Cutro e non solo: Covid, Xylella, alberi urbani, ecc.)

Oggi, a Cutro (Crotone), luogo dell’ormai e purtroppo nota strage-tragedia dei migranti, si svolgerà il Consiglio dei Ministri … capirai! Che cosa importante! Che genialata! Che soluzione, soprattutto!

Il che, comunque, ad ogni modo, suggerisce una riflessione di carattere più ampio (perché davvero si possano evitare scenari del genere. Buttarla sempre e solo su cifre, dettagli, procedure, norme, burocratismi, ecc. così come sulle demagogiche manifestazioni di dolore, non aiuterà di certo).  

Anche in questa tematica dei migranti (Cutro e non solo Cutro) c’entrano i Paradigmi di Conoscenza e di Metodo (Riduzionismo e Olismo), c’entra la questione paradigmatica. Eccome se c’entra!

Nell’Olismo, per gli olisti (come il sottoscritto), secondo una visione olistica, seguendo un approccio olistico, il fenomeno dei migranti è inevitabile, è storico, ciclicamente storico. Ed è, altresì, talmente complesso, multifattoriale e multidimensionale (nelle cause quindi, ma anche negli effetti) da avere più che mai dinamiche di tipo non-lineare, improvvise, emergenti, imprevedibili, e quant’altro del genere. Dunque, è un fenomeno che è inutile pensare o tentare di prevenire così come è inutile pensare o tentare di contrastare se non addirittura di risolvere! Lo si può solo accettare, il fenomeno dei migranti, convivendo con esso, e portando la convivenza ad essere sempre più virtuosa. Il che vuol dire (applicando concretamente tali principi):

1. soccorrere e salvare (sempre e prontamente da parte del Paese più prossimo) le persone in mare (con flessibilità,  intelligenza ed umanità, tanto nelle proprie teste ed animi quanto nelle “catene di comando” - queste ultime evidentemente da ripensare e da riscrivere! – quanto ancora nella valutazione di dati meteo, dati “navali”strutturali, e quant’altro – magari ci vorrebbero un po’ più di capacità olistiche quali l’intuizione, l’euristica, la sintesi e la deduzione e non sempre e solo le (in)capacità riduzionistiche quali l’analisi, le induzioni, l’algoritmica, ecc.);

2. una volta a terra, ricordarsi che trattasi di persone (di esseri umani) e procedere a tutto ciò che occorre e gli occorre (sia come primo tempo, sia come secondo tempo: destinazioni future). Ma cosa vuol dire “a terra”? Sulla terra di chi? Se, per esempio, trattasi di una spiaggia italiana allora trattasi di una spiaggia europea. E quindi il tutto a cui dover procedere è a carico dell’Europa (tutta) con specifico coinvolgimento di un suo Paese membro (l’Italia, in questo caso-esempio), riguardo al primo tempo. Questo aspetto (Europa/Paese membro) che sembra scontato, banale addirittura, purtroppo scontato e banale non è.

Bene (… si fa per dire, ovviamente!) Ma la domanda (conclusiva) è questa:

specialmente (ma non solo) riguardo al punto 2, è mai possibile pensare di arrivare a concretizzare qualcosa di buono e di migliore, nel Riduzionismo? Ancor prima di vedere il fenomeno migranti politicamente (Destra, Sinistra, ecc.), occorre vederlo paradigmaticamente (Riduzionismo/Olismo).

Che poi su questo specifico (ma comunque gigantesco) fenomeno-problema dei migranti il Riduzionismo si trova (di fatto) quasi tutto a Destra così come l’Olismo si trova (di fatto) quasi tutto a Sinistra, è cosa certamente da tener conto, ma non deve permettere di distorcere la diagnosi sulla vera natura del fenomeno-problema. Così come non devono permetterlo le parole (schifose e disumane) di Piantedosi, Feltri, Salvini, e compagnia bella, (contro le quali ci sta bene tutta l’indignazione del mondo), e le eventuali responsabilità (che sono e saranno oggetto del lavoro della Magistratura).  

La vera natura del problema è paradigmatica, specificatamente riduzionistica.

E si badi bene che il Riduzionismo non è solo questo (esempi di definizioni valide più che altro nella Scienza e nella Tecnica):  

Riduzionismo: teoria in base alla quale tutti i fenomeni vitali devono essere ricondotti a leggi fisiche e chimiche, spec. con riferimento alle proprietà di un organismo riconducibili alla somma delle caratteristiche delle sue singole parti (De Mauro – Vocabolario)

Riduzionismo: tesi epistemologica secondo cui entità e fenomeni complessi possono essere ridotti alla somma di entità più semplici, analizzabili singolarmente, che li costituiscono e li spiegano dal punto di vista ontologico e causale; p.e. la temperatura viene spiegata interamente con la cinetica dei gas, o nella sociobiologia si tende a riportare fenomeni sociali complessi a unità semplici (geni). In base a questo principio, i concetti di discipline come la biologia, la chimica o l’ecologia sarebbero traducibili nei concetti della fisica classica, considerata la disciplina fondamentale (Garzanti – Scienze)

ma è anche e (purtroppo) questo (esempi di definizioni valide sempre):  

Riduzionismo: tendenza a limitare, a semplificare, anche arbitrariamente, il valore di un avvenimento (De Mauro – Vocabolario)

Riduzionismo: ipotesi che riconduce le manifestazioni dei fenomeni a un unico substrato (Garzanti Linguistica)

a cui si contrappone (fermamente e fortunatamente) l’Olismo definito sia specificatamente per la Scienza e per la Tecnica, come per esempio:

-olismo: Teoria secondo la quale l'organismo non è la semplice somma delle parti che lo compongono, ma una totalità a essa superiore (Hoepli – Dizionario)

 - olismo: s. m. [der. del gr. ὅλος «tutto, intero, totale»]. – Teoria biologica generale derivata dal vitalismo, proposta negli anni Venti in contrapp. al meccanicismo, secondo la quale le manifestazioni vitali degli organismi devono essere interpretate sulla base delle interrelazioni e delle interdipendenze funzionali tra le parti che compongono l’individuo, il quale nel suo complesso presenta caratteristiche proprie, non riconducibili alla somma delle sue parti (Vocabolario Treccani);

sia più in generale (come ad esempio):

