Post 183
L’Olismo nelle Scienze Agrarie –
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….. continuando la serie (vedi):
con questo post si conclude, almeno per ora, quello che ritengo essere un
po’ la base dell’Olismo nelle Scienze Agrarie. Altri post, e dunque altre ricerche di passi di testo, saranno eventualmente
ispirati da fatti di cronaca ritenuti significativi per la tematica della
serie, breve ma significativa, e a quanto mi dicono molto utile, già molto
utile. Come si è dimostrato, il Riduzionismo e i riduzionisti sono, da tempo, superati,
tanto sostanzialmente quanto formalmente. Ma i loro fastidi soprattutto quelli
di manipolazione e alterazione dei fatti, delle notizie, delle teorie e delle
pratiche, magari con anche abuso di potere e/o di ruolo, permangono. Non c’è da meravigliarsene ma i
tempi sono maturi anche per azioni, anche collettive, di reazione anche
pratico-quotidiana, anche ed eventualmente legale, anche ed eventualmente
politica. Le proposte giuntemi anche in tali sensi le sto valutando. Per aiutare davvero chi ne ha bisogno, che con l'Olismo avrebbe una probabilità di risolvere i problemi che il Riduzionismo non risolve. Vedremo. Grazie
a tutti. Intanto, il secondo libro …. sta per arrivare! …. anteprima in
novembre, ….. disponibilità dall’8 dicembre ….. Ad maiora! Luca Fortunato
Dall’Enciclopedia Treccani:
Ecologia
del paesaggio: [….] Le caratteristiche proprie della vita, descritte dalle
teorie scientifiche più avanzate, portano a riconoscere il paesaggio come
sistema biologico. Di conseguenza, lo studio del paesaggio può oggi svilupparsi
ed entrare a pieno titolo nel campo dell'ecologia. Ciò ha portato a formare un
'corpus teorico' consolidato, di cui
fanno parte alcuni modelli strutturali che superano il semplicistico concetto
di ecomosaico e i processi biologici che permettono di studiare comportamenti e
alterazioni del vivente. Tali apporti teorici sono in grado di rinnovare
diversi aspetti dell'ecologia generale ‒ da quelli più
legati alla componente faunistica fino all'ecologia urbana ‒ e soprattutto
della scienza della
vegetazione. Aspetti culturali della componente antropica e aspetti
paesaggistici della componente vegetale possono così essere integrati nella
valutazione ecologica di un sistema complesso, al di là delle limitazioni
imposte dai rispettivi campi di studio. […] Ricordiamo peraltro che l'ecologia
del paesaggio supera il concetto attuale di sostenibilità e considera il
sistema ecologico territoriale non come un mosaico di parti ma come un tessuto
interagente; tale sistema non richiede unicamente interventi locali sostenibili,
ma attende piuttosto di essere rivitalizzato con interventi capaci di
migliorare settori più vasti e complessi. In questo senso, occorre sostituire
il concetto di sostenibilità con quello più innovativo di 'riabilitazione
strategica'. [….] Il progredire dei paradigmi scientifici negli ultimi
decenni ha aiutato a comprendere il paesaggio come sistema biologico. Tutti i
sistemi viventi, infatti, seguono una termodinamica di non-equilibrio e possono
essere definiti come complessi, gerarchici, dinamici, adattativi,
autotrascendenti, autopoietici, dissipativi, e così via. Essi seguono il
principio delle 'proprietà emergenti', per cui un tutto organico è maggiore
della somma delle sue componenti. [….] La visione biologico-integrata
dell'ecologia del paesaggio porta a un rinnovamento dell'ecologia generale,
capace di renderla meno riduzionista e di correggere processi basilari, come
quello di successione per stadi deterministici. È in questo quadro che anche la
scienza della vegetazione, prioritaria per ogni studio sul paesaggio, riceve
forti spinte a rinnovarsi. Non è difficile dimostrare che studi sulla
vegetazione basati essenzialmente sull'analisi delle specie (per es., la
fitosociologia) sono insufficienti per l'ecologia del paesaggio. Infatti, il
livello di organizzazione a cui ci si riferisce è diverso, il concetto di
successione ecologica non è valido nella sua definizione tradizionale a livello
di paesaggio e le formazioni antropogene non possono essere escluse
dall'analisi. Di conseguenza, anche il concetto di 'vegetazione potenziale' è
superato, perché basato su condizioni virtuali contro natura e contrario ai
principî sistemici ed ecopaesistici: esso va sostituito con il concetto di fittest vegetation. [….]
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