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Il mondo quotidiano (tra
gli altri mondi)
Sintetizzo il contenuto di una bella chiacchierata di ieri, contenuto importantissimo sul
piano culturale, generale, teorico e pratico. Per tutti. Ad maiora! E buona
domenica. Luca Fortunato
Due grandi esempi, uno dal mondo
infinitamente piccolo (le particelle della materia), l’altro dal mondo
infinitamente grande (l’Universo), da tenere presenti per il nostro mondo
quotidiano (medicina, agraria, geologia, ingegneria ecc.).
Una volta, al nostro mondo
quotidiano, relativamente semplice, gli bastava solo il Riduzionismo. Ma nel Nostro
Tempo di guasti ecologici e di complicazioni sociali, con sempre più casi e
fenomeni complessi (cioè non
riducibili alla somma e alle relazioni delle loro parti costitutive), il nostro
mondo quotidiano è bisognoso di Olismo ed è bisognoso di Teoria soprattutto
nella sua versione pura (cioè antecedente la sperimentazione):
1) nel 1931, il fisico teorico austriaco Wolfgang Ernst Pauli (premio Nobel nel 1945)
intuì ed immaginò, in via puramente teorica, l’esistenza di una particella
senza carica e senza massa, successivamente battezzata neutrino, per spiegare lo spettro del decadimento beta. L’esistenza
teorica della particella fu poi confermata in via sperimentale, dai fisici
sperimentali, solo nel 1956, cioè dopo 25 anni. Ovviamente Pauli non è che
passò tutti quei 25 anni in attesa della dimostrazione della sua teoria. Il suo
lavoro era compiuto. E serenamente ne continuò altri di lavori. Né gli sperimentalisti
si affrettarono a dimostrare quanto egli aveva visto con gli occhi della sua
mente o la Società gli andò a rompere le scatole dicendogli: dammi le prove!
Tra le tantissime e geniali cose della sua vita, di Pauli va ricordata anche la
collaborazione con il grande psicoanalista Jung circa il concetto di sincronicità (uno dei cardini
dell’Olismo);
2) il pianeta Plutone, fu scoperto
prima in via puramente teorica, fu “visto” dalla teoria, nei primi anni del
Novecento, e poi, dopo anni, nel 1930, fu avvistato per davvero. Questo per il
fatto che i pianeti Urano e Nettuno si muovevano come se fossero perturbati da
un altro oggetto celeste. In base dunque a considerazioni teoriche, logiche, calcoli
e deduzioni, in particolare dell’astronomo statunitense Percival Lowell, doveva
esserci per forza qualcos’altro, seppur non si vedeva. Ed infatti, seguendo le
previsioni teoriche, guidato dalla teoria, l’astronomo statunitense Clyde
Tombaugh, tramite un astrografo cioè un telescopio atto a fotografare gli
astri, il 18 febbraio 1930 scoprì per davvero Plutone! Ovviamente Lowell non è che passò tutti quegli anni in attesa
della dimostrazione della sua previsione teorica dell’esistenza del Pianeta X
(così fu inizialmente indicato) successivamente battezzato Plutone. Il suo
lavoro era compiuto. E serenamente ne continuò altri di lavori. Né gli
sperimentalisti si affrettarono a dimostrare quanto egli aveva visto con gli
occhi della sua mente o la Società gli andò a rompere le scatole dicendogli:
dammi le prove …. magari con un giro su una navicella spaziale!
E’ ovvio che nel nostro mondo
quotidiano, diversamente dal mondo ultra-piccolo e del mondo ultra-grande, l’esigenza
di avere tempi brevi tra le teorie pure e le sperimentazioni della stesse (non
decenni quindi ma qualche semestre, qualche anno) è reale, è pressante, ed in
effetti va compresa, anche per questioni e risvolti di tipo sociale, economico
ecc. Ma una cosa è voler accorciare i tempi tra i due momenti della conoscenza
scientifica, altra cosa è snaturare o cercare di snaturare il lavoro dei
teorici e/o degli sperimentalisti! Chiedere loro ciò che non possono dare (per
limiti oggettivi del loro ruolo) e/o non devono dare (per garantire imparzialità,
neutralità, autonomia, nessuna influenza, nessun condizionamento, privacy ecc.).
Non bisogna confondere le cose.
Cosa fare, come fare, per
accorciare i tempi se effettivamente ve ne è bisogno?
Innanzitutto, riconoscere ufficialmente e
pubblicamente l’esistenza di un teorico e della sua teoria (soprattutto quando
quest’ultima è pubblicata, nota, diffusa ecc. che poi lo sia in un blog o sulle
riviste “ufficiali” o su altro …. non c’entra un bel niente. Anzi, questo è
proprio un aspetto della necessaria e benefica rivoluzione di cui necessita la
Nostra Società. Tanto è vero che il diritto d’autore esiste sempre, per ogni
mezzo, forma, colore ecc. E la legge è uguale per tutti. Senza distinzione di
età, grado, anzianità, curriculum, premi, medaglie ecc. Non è mai banale
ricordarlo, anzi …. In secondo luogo, invitarlo ufficialmente e pubblicamente ad
un tavolo tecnico, il teorico autore, insieme a tutti i soggetti che sono
interessati alla sperimentazione della sua teoria, e, insieme a lui, se il
“clima” è educato e rispettoso e quindi con il teorico ancora lì e non andato
via a farsi una migliore passeggiata, dettagliare e programmare la
sperimentazione, nel rispetto integrale della sua teoria che - come tutte le
vere teorie essendo un tutt’uno olistico con equilibri concettuali
delicatissimi ma nello stesso tempo potentissimi - non può essere toccata in
nessun punto. Infine, dare il via alla sperimentazione che sarà eseguita e
svolta dagli sperimentalisti (anche numerosi volendo e magari aiutati da tutti
i gioielli tecnologici Oggi a disposizione) che troveranno o meno (per mezzo di
foto, raffronti fotografici, misure, rilievi, analisi, esperimenti, test,
macchinari di laboratorio, monitoraggi ecc.) le prove di validità della teoria.
Se la sperimentazione avrà validato,
in modo statisticamente significativo, la teoria, il merito sarà del teorico,
degli sperimentalisti, delle istituzioni ecc. e si potranno applicare, su larga
scala, i suoi rimedi. Se invece la sperimentazione non avrà validato la teoria,
la colpa non sarà di nessuno. È la Scienza. E funziona così.
Tutto ciò io la chiamerei Buona
Politica (e le sarei amico … nonostante tutto!). Ma se ciò non avvenisse
(Cattiva Politica) per il teorico non cambierebbe nulla. Esattamente come non
cambiò nulla per il grande Pauli dal 1931 al 1956, per il bravo Lowell dai primi
anni del Novecento al 1930 ed esattamente come non cambia mai nulla per tutti i teorici (grandi o piccoli; “ufficiali”
o di fatto) tra il momento della loro scoperta teorica e il momento della
relativa sperimentazione.
Resta però una domanda, che mi
pongo da cittadino: cambierebbe qualcosa per gli altri? Cioè per gli
agricoltori, per gli operai, per gli imprenditori?
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