-olismo: ogni concezione filosofica e sociologica secondo cui la società è una totalità non riducibile alla somma degli individui e delle loro azioni (De Mauro – Vocabolario)  

Abbiamo visto, in tutti questi anni, di cosa è stato responsabile il Riduzionismo:

-inadeguata gestione della pandemia Covid (che certamente avrebbe avuto i suoi morti ma non così tanti come si sono purtroppo avuti);

-inadeguata gestione (per ora in Puglia ….!?!) della malattia del disseccamento rapido degli ulivi attribuita esclusivamente e riduzionisticamente al batterio Xylella fastidiosa (e che dunque ha portato e porta ancora oggi ad inutili abbattimenti, ad utopistiche lotte all’insetto vettore, ad illusori utilizzi di genotipi d’ulivo resistenti o tolleranti al batterio, ecc. nonché, per altro verso, ad una “fiera-mercato” di rimedi tanto infondati quanto speculatori);

-schianti arborei in Città (di alberi non periziati ma anche di alberi periziati! Ma nel Riduzionismo! appunto), e purtroppo anche con vittime (Napoli, Firenze, ecc.); nonché “capitozzature” di alberi e/o di filari arborei (che vorrebbero rendere più sicuri gli alberi rendendoli invece più pericolosi! Un paradosso tutto in seno al Riduzionismo!, appunto, e che continua anche nella mia Città, ed ancora Oggi! …. mah … “mistero della fede” .. direbbero i miei amici credenti ….);  

 e l’elenco potrebbe continuare per molto ….

Facciamo che Cutro segni l’inizio di una vera svolta paradigmatica.

Certo, sui guai, su tutti, del Riduzionismo state certi, possiamo essere tutti certi, che prima o poi la Magistratura farà il suo lavoro. Per fortuna. Come è giusto che sia. In alcuni casi già lo sta facendo. In altri, lo farà (o lo rifarà). Io ho fiducia. Del resto, che indossino una tuta o indossino giacca e cravatta; che siano singoli o in gruppo; ecc. la cosa non cambia. La legge è uguale per tutti (c’è scritto nelle aule dei Tribunali).  

Ma occorre anche altro: un moto ed un movimento di coscienza e di cultura contro il Riduzionismo (e quindi a favore dell’Olismo).

Ad maiora!

Luca Fortunato (Matera)

  

giovedì 2 marzo 2023

L’Olismo del “Che”

Post 419

L’Olismo del “Che”

(ricollegandomi al post 408 e al post 418 – vedere)

Non solo per fronteggiare la Destra (specialmente quella di Piantedosi, di Valditara, di Nordio, ora pure di Feltri! ecc. e di tutti i loro simili … mamma mia! Per quel che riguarda l’Italia; e di Trump – che non è affatto finito politicamente, anzi …. - per quel che riguarda gli Stati Uniti d’America);

ma soprattutto per far ritornare la vera Sinistra (anche rimarcando la differenza dall’attuale pseudo-Sinistra, PD in primis … anche ora con la “nuova” segreteria/segretaria),

arricchisco e ri-arricchisco questo blog con alcuni aspetti del pensiero olistico di Ernesto “Che” Guevara.

E poi ditemi – in tutta coscienza e in tutta onestà intellettuale - se ancora Oggi e in rapporto ai fatti di Oggi, non vi è bisogno di cose del genere, di ispirarsi a cose del genere! Che sembrano cose lontane da noi (sia in termini di tempo – secolo scorso – sia in termini di luoghi – America Latina) ed invece sono vicine, vicinissime, attuali ed attinenti come non mai.

Di trarne, poi, le conseguenze (deduttivamente). E di applicarle - con estrema intransigenza ed energia - alla realtà e nella realtà, tutta (Politica, Scuola, Cultura, Economia, Lavoro, Scienza, Tecnica, Media, Giustizia, ecc.)!

La gente, il popolo, ha compreso che, per quel che riguarda l’Italia per esempio, la tragedia-strage di Cutro (Crotone) è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso (già pieno, pienissimo).

Altro che chiacchiere (del PD, per esempio) e altro che disumane, indegne, inadeguate, animalesche, vili e pericolosissime idee e pratiche fascistoidi (dell’attuale Governo italiano, per esempio!).

Buona lettura, Luca Fortunato (Matera)

·         

“L’uomo non può venir incasellato entro i rigidi modelli in cui vengono classificati separatamente i suoi meriti e vengono sommati, in modo aritmetico, i valori parziali di questa classifica per ottenere il totale, perché l’uomo è una totalità.”  

“Il fatto che si sia levato l’intero popolo cubano per difendere la Rivoluzione dimostra come il calcolatore, la macchina elettronica cha sa fare bei conti, non serve a misurare lo spirito umano.”

“Non mi nutro di quello di cui si nutrono i turisti. No, non si arriva a conoscere un paese o a trovare una spiegazione della vita in questo modo. Questa è una faccenda di lusso, la vera anima si rivela nel malato dell’ospedale, nel detenuto nel posto di polizia.”

“L’uomo nel socialismo, a onta della sua apparente standardizzazione, è più completo; a onta della mancanza di un meccanismo diretto a questo fine, la sua possibilità di esprimersi e di far sentire la propria voce nell’apparato sociale è infinitamente maggiore. Noi socialisti siamo più liberi perché siamo più completi e siamo più completi perché siamo più liberi.”

“Non importano più le ore di lavoro, non importa quello che si guadagna, non interessano i premi, ciò che importa è la soddisfazione morale di contribuire all’ingrandimento della società, la soddisfazione morale di dare il proprio contributo individuale all’impegno collettivo e di vedere come grazie al lavoro di ciascuno, si può fare un lavoro collettivo, organico, che è il riflesso di una società che progredisce. “

“[…] non vi possono essere tecnici che si limitano a parlare di tecniche, quando c’è di mezzo il destino dei popoli […]”

“Dobbiamo unire l’entusiasmo di tutti e lo studio attento. L’agricoltura è una scienza che va trattata con rispetto. […] fin dall’inizio della riforma agraria i grandi latifondi per l’allevamento e la coltura dello zucchero non furono suddivisi tra i singoli contadini, non furono intaccati, ma incominciarono ad essere coltivati collettivamente.”

