Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

giovedì 26 ottobre 2017

Post di servizio - Comunicazioni ai lettori del blog



Post 189
Post di servizio - Comunicazioni ai lettori del blog

Facendo sintesi di diversi dialoghi di questi giorni, su fatti e tematiche di cronaca e di attualità, preciso quanto segue: 

1. fenomeno Xylella-CoDiRO: stando alla mia teoria, il reimpianto degli ulivi non funzionerà, nel lungo termine (6, 8, 10 anni). Vedremo. Stando alla mia teoria, infatti, se ulivi devono disseccare o non devono disseccare, in Salento così come in ogni altro luogo, mediterraneo specialmente, la cosa dipende dal discorso di testo olistico della mia teoria successivamente formalizzato in parametri della mia nota formula matematica: D = [ (h) Sf + P t r ] Sm . Non vi si contemplano le varietà d’ulivo, ma l’ulivo in quanto tale, con il suo habitus colturale. Né tantomeno varietà d’ulivo resistenti o resilienti o tolleranti o immuni al batterio che, sempre secondo la mia teoria, non è la causa o l’unica causa del disseccamento. E continuando a non agire nelle giuste direzioni (l’insieme dei rimedi olistici da me proposti sempre nell’ambito della mia teoria) è chiaro che il tutto peggiorerà, come è già peggiorato, investendo, nel tempo, anche i nuovi impianti d’ulivo (a prescindere dalla varietà). Ad ogni modo, visto che questo nuovo fatto di cronaca (autorizzazione UE al reimpianto di varietà d’ulivo resistenti-resilienti-tolleranti-immuni al batterio, ecc. ) è avvenuto, e il mio secondo libro sarà disponibile dall’8 dicembre prossimo, vi è sufficiente tempo perché io possa scrivere dettagliatamente anche di questo, soddisfacendo coloro che gentilmente me l’hanno chiesto. Ricordo infatti che nel secondo libro vi è comunque, vi è già, già previsto, il capitolo “Xylella - CoDiRO: ulteriori sviluppi della teoria olistica” che continua, ovviamente, dal primo libro che, ricordo anche questo, è uscito in formato cartaceo (45 copie, di cui 2 depositate presso le Biblioteche – nazionale e provinciale – come da normativa, e 43 ormai non più disponibili) ed in PDF (ancora e sempre disponibile. Contattarmi, prego); 

2.  fenomeno dei frequentissimi schianti arborei a Roma (ma in realtà un po’ in tutta Italia). Il mio parere è il seguente: tra le cause vi sono certamente tutte quelle ordinariamente elencate vale a dire scarsa manutenzione, riduzione del numero di giardinieri, età degli alberi, cambiamenti climatici ecc. Ma esse non bastano a spiegare completamente la cosa. Vi è anche, e molto determinante, una questione di Paradigmi (Riduzionismo: VTA, SIA, SIM, TSE, metodologie “integrate”, equazioni con sigma ecc.; Olismo: la mia VOSA). Dunque, anche errori paradigmatici nella valutazione di stabilità, errori paradigmatici nelle potature effettuate, errori paradigmatici di messa a dimora ecc. E le foto che si trovano nel Web me lo confermano. La questione dei Paradigmi l’ho affrontata, in modo approfondito, nel mio primo libro Esempi d’Olismo in un apposito capitolo “Valutazione di Stabilità degli alberi (e casi di Cronaca)”. Il libro è uscito in formato cartaceo (45 copie, di cui 2 depositate presso le Biblioteche – nazionale e provinciale – come da normativa, e 43 ormai non più disponibili) ed in PDF (ancora e sempre disponibile. Contattarmi prego). Nel mio piano editoriale non sono previsti altri libri e/o capitoli sulla valutazione di stabilità arborea. Tuttavia, nei servizi che erogo è prevista la possibilità di commissionarmi appositi libri in PDF per approfondire, dettagliare ecc. particolari tematiche, particolari metodiche ecc. Informarsi bene, prego; 

