Post 168
Matera non è (ancora) olistica e deduttiva. Lo
sarà (dal 2020 in poi)?
Amo Matera. Una città, la mia città (dove sono nato,
cresciuto e vissuto; dove tuttora vivo e lavoro; dove vivrò e lavorerò) che,
nonostante mi faccia arrabbiare e a ragion veduta, non riesco a smettere
d’amare.
Dunque ogni mia critica è sempre stata, è e sarà sempre
costruttiva, a fin di bene. Potrei scrivere un intero libro su Matera, forse lo
farò. Ovviamente con un taglio diverso e inedito. Fino ad ora mai visto. Potrei
scrivere un post, in questo blog, di centinaia e centinaia di righe. Questo non
lo farò! Ma un piccolo post che sintetizzi il problema Matera (come molti mi hanno chiesto di fare) lo faccio. Problema Matera che, paradossalmente,
ora (nel momento della Capitale
europea della Cultura per il 2019) è ancora più evidente. Di cosa si tratta? A mio modesto parere, il
problema è, ed è sempre stato, il seguente:
Matera, per quanto riguarda la maggior parte delle sue
persone, sbaglia, ed ha sempre sbagliato, metodo. Vale a dire che usa, ed ha
sempre usato, consapevolmente o inconsapevolmente, il metodo induttivo (dal
particolare al generale; dai particolari al generale; dalle parti all’intero;
ecc.). Quando, invece, dovrebbe usare il metodo esattamente opposto, cioè il
metodo deduttivo (dal generale al particolare; dal generale ai particolari;
dall’intero alle parti; ecc.). Lo sbaglio induttivo è oggettivo in quanto
Matera ha, ed ha sempre avuto, di suo, un bellissimo quadro generale (storico, architettonico,
paesaggistico ecc.) ma che a differenza di altre città o più in generale luoghi
anch’essi dotati di un valido quadro generale esprime un quid unico al Mondo. Dal quale, quindi, occorre dedurre, saper
dedurre, cosa certamente non facile ma assolutamente necessaria (…. e non
indurre, cosa facile ma assolutamente inutile, indurre dai particolari di
Matera, per trovare il quid di Matera
…. che già c’è! E che c’è sempre stato!). Il rimedio? Esiste. Si chiama Olismo. Quel paradigma (opposto e
alternativo al paradigma del Riduzionismo) all’interno del quale il metodo deduttivo
emerge spontaneamente. L’Olismo, però, non è un piatto pronto, da acquistare e
consumare facilmente. Richiede tempo, studio, dedizione, passione, teoria,
esercizio pratico della teoria, fiducia ma soprattutto richiede voglia di
cambiare mentalità e quindi approccio tanto alle cose quotidiane quanto ai
grandi temi. Non sono possibili scorciatoie o furbizie con l’Olismo. Del resto,
l’Olismo non lo prescrive il medico, né lo impone la legge. Si è liberissimi,
dunque, di non rivolgersi ad esso. In tal caso, però, non ci si sorprenda e non
ci si lamenti del fatto che Matera, anche di fronte a grandi occasioni e nel
mezzo di grandi occasioni (meritate o immeritate che siano, questo è altro
discorso) continui ad esistere ben al di sotto delle sue reali potenzialità
e proiettando nel futuro il solito limbo.
Amo Matera. Una città, la mia città (dove sono nato,
cresciuto e vissuto; dove tuttora vivo e lavoro; dove vivrò e lavorerò) che,
nonostante mi faccia arrabbiare e a ragion veduta, non riesco a smettere
d’amare.
Luca Fortunato (cittadino materano - da sempre - e
olista - da ben 17 anni e per sempre).
Nessun commento:
Posta un commento