“La macchina deve essere accettata da tutti gli operai con un senso di liberazione della loro energia. La macchina si pone al servizio dell’uomo quando si annulla lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. E noi stiamo cercando proprio questo: che la macchina diventi uno strumento di liberazione del contadino, che gli consenta di avere più tempo libero e di dedicare più tempo alla sua istruzione.”

“L’industria è il futuro. Ma per sviluppare l’industria dobbiamo sviluppare la tecnica e per sviluppare la tecnica ai livelli che desideriamo dobbiamo sviluppare contemporaneamente la coscienza. Dobbiamo fare di ognuna delle nostre fabbriche una grande scuola collettiva.”

“Sono moderati tutti quelli che hanno paura o tutti quelli che pensano in qualche modo di tradire. Il popolo non è in nessun modo moderato.”

“Sono marxista, sono ateo, non ho dunque il problema di Dio. Ma se Dio fosse esistito per davvero, il mio sogno non avrebbe potuto che essere: avere un posto nel Suo cuore”

 Ernesto “Che” Guevara

(1928 – 1967)

(rivoluzionario, guerrigliero, politico, medico,

scrittore, viaggiatore, fotografo, sportivo, ecc.

argentino e cubano, cittadino del mondo) 


 

martedì 28 febbraio 2023

PD e Sinistra: restano cose diverse.

Post 418 (versione aggiornata e definitiva alle ore 19:18)

PD e Sinistra: restano cose diverse.

Ha vinto Schlein. E allora? Per carità, è fatto positivo che sia donna e che sia giovane, (e, personalmente, mi è pure simpatica), ma poi? Cos’altro? Non saprei. Proprio non capisco. Titoli e titoloni sui giornali del tipo “svolta PD”, “nuovo PD”, “abbiamo vinto”, ecc. Mah … Avesse vinto pure Bonaccini (o De Micheli o Cuperlo). E allora? Non avrei ugualmente capito, non avrei colto comunque la differenza (in termini di Sinistra). Mah … Alla soglia dei 50 anni o mi sono completamente rimbecillito oppure conservo ancora la libertà ed il coraggio di pensare con la mia testa ed in modo obiettivo, scientifico (…. da bravo marxista!). Fate voi.

Ad ogni modo, sono state primarie dunque interne o comunque riferite e riferibili (da esterni) ad una forza politica che per me era ed è pseudo-Sinistra e che come tale rimarrà. Non vedo cosa possa essere cambiato o cosa potrà mai cambiare in merito alle vere questioni della Sinistra (italiana). Ci vuole ben altro.

Anche perché il PD (a cui sono stato iscritto ma da cui già dal 2010 mi sono allontanato, formalmente – non rinnovando mai più la tessera – e sostanzialmente – rimanendo sempre su contenuti di vera Sinistra, che pur c’erano nel PD ma che poi sono spariti, fagocitati dal Centro del partito), ne è uscito un partito spaccato, spaccato a metà, e quindi debole (potenzialmente in odor di scissioni o abbandoni, ecc. così come in odor di correnti vecchie e/o nuove). Ed è debole sia in termini assoluti sia in  termini relativi cioè rispetto a ciò che deve (o dovrebbe) fronteggiare. Ci vuole (ancora) ben altro.

Anzi, se vogliamo, il risultato delle primarie va a dimostrare proprio il contrario rispetto ai festeggiamenti e agli entusiasmi di queste ore e cioè la necessità di chiudere l’esperienza PD, di sciogliere il PD, senza perdere altro tempo prezioso, e di creare una totalmente nuova forza politica di vera Sinistra (che per raggiungere il potere avrà comunque bisogno di tempo, di anni. Ma se non si comincia? Bisognerebbe pur cominciare! No?). Potevo capire un “recupero del PD” se le primarie avessero dato un risultato (interno o comunque riferibile al PD stesso, si badi bene) di un vincitore-neo segretario all’80% o anche al 70%. Ma con un 54%, di che parliamo? Si può vincere “di misura” una elezione a Sindaco (ci può stare pure bene!) ma non una elezione del genere, che riguarda un partito con problemi giganteschi (identità politica, in primis) e che dovrebbe fronteggiare (comunque fronteggiare, all’opposizione o al governo) problemi e scenari (nazionali e internazionali) gravissimi! Ma di che parliamo? 

Ed anche il dato regionale con 12 Regioni a fronte di 8 Regioni (12 a Schlein, 8 a Bonaccini) non è che sia proprio buono (nel senso che non esprime una vittoria chiara ed utile, come invece sarebbe stato con 18 Regioni a fronte di 2 Regioni, ma anche con 17 Regioni a fronte di 3 regioni).

In realtà, Schlein non è vera vincitrice, così come Bonaccini non è vero perdente. Ed il PD che già era moribondo come soggetto politico (era una mela con tante gallerie di bruco al suo interno, le correnti) ora è addirittura peggiorato  (una mela spaccata in due! Nemmeno più mela intera ….).

E c’entra poco anche il fatto che siano andati a votare (alle primarie di “un” partito, ricordiamolo sempre, interni o esterni ad esso si sono riferiti) in 1.098.623 se consideriamo che l’astensionismo (come aventi diritto al voto che non votano) nel Paese Italia ha raggiunto l’enorme quota del 36%, con punte addirittura del 50% qui al Sud. E quindi e sempre: ma di che parliamo?

Ma tant’è, se non sarà il coraggio a fargli accettare la verità, sarà la realtà (dei prossimi mesi ed anni) a imporglielo. Il problema, è che il Paese, l’intero Paese, ne risentirà, ne risentirà ancora (perché per un Paese sano occorre una Politica sana che può essere sana solo se si confrontano dialetticamente, alternandosi al Potere, una vera Destra – che c’è – ed una vera Sinistra – che non c’è, che non c'è ancora, ma che potrebbe ritornare! ma non certamente ad opera della neo-segretaria PD, persona squisita ma le esigenze ben altre sono).