3. come un marxista vede i guai dell’Agricoltura di Oggi e come porvi rimedio. Mi è stato chiesto. Rispondo: come sempre. I problemi di fondo non sono cambiati. Così come le soluzioni. Anzi. Sintesi di un discorso complesso: 
anche l’Agricoltura, anche quella di Oggi, è iscritta nelle strutture e nelle dinamiche della Società che è una Società capitalistica e consumistica. Dunque l’Agricoltura è soggetta – con tutte le sue specificità e peculiarità - alle stesse dinamiche dell’intera Società, al ciclo economico capitalistico generale vale a dire a fasi di sviluppo seguite da fasi di contrazione. Quando la fase di contrazione dura troppo, si ha la crisi (peggioramento del PIL, calo dell’occupazione ecc.). Tutto ciò è strutturale. È la natura (sbagliata) del capitalismo. Su questa struttura, poi, si vanno ad innestare fatti contingenti, che vanno a caratterizzare le singole crisi (un esempio per tutti: i subprime del 2008). Ora il primo fattore strutturale delle crisi capitalistiche (che ci saranno sempre. Brevi o lunghe, superficiali o profonde. Ma ineliminabili) è lo squilibrio tra capacità produttiva e consumo, messo ben in luce da Marx e dimostrato dalla realtà, anche di Oggi. Sotto la spinta dell’accumulazione e della ricerca del profitto, si produce, si produce, si produce ….. (e con grossi guai ecologici) ma la capacità di consumo della gente (salari bassi, stipendi bassi, incertezza per il futuro ecc.) è minore, non segue il passo. Pertanto le merci, i prodotti, gli articoli, i beni immobili ecc. risultano difficilmente commercializzabili e difficilmente vendibili salvo creazioni di filiere e organizzazioni commerciali da una parte, e riduzioni di prezzo dall’altra. Ma nelle crisi peggiori nemmeno in questi modi. Le crisi sono sempre crisi di sovrapproduzione, Oggi anche per sovrapposizioni commerciali globali. Vi sono certamente anche altri fattori delle crisi capitalistiche evidenziati sempre da Marx (aumento ininterrotto dei capitali fissi cioè impianti, macchinari ecc. e conseguente aumento di disoccupazione; anticipo di somme di denaro che quando sono molto elevate mettono in moto complessi meccanismi creditizi  - spesso molto fragili - come i derivati; ecc.). Ma questo tratteggiato – sovrapproduzione - è quello più importante. Quale il rimedio? Produrre il giusto. Produrre di meno. Produrre non in funzione del Mercato ma produrre in funzione dei reali bisogni della gente, delle popolazioni, e della loro reale capacità di spendere denaro. Bisogni e capacità che sono sempre minori, più bassi, delle produzioni, delle quantità esagerate, attuate per bramosia capitalistica (di profitto, di potere, di immagine, d’egoismo ecc.) o per oggettivo meccanismo capitalistico. Produrre di meno privilegiando, contemporaneamente, la qualità e la diversificazione e l’ecologia (senza finire, però, nella retorica insostenibile dello “sviluppo sostenibile” ….). Monitorando che le merci, i prodotti, gli articoli, i beni ecc. si siano distribuiti per bene e qualora ciò non sia avvenuto provvedere alla ridistribuzione. Usare la tecnologia di Oggi, e l’ingegno umano in generale, in tale direzione (qualitativa, sociale ed equa) e non in quell’altra (quantitativa ma paradossalmente elitaria in termini di ricchezza e benessere). Questo principio di rimedio è applicabile in ogni settore produttivo della Società, dunque anche in Agricoltura. Anzi, l’Agricoltura è forse il terreno migliore per iniziare a cambiare. Per la maggiore facilità di riconversione dei terreni e delle aziende agricole in genere rispetto a riconversioni di tipo industriale. Comunque, nel mio previsto terzo libro (nel 2018) a tutto ciò sarà dedicato un bel capitolone! Non temete!

Ciao a tutti. E come sempre,  ad maiora! Luca Fortunato.   

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