Post 167
La (vera) Scienza: umanistica (e olistica)
[…] Tutta la scienza ha
origine dai bisogni della vita. La scienza si divide in parti distinte secondo
le particolari professioni, attitudini e capacità dei suoi cultori, ma ognuna
di tali parti può conservare la sua piena validità solo in rapporto con il tutto,
poiché solo mediante questo legame raggiunge i suoi scopi ed evita mostruosi
sviluppi unilaterali. [….] Senza lasciarci sviare dalle nomenclature, cerchiamo
ora di analizzare il processo della ricerca. La logica non produce nuove
conoscenze. Ma allora, da dove vengono? Esse germinano sempre dall’osservazione,
che può essere “esterna”, sensoriale, oppure “interna”, e allora riguarda le
rappresentazioni. […] Il fondamento di ogni conoscenza dunque è l’intuizione, che può riferirsi sia al sentito
sensorialmente sia al rappresentato in modo puramente intuitivo, sia al
potenzialmente intuitivo, concettuale ecc. [….] Ernst Mach (fisico, neuroscienziato, filosofo)
[…] La scienza rappresenta il tentativo di far corrispondere la
varietà caotica della nostra esperienza sensibile a un sistema di pensiero
logicamente uniforme. In questo sistema le singole esperienze vanno correlate
alla struttura teorica in maniera tale che la coordinazione risultante sia
unica e convincente. Le esperienze sensoriali sono solo il dato di partenza, ma
la teoria che le interpreta è opera dell’uomo. […] Albert
Einstein (Nobel per la Fisica, 1921)
[…] Di solito lo sviluppo della scienza è visto come una
sequenza di eventi di questo tipo: dapprima si osservano nuovi fenomeni, che
vengono studiati con sistematicità; e dopo che è stata raccolta una quantità sufficiente
di materiale sperimentale, i risultati suggeriscono i concetti grazie ai quali
il materiale può essere interpretato. Alla fine, raccogliendo nuovi dati e
affinando i concetti, può essere sviluppata una teoria che fornisca un’interpretazione
soddisfacente dei fenomeni e una spiegazione di essi. Ma questa descrizione –
per quanto plausibile possa sembrare – è vera soltanto a metà. In realtà, l’attenzione
e l’intuito di coloro che cercano di interpretare i fenomeni svolgono un ruolo
importantissimo nello sviluppo, e perciò lo sfondo filosofico da cui partono –
consciamente o meno – ha un’influenza determinante sui risultati della loro
attività. [….] Werner Heisenberg (Nobel
per la Fisica, 1932)
P.S. Comprendiamo, dunque, fin troppo bene, perché la vera
Scienza in un Paese come il Nostro (patria di furbacchioni, praticoni, riduzionisti,
pseudo-olisti e umanisti solo di maniera) sia relegata ad eccezione di una
regola ben diversa (scienza ragionieristica, scienza induttiva, scienza da
impiegati, scienza burocratizzata, scienza abbandonata da dottori di ricerca ripiegati
in altro, scienza da finanziamenti, scienza istituzionalizzata, scienza che
deve anche convenire e non che deve solo funzionare, scienza che chiama pseudo-scienza
quella vera, scienza truccata – negativamente emblematico lo scandalo dei “concorsi”
all’Università di Firenze che in questi giorni riempie le cronache – scienza “ufficiale”
ecc.). E che quando occorre attingervi, alla vera e rara Scienza, sebbene non
sia cosa impossibile, è certamente cosa tremendamente difficile e complicata! Poveri
coloro che ne hanno bisogno! Ora però, torniamo su, rileggiamo i Grandi, e
viviamo bene. Ad maiora! Luca
Fortunato
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