Post 180
L’Olismo
nelle Scienze Agrarie – 5
….. continuando dai
precedenti post della serie (vedi): interessantissimo ed utilissimo quanto riporto ora. Uno dei
miei cavalli (olistici) di battaglia! Da sempre. Contro la moltitudine dei
riduzionisti a cui, per fortuna per la Società, si oppone una minoranza
virtuosa di olisti a cui mi onoro di appartenere. Tipologia di cavallo olistico
di battaglia che trova corrispondenza …. anche nei testi classici !!! Non
potevo non offrirlo ai lettori di questo blog ! È una breve chicca ma dalle
implicazioni enormi. Ieri come oggi come domani. Si tratta di un passo del
commento (olistico), dell’autore del libro, ad una stima (che pecca di Riduzionismo), riportata nel libro stesso, a mo’ di
esempio negativo, stima dei danni causati ad una azienda agricola per l’aumentato
livello di un fiume. Ad maiora! Luca
Fortunato
Dal libro “Teoria e Pratica delle Stime”, autore: Nino
Famularo, editore: UTET, anno 1963:
[…] il perito, giustamente, determina il danno come
differenza tra il valore del fondo prima dell’evento dannoso ed il valore che
lo stesso fondo – nello stato di danneggiamento – avrebbe avuto alla medesima
data. Il procedimento è concettualmente corretto e avrebbe avuto anche una
corretta applicazione se il perito non avesse arbitrariamente limitato le
proprie considerazioni ai soli terreni posti nella parte pianeggiante dell’azienda.
Vana è infatti la giustificazione addotta secondo la quale il perito ha preso
in esame, per calcolare la misura del danno diretto, solamente la parte in
pianura “poiché è rimasta invariata, per
quanto riguarda le colture agricole del suolo, la situazione della produzione
della collina”. È vana perché la manifesta complementarietà di tutti gli
elementi economici costituendi l’azienda rende impossibile una razionale
separazione di ciò che è di pertinenza della sola parte di pianura, e ciò tanto
per la parte attiva che per la parte passiva dello pseudo bilancio aziendale
istituito dal perito per la ricerca dei valori. [….]
[….] Danni indiretti
sarebbero, secondo il perito, quelli corrispondenti alla diminuzione di valore
di quei capitali, o beni, che destinati all’intera azienda, hanno subito una
riduzione d’impiego proporzionata alla diminuita attività dell’impresa
agricola. Qui – nuovamente – risulta evidente l’irrazionalità dello
smembramento dell’unità aziendale posta in essere dal perito nella sua stima. [….]
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