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Xylella
agitata (per gli altri, ma non per me)
Esistono varietà d’olivo tolleranti, resistenti, resilienti, immuni
al batterio Xylella fastidiosa? Mi
chiedono. Rispondo: molto probabilmente sì. Sono molto frequenti, nella realtà,
e molto noti, rapporti di tolleranza,
resistenza, resilienza, immunità, tra microorganismi e organismi vegetali. Non
sarebbe nulla di sorprendente. Il problema è l’utilità o l’inutilità di tutto
ciò, per la specifica problematica (disseccamento).
Ebbene, a mio modo di vedere, non esistono varietà d’olivo “tolleranti”,
“resistenti”, “resilienti” ed “immuni” al disseccamento, pur potendo esserci varietà
d’olivo, anche le stesse, tolleranti, resistenti, resilienti, immuni al
batterio Xylella fastidiosa.
Il rapporto batterio/disseccamento non è lineare,
deterministico, di causa/effetto. Questo sostengo, questo prevede, tra le altre
e tante cose, la mia teoria olistica (basta leggerla per bene … e leggerla
tutta …. e leggere anche il resto del blog ….). Perché, secondo essa, il
disseccamento non è causato dal batterio o solo dal batterio. Batterio
certamente presente in Salento il cui ruolo, però, nell’insorgenza del
disseccamento, o non c’è o quando c’è è in sinergia con altri fattori negativi
per gli ulivi, e questi altri fattori comunque e sempre molto più influenti.
Infatti:
D = [ (h) Sf + P tr ] Sm (mia
e nota e pubblicata e distribuita traduzione matematica del mio e noto e
pubblicato e distribuito testo). Perché, appunto, il disseccamento non è solo
una batteriosi ma è un fenomeno molto più complesso e per giunta di tipo
emergente (Emergentismo).
Pertanto, che senso ha ricercare, magari trovare e magari
pure impiantare (essendo stati “autorizzati”) varietà d’olivo tolleranti,
resistenti, resilienti, immuni al batterio Xylella
fastidiosa? Nessuno. Nessun senso. Se i nuovi impianti dovranno disseccare
( D = [ (h) Sf + P tr ] Sm ) disseccheranno
ugualmente (pur essendo tolleranti, resistenti, resilienti, immuni al batterio).
Se i nuovi impianti non dovranno disseccare ( D = [ (h) Sf + P tr
] Sm ) non disseccheranno (per la fortunata sinergia non significativa
di fattori negativi).
Invece, i rimedi tecnico-agronomici ricompresi nella mia
teoria, se attuati ed attuati correttamente (protocollo sperimentale da me
ideato e concluso ma disponibile come allegato - a parte, su apposita richiesta - del
2° Libro disponibile dall’8 dicembre 2017) servirebbero per avere valori bassi
di D (probabilità che si verifichi il disseccamento rapido quale fenomeno
emergente – Emergentismo).
Ovviamente la mia è una teoria, tutto ciò che affermo lo
affermo nell’ambito di una teoria, nata per pura intuizione e pura elaborazione
logico-deduttiva della stessa intuizione, intuizione nata sulla base di
osservazioni reali in Salento e per ben 4 anni, ma intuizione. Come tutte le intuizioni
e le teorie andrebbero sperimentate o lasciate in pace come liberi momenti di
letteratura tecnico-scientifica in sé (…. gli atteggiamenti intermedi non vanno
….).
Ma pur essendo una teoria, (teoria: parolaccia per chi è ignorante in Scienza e Tecnica o
recita la parte …), a favore di essa vi sono sempre stati e vi sono tuttora
diversi e significativi indizi di validità:
il primo postulato di Koch insoddisfatto (percentuali
inferiori all’80%); i focolai distribuiti a macchia di leopardo (e non a
macchia d’olio); il manifestarsi rapido del fenomeno sulle piante ma lento sul territorio
(solo un centinaio di Km in ben 5 anni se non addirittura in 6-7 anni); percentuali
di piante disseccate o in disseccamento (certamente in aumento visto che ancora
oggi non si fanno le cose giuste) ma comunque sempre basse (sempre qualche
migliaia, fosse anche 1 milione, fossero anche 2 milioni) rispetto all’intero
(oltre 10.000.000 di ulivi); ecc.
Dunque, tutto quello che potranno decidere a livello politico-istituzionale-amministrativo-burocratico
che risulterà essere confliggente con tutto quanto evidenziato, non mi potrà
interessare. Avranno messo del ghiaccio al sole. Né toccherà la mia teoria. O la
mia serenità. Io, piccolo teorico, tengo sempre presente l’esempio del grande
teorico Albert Einstein il quale, a differenza di tutti gli scienziati agitati ed
insonni del mondo, la notte precedente la sperimentazione della sua teoria
della relatività generale, andò tranquillamente a dormire, dicendo ad un suo
studente che si era sorpreso del suo comportamento: “Se avessero capito la mia
teoria, andrebbero a dormire tranquillamente anche loro”. Un teorico (grande o
piccolo che sia) si agita solo se egli stesso scorge discrepanze logiche nella
propria teoria. Tutto ciò che il chiassoso ed agitato mondo esterno può fare e
produrre, gli è indifferente.
Invece, tutto quello che potranno decidere a livello
politico-istituzionale-amministrativo-burocratico che risulterà essere compatibile
con tutto quanto evidenziato, potrà oggettivamente interessarmi (nel senso che lo
incorporerò, come cronaca, nei miei libri a favore dei miei lavori teorici). Se
poi potrà interessarmi anche personalmente, questo dipenderà da mentalità e comportamento.
Prima di essere scienziati, tecnici, teorici, sperimentalisti, politici, dirigenti,
militari ecc. siamo cittadini e, prima ancora, persone.
Ad maiora! Luca Fortunato
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