Post 165
Dalla mia Tesi di Laurea – 2
…. continuando dal post
164: dalla mia Tesi di Laurea (sperimentale), in Agronomia Generale, “Influenze delle acque reflue dei frantoi
oleari sulla fertilità del terreno” - Corso di Laurea quinquennale in
Scienze Agrarie (indirizzo: Produzione Vegetale; orientamento: Ecologico) –
Facoltà di Agraria – Università degli Studi di Bari – Anno accademico
2003-2004:
[…]
La pratica dello
spandimento sul suolo delle acque di vegetazione era già presente all’epoca
degli antichi Romani e nel corso della storia dell’agricoltura essa è stata
sempre attuata: se ne è sempre intuito il vantaggio per la fertilità del
terreno e il vantaggio gestionale per il loro smaltimento. Pertanto, alla scienza,
alla tecnologia e alla legislazione moderna spetta il compito di capirne i
reali effetti (positivi, negativi e nulli) sul sistema del suolo e, alla luce
di tali nuove ed obiettive conoscenze, disciplinare e regolamentare tale
pratica agronomica.
[…]
Per fertilità del terreno si intende l’attitudine
di un terreno a produrre: attitudine che può essere valutata considerando la
produzione delle colture e lo stato di salute delle piante; attitudine che è
legata alla presenza e disponibilità di elementi nutritivi (fertilità chimica),
alle caratteristiche fisiche del terreno (fertilità fisica), alla presenza di
microflora e microfauna e al loro equilibrio (fertilità biologica).
Oggi il concetto di
fertilità viene considerato all’interno di un più ampio e generale concetto di
qualità del suolo che comprende anche considerazioni di tipo ecologico: si
guarda così, ad esempio, al movimento lungo il profilo del terreno delle acque
di vegetazione per valutare l’eventuale rischio di inquinamento delle acque di falda.
Le influenze delle
acque di vegetazione sulla fertilità del terreno possono essere positive
(miglioramento delle proprietà fisiche, aumento del contenuto di elementi
nutritivi ecc.), negative (presenza di composti fitotossici, eccessiva salinità
ecc.) o nulle (nessuna variazione dei parametri originari, variazioni non
statisticamente significative, rapido ritorno dei valori a quelli originari
ecc.).
E’ da sottolineare che
anche le influenze nulle sono alquanto interessanti: il significato, infatti, è
che lo spandimento quantomeno non inquina, non provoca alterazioni e squilibri,
e, quindi, che tale pratica rappresenta un modo di smaltire le acque di
vegetazione ecologicamente compatibile.
Del resto anche l’influenza
“negativa” può tornare utile: l’acidificazione, ad esempio, concorre ad
abbassare il pH in un terreno a reazione alcalina.
[…]
[…[ In termini
qualitativi, nell’olio di oliva non risultano esserci modificazioni
significative per quel che riguarda la composizione acidica percentuale ed il
tenore di acido oleico. Alcun fenomeno fitotossico è stato mai registrato così
come non si sono mai avute influenze negative sulle diverse fasi fenologiche
delle piante. Sembra, quindi, che la pratica dello spandimento negli oliveti
sia attuabile con un carta tranquillità e con vantaggi produttivi. [….]
[…] Prove sul vitigno
Trebbiano hanno mostrato che lo spandimento di acque di vegetazione ha
determinato incrementi produttivi del 25% rispetto alle colture senza reflui,
con pesi medi del grappolo superiori del 30%. Nessun effetto fitotossico è
stato segnalato neppure con alte dosi di acque di vegetazione. [….]
[….] per il frumento
duro ci sono influenze nulle o negative che meritano ulteriori chiarimenti. [….]
[….] sul mais le influenze
dello spandimento di acque di vegetazione sembra avere influenze nulle o
positive [….]
[….] Patata: le
influenze negative su questa coltura sono ben chiare. [….]
[….] Pomodoro: questa
coltura sembra non risentire, sia da un punto di vista produttivo, sia da un
punto di vista sanitario, dell’apporto di acque di vegetazione. [….]
[...]
L’approfondimento delle
acque di vegetazione lungo il profilo del terreno è, in genere, limitato allo
strato arabile, con rischio nullo o modesto per l’inquinamento delle acque di
falda [….] Tuttavia, essendo il rischio di inquinamento delle acque di falda un
aspetto ecologico di notevole rilievo, sono da tener presente, caso per caso,
le particolari situazioni pedologiche ed agronomiche nelle quali si opera. [….]
[…]
In definitiva i reflui
oleari possono considerarsi una risorsa anziché un rifiuto purché si abbia cura
nella loro gestione.
Luca Fortunato