Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

sabato 14 ottobre 2017

L'Olismo nelle Scienze Agrarie - 3



Post 178 
L’Olismo nelle Scienze Agrarie – 3
… continuando dai post n. 176 e n. 177 (vedi): continua il nostro  viaggio dell’Olismo nelle Scienze Agrarie. Oltre alla saggezza teorica e pratica, scientifica e tecnica ecc. di tutto quanto riportato, anche qui, vi è da notare anche l’attualità di certe considerazioni, sebbene siano di qualche tempo fa. È la dimostrazione che una cosa sono i cambiamenti dei dettagli agricoli e nei dettagli agricoli (e su cui occorre aggiornarsi doverosamente, per non essere anacronistici) altra cosa è l’immutabilità dei discorsi di fondo e dei discorsi paradigmatici dell’Agricoltura (da conservare assolutamente, da non tradire, per non essere, quantomeno, irresponsabili ….). Buona lettura e buon week-end. A tutti. E a presto. Luca Fortunato. 

Dal libro “Le Gestioni Agrarie”, autore: Paolo Emilio Cassandro, editore: UTET, anno: 1960: 

[…] Si osservi che abbiamo parlato di aspetto tecnico e di aspetto economico delle operazioni e non di operazioni tecniche e di operazioni economiche. Ogni operazione aziendale, invero, anche quella più spiccatamente tecnica, ha sempre un contenuto economico e quindi è anche una operazione economica. […] Una azienda agraria non si dirige,  certamente, guardando solo all’aspetto tecnico; […] ma è indubbio che la conoscenza tecnica è necessaria per studiare le conseguenze economiche dei vari procedimenti tecnici e prendere le decisioni amministrative, che sulla considerazione economica debbono in definitiva basarsi. […]

[…] Alcuni agronomi considerano non a torto il terreno come un organismo che ha bisogno di alimento, alla stessa guisa di ogni organismo vivente, pianta o animale che sia. Come ogni organismo vivente, anche il terreno ha il suo bilancio, cioè il suo equilibrio tra l’alimento che riceve ed energia o forza che consuma, energia o forza che il terreno consuma col fornire le piante di elementi minerali vari secondo le esigenze delle piante medesime. È evidente, quindi, che l’amministratore sagace dovrà tenere sempre presente questo bilancio e assicurarsi che esso sia in pareggio e, possibilmente, in avanzo. Egli deve porre a profitto i dettami dell’agronomia e applicarli intelligentemente, cioè tenendo conto della particolare natura del terreno che è a sua disposizione, delle colture che vengono attuate, del clima prevalente nella zona […] 

[…] L’impiego degli antiparassitari, ossia di quelle sostanze (dette anche fitofarmaci) atte a prevenire o a curare le malattie cui le piante possono andare soggette per effetto di insetti o altri parassiti, non rientra propriamente nelle misure di fertilizzazione, ma mira anch’esso all’efficienza produttiva aziendale. Con l’uso degli antiparassitari si cerca, invero, di impedire una diminuzione della quantità e della qualità dei vari prodotti, […] L’impiego degli antiparassitari non ha, però, lo stesso carattere di quello dei concimi. Osservano giustamente i tecnici che, mentre i concimi presentano una certezza di risultato utile di grado massimo, l’azione degli antiparassitari è spesso incerta. In altre parole, l’azione utile dei concimi è quasi sempre sicura, mentre ciò non può dirsi dell’azione degli antiparassitari. È questa incertezza sul risultato utile degli antiparassitari che spiega la riluttanza verso il loro impiego, spesso manifestata dagli agricoltori. A questa incertezza va anche aggiunta la difficoltà in cui si trova l’agricoltore di conoscere esattamente nei vari casi il particolare trattamento, preventivo o curativo, che occorrerebbe. Spesso anche gli stessi tecnici si trovano in difficoltà a riguardo. […]. È da osservare da ultimo – e ciò ha notevole importanza per le responsabilità che ai dirigenti aziendali possono derivarne – che occorre la massima cautela nella irrorazione delle sostante anti-parassitarie, le quali essendo velenose, possono danneggiare i lavoratori che compiono l’irrorazione senza usare le necessarie precauzioni. È questo un “rischio” personale a cui è bene porre riparo con la prevenzione. […] 

[…] La grande varietà delle operazioni agricole rende difficile l’applicazione di quei principi di “razionalizzazione” o, come dicono gli americani, di “organizzazione scientifica”, che nel campo dell’industria hanno trovato notevole diffusione. Ciò non vuol dire, però, che la razionalizzazione non sia anche applicabile all’azienda agricola, almeno come principio informatore, nella esecuzione delle varie operazioni. […] Un principio fondamentale da tenere presente in questo campo della razionalizzazione è che l’operaio, il lavoratore agricolo, non sono macchine o automi, ma esseri umani, il cui rendimento dipende non solo dalla loro capacità e attitudine a dati lavori, ma anche da fattori psicologici, quali la buona volontà, la disposizione ecc. Questi fattori psicologici vengono purtroppo spesso trascurati malgrado che, nel campo industriale, si sia riconosciuta la loro importanza. Sono evidenti la delicatezza del governo del fattore lavoro e le difficoltà di determinarne con esattezza il rendimento, il quale a differenza di quel che avviene per il terreno o per altri fattori produttivi, può variare di momento in momento. Di una macchina, ad esempio, si può prevedere che si comporterà su per giù allo stesso modo ogni giorno […] La quantità e la qualità, invece, del lavoro di un operaio agricolo, difficilmente possono prevedersi con esattezza […] Queste considerazioni, che hanno una portata generale, sono tanto più valide per l’agricoltura, in quanto, in essa, a differenza dell’industria, non si ha – come già abbiamo ricordato – una standardizzazione di compiti, e si ha invece una molteplicità e varietà di operazioni da svolgere [….]

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