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Economia ed Estimo
agitati (per gli altri, ma non per me)
In tema di Economia
e di Estimo (e, specificatamente per questo blog, in tema di Economia agraria
ed in tema di Estimo per i settori nell’ambito delle Scienze Agrarie) così come
in tutti gli altri settori dello scibile umano, occorre aggiornarsi cioè stare
al passo con i tempi, con i cambiamenti reali, con la mutevole realtà ecc.
Insomma, occorre non essere anacronistici. Tuttavia, l’aggiornamento risulterà
tanto più efficace ed efficiente quanto i principi fondamentali, che hanno
fatto grande una disciplina, resteranno tali nelle menti di chi si aggiorna e
sempre tenuti presente. Oggi come allora. Un piccolo paradosso ma verissimo. Si
rischierebbe, altrimenti, un’illusione di aggiornamento, magari pure hi-tech!
Non bisogna confondere, infatti, il doveroso aggiornamento dei dettagli (modi
di produzione, tempi di lavoro, prezzi, valori, costi, dinamiche di mercato,
aspetti sociali ecc.) con l’andare a
stravolgere la natura e i principi e gli scopi dell’Economia e
dell’Estimo! (e dell’Economia e dell’Estimo nell’ambito delle Scienze
Agrarie!). Per fare un esempio di trasposizione metaforica non è che il
matematico di Oggi che va a creare un
nuovo e sofisticato modello matematico e magari anche con l’aiuto di un super-computer
va ad inficiare i fatti e i principi originari della matematica di secoli e
secoli fa! Il vero progresso, il vero aggiornamento, supera il passato ma senza
negarlo. Come, ad esempio, fa l’Olismo in rapporto al Riduzionismo, anche in
Economia ed Estimo (ed anche nell’Agraria): lo supera, si oppone pure ad esso,
lo sfida anche, ma non lo nega. Concetti difficili per qualcuno? Propongo, dunque,
anche per chi è in difficoltà concettuale, anche in questo blog, avendolo già
fatto nel vecchio blog, 2 vere e proprie
chicche, classiche ed autorevoli, che tanto si sposano con le mie idee
olistiche e con la mia pratica olistica, che tanto si oppongono - già si
opponevano - al Riduzionismo, e che tanto mostrano e dimostrano l’attualità (di
principio) dei Grandi di un Tempo. Che cercare di tradire è atto inutile (basta
citare qualche vera fonte). Che rispettare, invece, nel pur doveroso
aggiornamento dei dettagli che cambiano nel tempo, è atto utile (nonché
culturale). Tutto ciò per rispondere a chi mi ha chiesto un parere, agitatosi
(ma senza alcun motivo, come vedrà) per essersi trovato in una situazione
ingarbugliata (ma in realtà complessa, che è cosa ben diversa). Non volevo
sottrarmi. Vista l’importanza enorme di queste cose. Eccovi le chicche. E ad maiora!
Luca Fortunato
1. […] ”Vi è chi ritiene che la formazione dei prezzi
sia determinata solo dalla quantità dei prodotti che vengono scambiati. La
parte non mercantile della produzione agraria costituirebbe una massa di beni
priva di ogni influenza sulla formazione dei prezzi. […] Siamo contrari a
questa tesi. In realtà il mercato regola tutta
la produzione, anche quella che non è oggetto di transazioni commerciali, e la
regola tutta allo stesso modo, con un
solo meccanismo economico” […] – Da: “Economia e Politica agraria”, Autore:
Mario Bandini, Editore: Edizioni Agricole (1962).
2. “L’Estimo è quella disciplina che insegna ad
esprimere motivati giudizi sul valore dei beni economici […]. Ma il valore dei
beni economici non è un attributo fisso e permanente di essi, non è una loro
intrinseca qualità. Il valore è un fatto
dell’uomo e non una proprietà oggettiva dei beni. Sicché per uno stesso
bene economico, nel medesimo tempo e luogo, non uno ma più valori possono
essere determinati in relazione al fine, motivo o ragione pratica della stima
[…] L’essenza logica di ogni valutazione è l’atto sintetico dell’intelletto col quale si riconosce che due cose
possono sostituirsi l’una all’altra per un certo scopo, ossia per raggiungere
un determinato fine. Dal punto di vista logico valutare significa dunque
esprimere giudizi di equivalenza di
due cose per un medesimo impiego. [..] E poiché uno scopo determinato,
concreto, non esiste se non per una data persona, in date circostanze, deriva
che l’equivalenza è relativa ad una data
persona, in date circostanze. [...]
L’immanenza della previsione in ogni stima risulta dalla natura stessa del
giudizio di stima che, come abbiamo detto, altro non è che un giudizio di equivalenza ipotetica tra moneta ed
oggetto stimato […] Il previsto
prezzo o giudizio di stima è la previsione
intorno al prezzo di mercato realizzabile in un possibile scambio in
determinate circostanze, fra determinate persone; la sua natura è dunque eminentemente probabilistica. […] – Da:
“Teoria e Pratica delle Stime”, Autore: Nino Famularo, Editore: UTET (1963).
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