Ad ogni modo, ci vuole ancora ben altro per fronteggiare l’astensionismo, appunto (problema serissimo);

ben altro per fronteggiare la Destra (di Piantedosi! di Valditara! …. mamma mia! E di tutti gli altri loro simili … anche futuri);

ben altro per fronteggiare le disuguaglianze (tra individui e tra famiglie così come tra territori nazionali);

ben altro per fronteggiare il problema ecologico-ambientale (cambiamenti climatici, dissesto idrogeologico, inquinamento, fonti energetiche, ecc.);

ben altro per fronteggiare la guerra Russia – Ucraina (che in realtà è conflitto Oriente – Occidente);

ecc. 

Per me le questioni, le vere questioni, non cambiano, restano tutte, tutte quelle che ho evidenziato nel post n. 408 del 21/11/2022 dal titolo “Il ritorno della (vera) Sinistra”, che invito i lettori di oggi a leggere o a ri-leggere. Sono interessato e/o disponibile solo nelle direzioni espresse, appunto, nel post 408. Pertanto, prima di messaggiare, di scrivermi, di telefonarmi (addirittura), di coinvolgermi, di volermi in campo, ecc. quantomeno si leggano prima i miei post politici (nella sezione Etichette in basso a destra nel blog, cliccare sull’etichetta “politica”, ne escono tanti di post …. 42 per la precisione ….). E poi ne possiamo parlare. OK?

Ciao a Tutti.

(……. torno a cose più serie, cioè al mio lavoro, che per merito e per fortuna, è sempre tanto! sia come Dottore Agronomo (in senso proprio), sia come Autore di libri (cittadino, agronomo, artista, ecc.), e torno ai miei impegni sia come marito sia come papà (e questa è la cosa più bella di tutte) …….. )

Luca Fortunato (Matera)

 

lunedì 21 novembre 2022

Il ritorno della (vera) Sinistra

Post  408

Il ritorno della (vera) Sinistra

(N.B. nuova serie di post “Generàlia”, vedi post 404, 405, 406; e intermezzo sul piano editoriale post 407)

La Sinistra è Marx, Marx è la Sinistra. Marx è olistico, cioè è nell’Olismo. Ed una Sinistra che si rispetti non può che essere olistica, cioè trovarsi nell’Olismo. Ma di ciò, avete un blog intero da esplorare o ri-esplorare (nonché un richiamo antologico in calce al presente post). Andiamo avanti:

come poi applicare Marx alla società odierna, al tempo d’oggi, ecco questo deve essere lavoro, dialogo, discussione, elaborazione, sintesi, ecc. Da parte di chi vuole che la Sinistra ritorni. E ritorni a vincere. Per governare. E per governare bene. Perché vincere per vincere o vincere per il potere in sé non serve a nulla.

Ve lo ricordate (giusto per fare un esempio, per rendere l’idea) l’enorme successo del PD di Renzi alle Europee del 2014? Oltre il 40%! Titoloni sui giornali, feste, applausi, tutti contenti …. Eppure, come è noto, io non ci credetti per un solo istante a quella “vittoria”: non c’erano le fondamenta contenutistiche, non c’era una vera identità politica, non c’era un autentico e stretto rapporto con la gente, non c’era la reale consapevolezza di aver “vinto” in un contesto di grande astensionismo, ecc. Sapevo che si trattava di una vittoria illusoria o meglio di una Vittoria di Pirro (ad un prezzo insostenibile: il continuare a tradire l’identità politica, la perdita della riconoscibilità politica, il giocarsi la credibilità politica, ecc.). E infatti il tutto si è poi sgonfiato .. e de brutto! (come direbbero a Roma …).

Ci vogliono, o meglio ci ri-vogliono, i contenuti. Di vera Sinistra. Prima di tutto. Prima di ogni cosa. Poi, tutto il resto. In Politica, le persone hanno senso (con le loro specificità e peculiarità soggettive: capacità, competenza, carattere, cultura, intelligenza, esperienza, ecc.) solo all’interno di un preesistente ed oggettivo contesto ideologico e ben chiaro e definito. Come è sempre stato, del resto, prima degli anni Novanta. Ritornare, dunque, al buon passato della Politica per averne un buon Futuro.

L’ideologia (politica) non è solo una questione di testa è anche una questione di cuore. L’ideologia (politica) serve - sia a chi fa politica sia a chi deve votare -  per non smarrirsi perché parla sia alla testa che al cuore. Considerare – in modo riduzionistico, nel Riduzionismo – solo le cifre, i numeri, le percentuali, gli equilibri numerici, i seggi, i sondaggi, ecc. cioè solo la matematica politica con relative decisioni solamente ragionieristico-razionali è da idioti politici. Considerare, invece, - in modo olistico, nell’Olismo – la matematica politica unitamente, in sintesi, all’anima politica, al sentimento politico, al cuore politico, ecc. è da politici (veri). Chi li ha più visti dai primi anni Novanta ad oggi? Boh ……

A casa della Sinistra, nello specifico, dalla caduta del muro di Berlino ad oggi (e per noi italiani dalla Bolognina ad oggi) è tutto da dimenticare, cancellare. È stato un progressivo, sbagliatissimo e iper-razionalistico allontanamento da Marx. Trascurando ciò che Marx aveva rappresentato anche per il cuore delle persone (oltre che per le loro zucche). L’esperienza storica del marxismo andava rivista criticamente, ma non certamente abbandonata! Ma anche sul piano razionale, è stato un disastro: non è che se dei chirurghi ammazzano dei pazienti in sala operatoria, vuol dire che la Chirurgia (scienza e tecnica) sia sbagliata! Giusto per rendere l’idea .. Sono sempre stato contrario all’involuzione identitaria PCI – PDS – DS – PD. Dal rosso, al rosa, al rosa annacquato, al bianco rosé! Ed oggi i fatti mi danno più che ragione. Doveva rimanere PCI. Rosso. E senza dividersi in altre formazioni anche rosse ma troppo frammentate. Ma tant’è.

