Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

Visualizzazione post con etichetta temporalità. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta temporalità. Mostra tutti i post

lunedì 3 gennaio 2022

Sintesi - 8

 Post 370

Sintesi –  8

Come promesso e annunciato, riprende la nuova Rubrica “Sintesi” (che Vi accompagnerà settimanalmente – impegni di lavoro e non, permettendo – nel corso di tutto questo nuovo 2022 fino all’uscita del Nuovo Libro prevista per il 29 dicembre. Ricordo il mio contatto - per chiunque voglia comunque e ancora collaborare, interagire, ecc. - con precisazioni di orari e giorni per rendere più efficaci e veloci le comunicazioni. Siete diventati tanti, mi fa molto piacere, ma proprio per questo …. andate gestiti per bene! A presto, dunque, e come sempre ad maiora, amici, ad maiora! Luca Fortunato (Matera): WhatsApp: tel. cell. 389.4238195 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 12,30).  

Qui di seguito, ri-propongo un classico del grande filosofo J.-P. Sartre (1905-1980), che ormai è anche un classico nei miei scritti ed è, ovviamente, un testo olistico, anzi è una vera perla d’Olismo! Quello che è meno ovvio, è la grande validità del breve ma significativo testo sartriano negli ambiti più diversi. Del resto, essendo un qualcosa di base, è naturale che sia sempre valido.

Ora, nella Scienza e nella Tecnica, così come nell’Economia e nella Finanza, da attuale Establishment, il tempo, anche proprio come parametro tecnico, anche come variabile nei modelli matematici, anche come entità da tener conto per progettare, pianificare, organizzare, ecc. ecc. ecc. non solo viene ancora, anacronisticamente, pensato e utilizzato come da Fisica Classica - e non invece come dovrebbe essere (e come per fortuna fa l’Olismo) come da Fisica Moderna (relatività einsteiniana e meccanica quantistica) anche per le nostre quotidiane scale dimensionali (è ormai assodato da decenni che debba essere così, no?) - ma viene analiticamente snaturato e smembrato (in “presente”, in “passato”, in “futuro”) in ogni riferimento mentale così come in ogni suo utilizzo. E i conti dell’Establishment non tornano.

La mancanza di pianificazioni necessarie e/o di previsioni ragionevoli (negli ambiti più diversi ma di cui, poi, tutti noi ne facciamo le spese) va letta anche e soprattutto in questo senso. Per esempio:

come si è fatto a non capire e a non prevedere da parte dell’Establishment, già dall’estate di questo anno, che in questo autunno-inverno ci sarebbe stata la quarta ondata? Dovuta comunque alla variante Delta? E quindi, già da questa estate, pianificare, predisporre e attuare misure severe, per evitarla? Penso ai trasporti, alle scuole, ecc. ecc. ecc. Poi, l’arrivo della variante Omicron ha aggravato il tutto. Ma essa (Omicron) intanto non costituisce una “sorpresa assoluta” (si sapeva della enorme e libera circolazione del virus in Paesi scarsamente o per nulla vaccinati come l’Africa, no?), e comunque avrebbe avuto un impatto collettivo-sociale minore se avesse trovato un Paese meglio e già organizzato-attrezzato, o no?

Un altro esempio: come si è fatto a non capire e a non prevedere da parte dell’Establishment, già dall’estate particolarmente calda di questo anno, che in questo autunno-inverno ci sarebbero state piogge particolarmente violente e abbondanti?  E quindi, già da questa estate, pianificare, predisporre e attuare misure per mitigare l’impatto dell’acqua nelle Città?

Ancora un esempio: come si è fatto a non capire e a non prevedere da parte dell’Establishment, l’assalto alla CGIL? E quindi, già bloccare sul nascere la marcia dei violenti?

E di esempi se ne potrebbero fare e fare ancora. Ma va bene così, ho reso l’idea.   

Ebbene, per rimediare a queste “sfasature temporali”, dovute soprattutto ad un affossamento delle menti e delle azioni nel solo “presente” senza collegarlo al passato (che si conosce) e al futuro (in cui ci sarà comunque qualcosa derivante dal passato) (si faccia l’agronomo, si faccia il medico, si faccia l’ingegnere, si faccia l’economista, sia faccia il politico, si faccia il magistrato, si faccia il meteorologo, ecc.), occorre innanzitutto spostare la propria mente dalla nozione di “tempo” alla nozione di temporalità (cosa molto e ben diversa). E poi, per completare, assumere un concetto olistico di temporalità. Nel Nuovo Libro, mostrerò, dimostrerò e denuncerò alcuni episodi di sfacelo analitico-riduzionistico in merito a ciò e, contemporaneamente, come avrebbe invece risolto i problemi un approccio sintetico-olistico.

