Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

domenica 10 settembre 2017

Il mondo quotidiano (tra gli altri mondi)



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Il mondo quotidiano (tra gli altri mondi) 

Sintetizzo il contenuto di una bella chiacchierata di ieri, contenuto importantissimo sul piano culturale, generale, teorico e pratico. Per tutti. Ad maiora! E buona domenica. Luca Fortunato

Due grandi esempi, uno dal mondo infinitamente piccolo (le particelle della materia), l’altro dal mondo infinitamente grande (l’Universo), da tenere presenti per il nostro mondo quotidiano (medicina, agraria, geologia, ingegneria ecc.).
Una volta, al nostro mondo quotidiano, relativamente semplice, gli bastava solo il Riduzionismo. Ma nel Nostro Tempo di guasti ecologici e di complicazioni sociali, con sempre più casi e fenomeni complessi (cioè non riducibili alla somma e alle relazioni delle loro parti costitutive), il nostro mondo quotidiano è bisognoso di Olismo ed è bisognoso di Teoria soprattutto nella sua versione pura (cioè antecedente la sperimentazione): 
1) nel 1931, il fisico teorico austriaco Wolfgang Ernst Pauli (premio Nobel nel 1945) intuì ed immaginò, in via puramente teorica, l’esistenza di una particella senza carica e senza massa, successivamente battezzata neutrino, per spiegare lo spettro del decadimento beta. L’esistenza teorica della particella fu poi confermata in via sperimentale, dai fisici sperimentali, solo nel 1956, cioè dopo 25 anni. Ovviamente Pauli non è che passò tutti quei 25 anni in attesa della dimostrazione della sua teoria. Il suo lavoro era compiuto. E serenamente ne continuò altri di lavori. Né gli sperimentalisti si affrettarono a dimostrare quanto egli aveva visto con gli occhi della sua mente o la Società gli andò a rompere le scatole dicendogli: dammi le prove! Tra le tantissime e geniali cose della sua vita, di Pauli va ricordata anche la collaborazione con il grande psicoanalista Jung circa il concetto di sincronicità (uno dei cardini dell’Olismo);
2) il pianeta Plutone, fu scoperto prima in via puramente teorica, fu “visto” dalla teoria, nei primi anni del Novecento, e poi, dopo anni, nel 1930, fu avvistato per davvero. Questo per il fatto che i pianeti Urano e Nettuno si muovevano come se fossero perturbati da un altro oggetto celeste. In base dunque a considerazioni teoriche, logiche, calcoli e deduzioni, in particolare dell’astronomo statunitense Percival Lowell, doveva esserci per forza qualcos’altro, seppur non si vedeva. Ed infatti, seguendo le previsioni teoriche, guidato dalla teoria, l’astronomo statunitense Clyde Tombaugh, tramite un astrografo cioè un telescopio atto a fotografare gli astri, il 18 febbraio 1930 scoprì per davvero Plutone! Ovviamente Lowell  non è che passò tutti quegli anni in attesa della dimostrazione della sua previsione teorica dell’esistenza del Pianeta X (così fu inizialmente indicato) successivamente battezzato Plutone. Il suo lavoro era compiuto. E serenamente ne continuò altri di lavori. Né gli sperimentalisti si affrettarono a dimostrare quanto egli aveva visto con gli occhi della sua mente o la Società gli andò a rompere le scatole dicendogli: dammi le prove …. magari con un giro su una navicella spaziale!
E’ ovvio che nel nostro mondo quotidiano, diversamente dal mondo ultra-piccolo e del mondo ultra-grande, l’esigenza di avere tempi brevi tra le teorie pure e le sperimentazioni della stesse (non decenni quindi ma qualche semestre, qualche anno) è reale, è pressante, ed in effetti va compresa, anche per questioni e risvolti di tipo sociale, economico ecc. Ma una cosa è voler accorciare i tempi tra i due momenti della conoscenza scientifica, altra cosa è snaturare o cercare di snaturare il lavoro dei teorici e/o degli sperimentalisti! Chiedere loro ciò che non possono dare (per limiti oggettivi del loro ruolo) e/o non devono dare (per garantire imparzialità, neutralità, autonomia, nessuna influenza, nessun condizionamento, privacy ecc.). Non bisogna confondere le cose.
Cosa fare, come fare, per accorciare i tempi se effettivamente ve ne è bisogno?
Innanzitutto, riconoscere ufficialmente e pubblicamente l’esistenza di un teorico e della sua teoria (soprattutto quando quest’ultima è pubblicata, nota, diffusa ecc. che poi lo sia in un blog o sulle riviste “ufficiali” o su altro …. non c’entra un bel niente. Anzi, questo è proprio un aspetto della necessaria e benefica rivoluzione di cui necessita la Nostra Società. Tanto è vero che il diritto d’autore esiste sempre, per ogni mezzo, forma, colore ecc. E la legge è uguale per tutti. Senza distinzione di età, grado, anzianità, curriculum, premi, medaglie ecc. Non è mai banale ricordarlo, anzi …. In secondo luogo, invitarlo ufficialmente e pubblicamente ad un tavolo tecnico, il teorico autore, insieme a tutti i soggetti che sono interessati alla sperimentazione della sua teoria, e, insieme a lui, se il “clima” è educato e rispettoso e quindi con il teorico ancora lì e non andato via a farsi una migliore passeggiata, dettagliare e programmare la sperimentazione, nel rispetto integrale della sua teoria che - come tutte le vere teorie essendo un tutt’uno olistico con equilibri concettuali delicatissimi ma nello stesso tempo potentissimi - non può essere toccata in nessun punto. Infine, dare il via alla sperimentazione che sarà eseguita e svolta dagli sperimentalisti (anche numerosi volendo e magari aiutati da tutti i gioielli tecnologici Oggi a disposizione) che troveranno o meno (per mezzo di foto, raffronti fotografici, misure, rilievi, analisi, esperimenti, test, macchinari di laboratorio, monitoraggi ecc.) le prove di validità della teoria.
Se la sperimentazione avrà validato, in modo statisticamente significativo, la teoria, il merito sarà del teorico, degli sperimentalisti, delle istituzioni ecc. e si potranno applicare, su larga scala, i suoi rimedi. Se invece la sperimentazione non avrà validato la teoria, la colpa non sarà di nessuno. È la Scienza. E funziona così.
Tutto ciò io la chiamerei Buona Politica (e le sarei amico … nonostante tutto!). Ma se ciò non avvenisse (Cattiva Politica) per il teorico non cambierebbe nulla. Esattamente come non cambiò nulla per il grande Pauli dal 1931 al 1956, per il bravo Lowell dai primi anni del Novecento al 1930 ed esattamente come non cambia mai  nulla per tutti i teorici (grandi o piccoli; “ufficiali” o di fatto) tra il momento della loro scoperta teorica e il momento della relativa sperimentazione.
Resta però una domanda, che mi pongo da cittadino: cambierebbe qualcosa per gli altri? Cioè per gli agricoltori, per gli operai, per gli imprenditori?



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