Stop, quindi, a questo suicidio politico! Ritornare a Marx. Per rilanciarlo in chiave moderna. Dichiararlo, esserne fieri ed orgogliosi, seguire la strada maestra (anche perché la Destra al Governo per la prima volta nella storia d’Italia dopo il regime fascista e benché in modo assolutamente legittimo e democratico, non è un qualcosa che si possa semplicemente “analizzare” – con i consueti parametri, per giunta –  e a cui rispondere come sempre cioè a “punti analitici”. Occorre, invece, una consapevolezza sistemica, sintetica, radicale, intera e olistica dell’accaduto con altrettanta risposta sistemica, sintetica, radicale, intera e olistica: riprendere, rielaborare e rilanciare Marx, appunto! Per giunta, in un contesto geo-politico instabile e pericoloso in cui il mezzo guerra, purtroppo, viene ancora scelto per difendere le proprie ragioni. E chi meglio di Marx, della sua natura e vocazione veramente internazionale – che tende ad unire sul piano sostanziale i popoli della Terra, al di là dei formalismi degli accordi, dei pezzi di carta, degli opportunismi, ecc.), può indicare e tracciare la giusta strada? La giusta direzione?).

Alcuni punti critici di questa meravigliosa e coraggiosa “operazione”:

1. Marx è da intendere come il Marx puro, cioè i suoi scritti. Ciò cha hanno fatto di Marx nella Storia, non va rinnegato (ci sono state ragioni determinate) ma se va ancora considerato va fatto in modo critico o meglio auto-critico (è stato un esperimento mal riuscito, nel suo complesso. Certo, con delle virtuose eccezioni come Cuba, per esempio. O persone come Antonio Gramsci, Palmiro Togliatti, Enrico Berlinguer, qui da noi. O altri ancora. Ma tutti, tutte queste virtuose eccezioni (e queste sì che possiamo considerarle), hanno rispettato Marx (vedi esempi in calce a questo post). Ma in generale, no, non è andata bene. Ma questo proprio per aver travisato, frainteso, distorto, manipolato, affrettato, tante, troppe cose di Marx e che infatti facevano dire allo stesso Marx in modo ironico-paradossale “non sono marxista!”). Stop, dunque. Ritornare ai suoi scritti originari e/o a pochissime interpretazioni giuste e rispettose del suo pensiero. E rilanciarli in chiave moderna. Del resto, l’attualità di Marx è sconcertante: in tutti questi anni sono stati scritti libri e libri sull’attualità di Marx, sulla validità di Marx ancora Oggi, ecc. E di enormemente nuovo e rivoluzionario sarà applicare tutto ciò, dovrà essere l’applicare tutto ciò, trasferirlo nella realtà, nella realtà operativa. La teoria va benissimo, anzi deve essere sempre il punto di partenza e non solo nella Scienza (e sempre contro un certo empirismo che considera solo i fatti senza teoria o che pretende di arrivare ad una teoria dopo i fatti), ma essa – la teoria - poi va applicata, utilizzata (altrimenti resterebbe sola speculazione filosofica); 

2. il tempo: la nuova o meglio rinata Sinistra deve puntare alla conquista del potere (vittoria alle elezioni politiche, amministrative, ecc.) tra 10 anni. Se poi dovesse accadere prima, ben venga. Ovviamente. Ma la prospettiva e la logica deve essere a 10 anni: senza fretta e subendo gli errori commessi (e beh. Reagire da animali feriti  non servirebbe a niente. Anzi, peggiorerebbe ulteriormente le cose. Occorre reagire da persone ferite. Ben diverso. Non è anche in “queste cose”, la differenza tra il “nero” ed il “rosso”?); mettendo in conto anche ed eventuali ed ulteriori peggioramenti elettorali (l’antica novità andrà metabolizzata, con anche qualche mal di pancia eventualmente, ma nel tempo verrà metabolizzata tutta, e soprattutto perché ci sarà stata! Dice Noam Chomsky: “I comunisti non credevano nelle vittorie facili. Forse otterrai qualcosa, forse no, ma intanto getti le basi per qualcos’altro, ti prepari per la prossima battaglia: è questa mentalità che manca oggi”); programmando ed attuando una riconquista lenta ma progressiva, inesorabile ed inarrestabile delle persone, della società. Attraverso presidi politico-culturali a carattere territoriale e costantemente presenti e attivi (a prescindere dalle occasioni e dalle contingenze elettorali e/o dai palazzi del potere, grandi o piccoli che siano), ritornando con la gente, tra la gente (a prescindere dai palazzi!). Dunque, occorre prima una ri-definizione identitaria della Sinistra ed una conseguente riconquista della gente sul piano politico-culturale, dei contenuti (valori, idee, priorità, scopi, sostanza, rapporto “fisico” con la gente, ecc. di Sinistra!). E dopo, solo dopo, una ridefinizione politico-elettorale della Sinistra ed una conseguente riconquista della gente nelle campagne elettorali e nelle urne (programma, simbolo, comizi, coalizione, alleanza, candidati, ecc.). Specialmente, una riconquista di consensi e di voti nell’attuale e mai così vasto popolo dell’astensionismo: lo scorso settembre, il 36% degli aventi diritto al voto non è proprio andato a votare, con punte del 50% al Sud. Il che rende certamente legittima ma anche molto relativa la “vittoria” della Destra. Il che non è una scusante per la pseudo-Sinistra sconfitta (che ha perso perché pseudo …. ! Sia chiaro). Ma tant’è. L’intero popolo dell’astensionismo esiste a ragion veduta. E di cui anch’io e finora mi sono onorato d’essere parte. A ragion veduta: non c’è più stata Sinistra perché avrei dovuto continuare a votare? Chi? Cosa? Boh ….. Ma nel prossimo futuro sarà diverso. A ragion veduta! Ed io l’anno prossimo compio 50 anni. Magari a 55-60 anni entro in politica. Mi candido, pure. Perché no? E prima? Nel frattempo? Nei prossimi 5-10 anni? Farò politica! Lo stesso! Come? Vedrete. Tempo al tempo. Costruendo necessarie premesse. Acquisendo, lo stesso, potere. Per poi fare politica cambiando per davvero le cose, il sistema, il Paese. Non sono mica una sardina, io? O un apriscatola per contenitori di tonno? O un bullo-bomba? O un “bianco” imboscato nel “rosso” a rendere il tutto di un “rosé” che nessuno giustamente più “….aga”? O un intellettualoide da giornale o da salotto o da libro commerciale? O solo la mia vita privata – famiglia, professione, mia editoria, arte, viaggi, ecc. – o con le giuste condizioni e premesse anche l’impegno diretto in politica);   

