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L’Olismo
nelle Scienze Agrarie – 11
….
continuando la serie (vedi):
sintetizzo la mia
risposta data ad un neolaureato in Agraria che l’ha trovata risolutiva e che mi
chiedeva, giustamente, “dove nasce l’equivoco sulla Genetica visto che è una Scienza
bellissima ed utilissima”. Buona lettura. E a presto. Luca Fortunato
La Genetica è tra le scienze più attive e più vivaci degli
ultimi 100 anni. Dopo notevoli resistenze da parte degli ambienti conservatori
e religiosi, divenne, anche in Italia, e lo è tuttora, insegnamento
fondamentale nei corsi di laurea in Scienze Agrarie, Scienze Forestali, Scienze
Naturali, Scienze Biologiche, Medicina, Veterinaria ecc. Essa è stata, e lo è
tuttora, scienza fondamentale nei campi di attività relativi ai corsi di laurea
evidenziati. Ancora oggi, resta valida e condivisa la definizione data nel 1906
dal biologo inglese William Bateson: “La
Genetica è la scienza che studia l’eredità e la variazione cercando di scoprire
le leggi che governano le somiglianze e le differenze negli individui che sono
in rapporto di discendenza. I fenomeni dell’eredità e della variazione sono
implicitamente rilevanti per i problemi teorici propri dell’evoluzionista e del
sistematico, oltre a offrire una applicazione ai problemi pratici dell’allevatore
di animali o di piante”.
La Genetica è passata attraverso le seguenti
principali ed evolutive tappe: leggi di Mendel – aspramente combattute ed
avversate - e loro riscoperta; teoria cromosomica (i geni sono localizzati nei
cromosomi): aspramente combattuta ed avversata fu, poi, dimostrata da Th. H.
Morgan e collaboratori; teoria sintetica dell’evoluzione (grazie ai dati della
Genetica applicati all’interpretazione teorica delle cause del processo
evolutivo): aspramente avversata soprattutto da parte di ambienti religiosi,
costituisce una bussola nelle Scienze e nei Fenomeni della Vita; la scoperta
del DNA e la teoria della doppia elica velocemente dimostrata; decifrazione del
codice genetico. Ebbene fino a questo punto, il quadro di insieme della
Genetica (l’armonia in seno ad essa, tanto teorica quanto di attività con, ad
esempio, la pratica intelligente e pacifica dell’incrocio; gli scopi, il
significato, il contenuto conoscitivo di essa, coerenti e integrati) restava
intatto. Ad un certo punto si è arrivati a comprendere - prima teoricamente,
poi sperimentalmente - che a livello molecolare, vi è la divergenza tra i fatti
puramente fisico-chimici e i fenomeni vitali. Arrivati a comprendere. Cosa
ottima. Sempre ottima. Nella realtà, però, tale divergenza non avviene. Resta,
in seno alle cellule e all’organismo, l’unità inscindibile tra i fatti
fisico-chimici e i fenomeni vitali. Ed anche ciò è conquista conoscitiva
(teorico-sperimentale), scientifica in senso puro. Ottima. Luminosa. Ma ecco
che, approfittando di tali conoscenze, arriva l’ingegneria genetica …. cioè la manipolazione diretta del genotipo! Del
patrimonio genetico! Dei geni! L’andare a toccare e manipolare l’intimo della
materia vivente!!! Ed ecco spiegato l’equivoco. Il lato “cattivo” della
Genetica. Che a ben vedere non esiste. Nel senso che l’ingegneria genetica è
una esagerazione. “…. cercando di scoprire le leggi che governano le somiglianze e le
differenze negli individui …. “ dice Bateson (a cui l’odierna Genetica
ancora si riferisce, notare bene!). Se bisogna scoprirle le leggi, l’intimo della materia non va sfottuto. O no?
Ecco spiegato l’equivoco. La Genetica è buona. L’ingegneria genetica, molto
meno!
Del resto, quando si dice che chi è contro l’ingegneria genetica ed in
particolare contro gli OGM si fa prendere dall’ ”ideologia”, si dice una cosa
non corrispondente al vero. Come abbiamo visto, infatti, si tratta di fare la
storia di una scienza e constatarne gli sviluppi, compatibili o in
contraddizione con la natura della scienza stessa.
Mia madre (campionessa
d’Olismo), che 10 anni fa, ha avuto il Male del Secolo, da anni gode di ottima
salute, avendo superato il tutto. Oggi è come tutti gli altri, tutti noi. Con
le stesse probabilità di salute o di malattia di tutti. Il tutto l’ha superato. E come ha imparato dalla sua esperienza, ed io
sono d’accordissimo, esistono da una parte i medici (che le hanno salvato la
vita) e dall’altra – come dice lei – i “medici meccanici” (che chissà che fine
le avrebbero fatto fare!). Ebbene io credo che bisogna imparare a distinguere
proprio questo: tra medici e medici-meccanici, tra biologi e biologi-meccanici,
tra agronomi e agronomi-meccanici, tra naturalisti e naturalisti-meccanici. E
la Genetica (con la sua bontà che rischia spesso d’essere alterata dal
meccanicismo o bio-meccanicismo che dir si voglia) può essere un buon terreno
di allenamento. E se poi ci aggiungiamo lo studio dei Paradigmi di Conoscenza
(l’Olismo - nemico del Meccanicismo - e il Riduzionismo - compagno di merenda
del Meccanicismo) ancora meglio.
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