Post 161
Xylella:
ultimo post.
Questo è il mio ultimo post su Xylella e in generale il mio
ultimo intervento di comunicazione pubblica sulla questione Xylella. Per tre
motivi. Il primo, di carattere logistico e di tempo materiale: fortunatamente,
ho anche tanto altro di cui occuparmi. Il secondo, di contenuto: quello che
dovevo dire l’ho detto. Abbondantemente. Se continuassi mi ripeterei. Mi si
venga a trovare nei miei libri o, come ho previsto nei servizi che erogo, mi si
chieda di scriverne di specifici. Volentieri. Il terzo, di clima sociale
negativo, inutilmente negativo, stupidamente negativo. Peggiorato negli ultimi
tempi e che con ieri ha raggiunto l’apice. Le notizie dell’atto vandalico a
Presicce sono francamente troppo. Nell’ambito della Scienza e della Tecnica
(così come in ogni altro ambito della Società) posizioni legittimamente diverse,
paradigmi legittimamente diversi, devono fronteggiarsi su teorie legittimamente
diverse e sulle eventuali e relative sperimentazioni e non con atti vili, di danno materiale e
morale, di intimidazione e quant’altro. Sebbene abbiano danneggiato un campo
sperimentale che alla luce della mia teoria, senza nulla di personale quindi, sul
piano squisitamente oggettivo, ritengo inutile e privo di senso (vedi il
precedente post 160), apprendere una notizia simile mi fa letteralmente schifo.
Come cittadino. C’è da dire però che non è nemmeno corretto parlare di Scienza
senza considerare la realtà di fatto della Scienza e cioè che essa pur essendo
un unicum è anche e soprattutto eterogenea
circa i paradigmi (Riduzionismo da una parte, Olismo dall’altra) e circa le
sperimentazioni (induttive da una parte, deduttive dall’altra; antecedenti la
teoria per poi essere completate da una teoria; seguenti la teoria per validare o meno la teoria). Forse se si
ascoltassero tutte le campane, se si parlasse e se si comunicasse di tutte le
campane paradigmatiche e metodologiche presenti nella Scienza e nella Tecnica e
nella Ricerca (istituzionale e/o libera), la cosa oltre ad essere utile sul
piano oggettivo, sarebbe utile anche sul piano sociale. Forse. È solo una
ipotesi. Ma perché non sperimentarla? Ciao a tutti. E ad maiora! Luca Fortunato
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