3. partito o movimento? Movimento. Oggi deve essere un movimento. O meglio, si è  sempre trattato di un movimento! Ricordiamolo qui: “Il comunismo non è una dottrina ma un movimento. […] Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente “ – (Karl Marx). Ma, in ogni caso, ci vuole un nuovo nome, un nuovo simbolo, …. nuovo tutto! E con il divieto statutario di correnti interne! Bande interne! Capi banda, ecc. ecc. ecc. Ed altre mille diavolerie e scuse che nulla hanno a che fare con la Politica (ma che hanno a che fare con il solo potere per il potere, gli affari di vario tipo, ma anche con sindromi psichiatriche, …. diciamocela tutta!). Ma in questo rinnovamento, le radice (Marx) deve esserci. Chiara, dichiarata, palese, fiera, orgogliosa. La Sinistra quella è. Prendere o lasciare (…. e state sicuri che - ritornata vera - la prenderanno o la ri-prenderanno. Specialmente dopo il governare da parte della Destra vera. Un governare pienamente legittimo e legittimato con vittoria in elezioni democratiche, ma tuttavia già deludente e che continuerà a deludere moltissimo gli stessi suoi votanti. Mi è difficile, infatti, immaginare una persona che pur avendo votato certamente e consapevolmente a Destra, si possa ora riconoscere in cose del genere: gestione disumana, dis-umanitaria e tecnicistica (“carico residuale”, ecc.) della questione migranti e ONG con anche imbarazzante crisi diplomatica con la Francia con addirittura la necessità dell’intervento del Presidente Mattarella!; esagerato, sciatto ma pericolosissimo decreto anti – rave; scippo e alterazione-manipolazione del significato della sovranità alimentare; discriminazione territoriale da ’”autonomia differenziata”; ritocchi a briciole dell’IVA; ecc. Hanno vinto le elezioni certo … ma non è proprio cosa loro governare! La loro radice è malata (difendere e conservare le differenze e quindi le disuguaglianze. Come se ci trovassimo in una Società naturale, di animali). C’è poco da fare. Ci sarà poco da fare. La radice della vera Sinistra invece è sana (criticare e superare le differenze e quindi le disuguaglianze. Perché ci troviamo in una Società culturale, di persone). Marx è sano. È qui l’enorme differenza. Da ri-valorizzare e ri-lanciare, appunto. Ad ogni modo, è da notare come la sfida politica – culturale ed elettorale – è tra vere radici politiche, tra vere identità politiche, “storiche”, ideologiche. Altro che Destra e Sinistra sono scomparse! Altro che Fascismo e Comunismo non ci sono più! Sono più vivi che mai! L’ho sempre sostenuto, contro una superficiale moda “né Destra né Sinistra” “oramai sono categorie scomparse”, “niente più ideologie”, “votare le persone” ed altre fesserie del genere. Oggi i fatti mi danno più che ragione. Ma tant’è);

4. questo è un punto oggettivo, il punto oggettivo di vera Sinistra (oggi) da cui ri-partire, e che è da mantenere. Dal quale poi dedurre tutto il resto (anche in tanti modi diversi, certamente) ma che è imprescindibile. Altrimenti è altro (Destra, pseudo- Sinistra). Legittimamente, ma altro. Qui parliamo, stiamo parlando del ritorno della vera Sinistra. No? E allora:

Controllo Generale della Produzione Nazionale (privata e/o pubblica: cibo, oggetti, materiali, energia, ecc.): cosa produrre, quanto produrre, quando produrre, come produrre, in funzione dei reali bisogni delle persone (individui, famiglie, ecc.; senza sprechi da una parte, senza mancanze dall’altra) e contemporaneamente in funzione delle reali capacità degli ecosistemi (agricoli, forestali, marini, urbani, ecc.). In pratica, il superamento della logica e della prassi dell’”economia di mercato” (anche perché le inchieste giudiziarie alla fin fine ti dicono quasi sempre che le grandi fortune private di mercato sono in rapporto all’imbroglio, all’evasione fiscale, al voto di scambio, al favoritismo, ecc. …). E, a dedurre, un Piano Generale del Lavoro Nazionale (e secondo ogni forma di possibile scelta pubblica e/o privata: lavoro a tempo indeterminato, lavoro a tempo determinato, lavoro autonomo, libera professione, ecc.) che faccia lavorare tutti (mai più l’esistenza della disoccupazione, mai più il “reddito di cittadinanza”, ecc.), tutti di meno (grazie anche ad un uso saggio e mirato della Tecnologia di Oggi), in sicurezza (realmente garantita), senza sfruttamento (mai più caporalato, ecc.), e che assicuri a tutti - sempre e comunque - denaro e/o beni necessari al mantenimento di una condizione di benestanti (mai più l’esistenza di poveri, mai più l’esistenza di ricchi. Tutti hanno diritto al soddisfacimento dei propri bisogni. Siamo società di umani o di bestie? Poi, chi merita di più (per talento, capacità particolari, idee, intuizioni, originalità, ecc.) avrà soddisfazioni e riconoscimenti morali e sociali al di là della egualitaria dimensione materialistica di denaro, oggetti, mezzi, proprietà, ecc. ).

Ed il tutto nazionale, in rapporto etico e strategico a livello internazionale: per esempio, primo accoglimento dei migranti da parte del Paese fisicamente interessato allo sbarco o dalla rotta di sbarco e secondo accoglimento da parte di tutti i Paesi comunitari. Siamo società di teste e di cuori o siamo società di sole pance? E così via.

E a dedurre, per logica coerenza, tutto il resto: Istruzione, Università, Ricerca, Cultura, Giustizia, Famiglia, Sport, Sanità, Interno, Territori regionali, Difesa, Infrastrutture, Turismo (“ governo sovrastrutturale”).  

Infatti, Pubblica amministrazione, Esteri, Economia, Sviluppo Economico, Industria, Energia, Agricoltura, Ambiente, Infrastrutture e Lavoro saranno articolazioni di un unico ed organico Governo di Base (“strutturale”).  