Ma chi meglio di Sartre può essere un grande esempio in merito a ciò? Un vero e proprio faro che squarcia le Tenebre del Riduzionismo? Leggete, vedete che Olismo! Vedete che intelligenza olistica! Fate godere la vostra mente, sperando che le vostre mani la seguano.

Dal capolavoro “L’Essere e il Nulla” del 1943 di J-P. Sartre:     

[…]La temporalità è evidentemente una struttura organizzata e i tre pretesi “elementi” del tempo: passato, presente, avvenire, non devono essere considerati come una collezione di “data” di cui bisogna fare la somma – per esempio come una serie infinita di “adesso” dei quali gli uni non sono ancora e gli altri non sono più – ma come dei momenti strutturali di una sintesi originale. Altrimenti incontriamo subito un paradosso: il passato non è più, l’avvenire non è ancora, quanto al presente istantaneo si sa che non è affatto, che è limite di una divisione infinita, come il punto senza dimensione. Così tutta la serie si annulla e doppiamente, perché, per esempio, l’”adesso” futuro è un nulla in quanto futuro e si realizzerà in nulla quanto passerà allo stato di “adesso” presente. Il solo metodo possibile di studiare la temporalità è di affrontarla come una totalità che regge le strutture subordinate e che conferisce ad esse il loro significato. [….]

E come se non bastasse, abbiamo una corrispondenza di ciò nel pensiero di Albert Einstein: 

“Per noi che crediamo nella Fisica, la divisione tra passato, presente e futuro è solo un'ostinata illusione”.

(Più di così …. !)

sabato 31 ottobre 2015

Expo ... ha dato i numeri!



Post n. 6: 
Expo … ha dato i numeri! 
Expo è finito. Con grandi numeri: più di 21 milioni di visitatori, più di 15.000 aziende, 60 capi di stato e di governo, oltre 300 eventi di arte e cultura, oltre 1.000 “food show coocking”, 1.000 tra conferenze e cerimonie varie, ricadute di punti decimali sul Pil d’Italia (mica dell’Angola ….) ecc. E allora? Ed ora? Che ne sarà della fame nel Mondo? O meglio, della soluzione del problema della fame nel Mondo? Ma anche, più realisticamente, di un contributo, reale e realistico, alla soluzione del problema della fame nel Mondo? Quale rapporto, quale correlazione, tra Expo e la realtà fuori Expo? Expo è finito. Forse anche le illusioni del Riduzionismo almeno per i temi di Expo? C’è da augurarselo. Da domani saremo più liberi. E forse potremo immaginare qualcos’altro. In un paradigma diverso, magari. Che possa permettere di percepire una temporalità totale come diceva il grande Sartre ma anche, come umilmente aggiungo io,  olistica, come in realtà essa è, in cui cioè Passato, Presente e Futuro sono una ed una sola entità e che proprio perché tale può permettere agli uomini di coglierne un quid in più tale da fargli intravedere la soluzione del problema in una dimensione etica e paradigmatica totalmente diversa. Vediamo se Expo nei prossimi mesi o meglio nei prossimi anni avrà fatto registrare non il record dei numeri e delle quantità ma, come effetto,  il record delle idee (assolutamente banali quelle avutesi fino ad ora)  ed in seguito diventate concrete azioni e concreti impegni di tipo politico, economico, sociale. Difficile immaginarlo. Difficile immaginarlo questo effetto. Se la materia prima non è buona, la tecnica di lavorazione potrà fare ben poco. Meglio immaginare altro, appunto. Indipendentemente da quello che è stato -o meglio che non è stato - Expo. Le genti affamante del Mondo dovranno sperare in un miracolo. Umano e umanitario, ma miracolo. Altro che Expo e i suoi numeri. Del resto, ridurre il senso delle cose a cifre - siano esse grandi cifre o piccole cifre - è uno dei vizi ed uno degli errori più pericolosi del Riduzionismo e che bisogna assolutamente evitare. Dobbiamo aver fiducia negli (altri) uomini. E non nei numeri che ogni tanto si sentono in giro! Intanto, Buon Halloween. Ciao e alla prossima. Luca Fortunato. lucaf73x@gmail.com