Utopia? Vedremo … (intanto sono idee. Esistono. E si diffondono. Legittimamente)

Assoluta necessità? Oggettiva come da vero marxismo? Direi proprio di SI! Se la Società (cioè noi tutti) vuol sopravvivere (visto il clima geopolitico, visto il clima sociale, visto il clima naturale, ecc. che ci sono e che se non si cambia per davvero potranno solo peggiorare ….)

Altro che chiacchiere (della pseudo-Sinistra) o assurde pericolosità (della Destra). 

Luca Fortunato (Matera)

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P.S.

Eric Hobsbawm (storico, scrittore, 1917 – 2012):

[…] come dobbiamo considerare Marx oggi? Come un pensatore per tutta l’umanità e non soltanto per una parte di essa? Certamente. Come un filosofo? Come un analista economico? Come un padre fondatore della scienza sociale moderna e una guida per la comprensione della storia umana? Anche, ma l’aspetto di Marx che Attali ha giustamente sottolineato è il suo pensiero universalmente omnicomprensivo. Non è “interdisciplinare” nel senso convenzionale del termine, bensì integra tutte le discipline. Come scrive Attali: “i filosofi prima di lui hanno pensato l’uomo nella sua totalità, ma lui fu il primo a comprendere il mondo come un tutt’uno che è allo stesso tempo politico, economico, scientifico e filosofico” […] come Marx aveva previsto, la grande maggioranza della popolazione economicamente attiva dipende dai propri stipendi e salari, e dunque riconosce la distinzione tra gli interessi di chi distribuisce il salario e di chi lo percepisce. Per cui, allorché sorgono conflitti tra le due parti, questi richiedono un’azione collettiva; la lotta di classe quindi continua, con o senza il sostegno delle ideologie politiche. Inoltre, il divario tra i ricchi e i poveri e le divisioni tra gruppi sociali con interessi divergenti continuano ad esistere, che ci piaccia o meno chiamare questi gruppi “classi”. Per quanto le gerarchie sociali possano essere differenti da quelle di cento o duecento anni fa, la politica va dunque avanti, sebbene solo in parte come politica di classe. […] Ancora una volta è palese che il funzionamento del sistema economico debba essere analizzato sia storicamente, come una fase e non la fine della storia, sia realisticamente, vale a dire non in termini di un equilibrio di mercato ideale, ma di un meccanismo interno che genera crisi periodiche potenzialmente in grado di mutare il sistema. Quella attuale potrebbe essere una di queste. Ancora una volta è chiaro che, anche in mezzo a grandi crisi, il “mercato” non ha risposte al problema principale che il XXI secolo ha di fronte: una crescita economica illimitata e sempre più hi-tech alla ricerca di profitti insostenibili produce una ricchezza globale, certo, ma a scapito di un fattore della produzione, il lavoro umano, che diventa sempre più superfluo, e, aggiungeremmo, delle risorse naturali del pianeta. I liberalismi politico ed economico, da soli o in combinazione, non possono fornire la soluzione ai problemi del XXI secolo. E’ ora di prendere di nuovo Marx sul serio. 

Fritjof Capra (fisico, scienziato, 1939 -):

[…] Chiunque voglia tentare seriamente di capire la condizione sociale dell’umanità deve occuparsi del pensiero di Karl Marx, di cui non potrà non sentire il fascino intellettuale, che ancora persiste. […] Mentre il Marx rivoluzionario è stato canonizzato da milioni di individui in tutto il mondo, gli economisti hanno dovuto prendere in esame – ma più spesso hanno preferito ignorare o citare in modo scorretto – le sue predizioni imbarazzantemente esatte, fra cui quella del verificarsi di cicli economici di “boom” e di depressione e quella della tendenza delle economie di mercato a sviluppare “eserciti di riserva” di disoccupati […] La concezione di Marx del ruolo della natura nel processo produttivo era parte della sua percezione organica della realtà, come ha sottolineato Michael Harrington nel suo convincente riesame del pensiero marxiano. Questa visione organica, o sistemica, viene spesso ignorata dai critici di Marx, i quali affermano che le sue teorie sono esclusivamente deterministiche e materialistiche. […] La conoscenza ecologica è sottile e difficile da usare come base per un attivismo sociale, poiché altre specie – si tratti di cetacei, di sequoie o di insetti – non forniscono energie rivoluzionarie per mutare le istituzioni umane. Questa probabilmente è la ragione per cui i marxisti hanno ignorato tanto a lungo il “Marx ecologico”. Studi recenti hanno portato in luce alcuni aspetti molto sottili nel pensiero organico di Marx […] Marx, come Freud, ebbe una vita intellettuale lunga e ricca, con molte intuizioni creative che hanno plasmato in modo decisivo la nostra epoca. […] Il pensiero marxiano è suscettibile di una vasta gamma di interpretazioni e quindi continua ad affascinare gli studiosi. […] Nella sua critica egli andò oltre i problemi sociali e spesso rivelò profonde percezioni umanistiche, per esempio discutendo il concetto di alienazione. Infine, benché Marx argomentasse spesso a favore del determinismo tecnologico, cosa che rese la sua teoria più accettabile come scienza, ebbe anche intuizioni profonde dell’interrelazione fra tutti i fenomeni, vedendo nella società un tutto organico in cui ideologia e tecnologia sono ugualmente importanti.

Pier Paolo Pasolini (poeta, scrittore, regista, 1922 – 1975):

“Come sono diventato marxista? Ebbene … andavo tra fiorellini candidi e azzurrini di primavera, quelli che nascono subito dopo le primule, - e poco prima che le acacie si carichino di fiori, odorosi come carne umana, che si decompone al calore sublime della più bella stagione - e scrivevo sulle rive di piccoli stagni che laggiù, nel paese di mia madre, con uno di quei nomi intraducibili si dicono “fonde”, coi ragazzi figli dei contadini che facevano il loro bagno innocente (perché erano impassibili di fronte alla loro vita mentre io li credevo consapevoli di ciò che erano) scrivevo le poesie dell'“Usignolo della Chiesa Cattolica”; questo avveniva nel '43: nel '45 “fu tutt'un'altra cosa”. Quei figli di contadini, divenuti un poco più grandi, si erano messi un giorno un fazzoletto rosso al collo ed erano marciati verso il centro mandamentale, con le sue porte e i suoi palazzetti veneziani. Fu così che io seppi ch'erano braccianti, e che dunque c'erano i padroni. Fui dalla parte dei braccianti, e lessi Marx. […]”

Mario Bandini (agronomo, 1907 – 1972):

Il socialismo nega – come le altre correnti volontaristiche – che l’assetto sociale determinato dall’individualismo e dal libero gioco delle forze economiche, sia confacente alla giustizia e alla dignità umana. Esso vede il mondo in sfruttati e sfruttatori; in privilegiati e diseredati; in uomini che fanno il loro lavoro ed il loro dovere per il bene comune, ed uomini che vivono invece del lavoro altrui. […] E’ superfluo dire che il socialismo non critica il capitale, che è fattore indispensabile di ogni produzione economica, anche della più elementare: critica l’appropriazione di tale capitale da parte dei ceti privilegiati. Il socialismo vede di conseguenza, come rimedio alla ingiusta conformazione della società umana, la riduzione al minimo possibile della proprietà privata. Le forme pratiche per attuare questa variano tuttavia secondo le varie correnti. Alcuni si spingono all’estremo di propugnare insieme alla soppressione del capitale privato, anche il pareggiamento, entro certi limiti, dei bisogni e del tenore di vita (comunismo in senso stretto); altri vedono la soluzione nell’appropriazione dei capitali da parte dei lavoratori (marxismo in senso originario); altri vedono nello Stato il supremo regolatore della vita economica e della distribuzione dei capitali tre le varie attività (socialismo di Stato); altri infine si limitato a propugnare grandi riforme sociali, interventi statali per eliminare la formazione di ricchezze male distribuite […] A tutte queste manifestazioni fu, interno alla metà del secolo scorso, dato carattere rigoroso da quel forte pensatore e studioso che fu Karl Marx […] “il piccolo campo” è l’utensile del contadino, come la pialla è quello del falegname ed il bisturi quello del chirurgo. Il piccolo proprietario, il falegname, il chirurgo non sfruttano il lavoro altrui, e non hanno quindi a temere di vedersi levati i loro strumenti da una rivoluzione socialista. […]

Palmiro Togliatti (politico, 1893 – 1964):

“Noi siamo democratici in quanto siamo non soltanto antifascisti, ma socialisti e comunisti. Tra democrazia e socialismo non c'è contraddizione” […] Ogni Stato è una dittatura» diceva Gramsci. Questa affermazione è vera e rimane valida. La costruzione della società socialista costituisce un perio­do transitorio tra la rivoluzione che abbatte il capitalismo e il trionfo del socialismo e il passaggio al comunismo. In questo periodo transitorio, la direzione della società appartiene alla classe operaia e ai suoi alleati, e il ca­rattere democratico della dittatura proletaria deriva dal fatto che questa direzione si realizza nell’interesse della schiacciante maggioranza del popolo, contro i residui delle vecchie classi sfruttatrici. Si può discutere quanto debba e possa durare questo periodo transitorio, ed altrettanto evidente è che nel corso di esso ci possono essere diverse fasi, e quindi forme diverse di sviluppo democratico. […..] Prima Marx ed Engels e in seguito Lenin nello sviluppare questa teoria affermano che l’apparato dello Stato borghese non può servi­re per costruire una società socialista. Questo apparato deve essere dalla classe operaia spezzato e distrutto, sostituito dall’apparato dello Stato proletario [...]. Questa posizione rimane pienamente valida, oggi? Ecco un tema di discussione. Quando noi, infatti, affermiamo che è possibile una via di avanzata verso il socialismo non solo sul terreno democratico, ma anche utilizzando le forme parlamentari, è evidente che correggiamo qualche co­sa in questa posizione, tenendo conto delle trasformazioni che hanno avu­to luogo e che si stanno ancora compiendo nel mondo. [….] Dobbiamo tener presente quello che diceva Lenin circa il carattere illusorio della democrazia borghese. Noi possiamo oggi mettere fine, in parte e anche in gran parte, a questo carattere illusorio, possiamo cioè creare un terreno veramente democratico sul quale si possa vittoriosamente svolgere la lotta per il socialismo. […] Veniamo da molto lontano e andiamo molto lontano! Senza dubbio! Il nostro obiettivo è la creazione nel nostro Paese di una società di liberi e di eguali, nella quale non ci sia sfruttamento da parte di uomini su altri uomini” 

Enrico Berlinguer (politico, 1922 – 1984):

"Noi pensiamo che il tipo di sviluppo economico e sociale capitalistico sia causa di gravi distorsioni, di immensi costi e disparità sociali, di enormi sprechi di ricchezza. […] Non rinunciamo a costruire una «società di liberi e uguali», non rinunciamo a guidare la lotta degli uomini e delle donne per la produzione delle condizioni della loro vita".

J.-P. Sartre (filosofo, scrittore, 1905 – 1980):

“Il marxismo è l’orizzonte insuperabile del nostro tempo”

Ernesto “Che” Guevara (medico, rivoluzionario, guerrigliero, politico, scrittore, 1928-1967):

“Conviene precisare ancora una volta che le leggi del marxismo sono presenti negli eventi della Rivoluzione cubana, indipendentemente dal fatto che i suoi leaders professino o conoscano interamente, da un punto di vista teorico, queste leggi. […] Sono marxista, sono ateo, non ho dunque il problema di Dio. Ma se Dio fosse esistito per davvero, il mio sogno non avrebbe potuto che essere: avere un posto nel Suo cuore”  

Herbert McCabe (teologo, 1926 – 2001):

 “Sia il cristiano che il marxista riconoscono la necessità della lotta contro forze specificamente antiumane e ambedue vedono la storia umana come la storia di questa lotta. Ambedue ricercano la fine della società del predominio, e vedono tale avvento compiersi attraverso un movimento di redenzione che non ha la sua posta, il suo premio, nella società che combattono, perché il premio è la comunità redenta dei poveri. Ambedue, inoltre, in modi diversi, (da un canto predestinazione, dall'altro teoria materialistica della storia, o materialismo storico), affermano di non proporre soltanto un ideale, qualcosa che possiamo o no scegliere di attuare, ma di rivelare dati di fatto, un progetto su cui si fonda la storia umana, che ci piaccia o no”.