Post n. 99:
Sisma: punti di vista di
un cittadino.
Le notizie che sono giunte e che continuano a giungere dai
luoghi del sisma non è vero che hanno toccato e che toccano il cuore (e la
testa) di tutti. Quello dell’Europa o meglio quello dell’UE sicuramente non è
stato toccato. Se lo sarà, lo constateremo. Resterebbe ad ogni modo la tardività
di risposta in tal senso. Il che è già, e lo sarebbe anche dopo, un ennesimo
indicatore della aridità burocratica e ragionieristica della Nostra UE. E che,
a sua volta, è già, e lo sarebbe anche dopo, un ennesimo indicatore della complessiva
dimensione riduzionistica in cui naviga la Nostra UE. Dimensione così lontana
da quella dimensione olistica di cui tutti Noi cittadini d’Europa abbiamo invece
bisogno, sempre più bisogno. Ad ogni modo, il mio cuore di cittadino è stato
toccato. Ed il tocco risalendo alla mia testa mi ha fatto immaginare e scrivere
questo post. Che continua così: sul piano pratico, se ci si ridurrà alle pur lodevoli
e necessarie azioni di emergenza, assistenza, solidarietà ecc., senza andare
oltre e cioè senza, già da ora e soprattutto in seguito e continuamente per
anni, costruire e ricostruire il nuovo in modo antisismico e adeguare il
vecchio costruito in modo antisismico non avremo imparato nulla. Ancora una
volta, non avremo imparato nulla. Occorre una legge nazionale che obblighi a costruire
e a ricostruire il nuovo in modo antisismico e ad adeguare il vecchio costruito
in modo antisismico. Una rivoluzione paradigmatica e culturale enorme,
complessa, difficile. Come enorme, complesso e difficile è dover fronteggiare gli
effetti di un sisma senza costruzioni antisismiche. Se l’Italia non fosse un
Paese ad alto rischio sismico, quanto ho scritto sarebbe la scoperta dell’acqua
calda, la banalità più grande. Ma purtroppo è la Politica italiana che su
questo tema (cosi come su tanti altri ….!) è sempre stata, ed è (e si spera non
sarà più) di una banalità sconcertante! Sul piano teorico, invece, posso
ovviamente esprimere solo una mia libera impressione da cittadino – non essendo
un geologo, un geofisico, un sismologo ecc. Avendola avuta, però, l’impressione
ed essendo un cittadino italiano – cioè cittadino di un Paese altamente sismico
e soprattutto in alcune zone, come la storia e la geologia e la geofisica e la
sismologia mostrano – la butto giù: siamo sicuri che l’attuale teoria del rimbalzo
elastico – cioè l’attuale modello geofisico utilizzato in sismologia per
spiegare la dinamica dei terremoti – sia proprio giusta? O meglio,
completamente giusta? Soprattutto alla luce della Fisica moderna? Al di là e al
di fuori della prevedibilità o meno dei terremoti, delle bufale o delle non
bufale, dei complotti o meno, della magnitudo ritoccata o meno ecc. ecc. ecc.,
cose che lascio eventualmente alla cronaca, al tempo e alla storia, senza che sicuramente
tali aspetti possano solo lontanamente sfiorare la mia mente, chiedo, da
cittadino, agli addetti ai lavori, agli esperti di ragionarci un po’ meglio
sulla attuale teoria del rimbalzo elastico. Io, a naso, sento che in essa
qualcosa non torna. Poi, appunto, non essendo un geologo-geofisico-sismologo non
so dire che cos’è che non torna. Ma se qualche esperto appunto si vorrà prender
la briga di razionalizzare (con le sue necessarie conoscenze e competenze di
geologia, geofisica, sismologia ecc.) il mio olfatto, potrà farlo. Per
stabilire se il mio olfatto ci ha azzeccato o ha sbagliato. E perché,
ovviamente. Tutto qui. Del resto, sul piano pratico, come abbiamo visto prima,
la strada è – banalmente – tracciata: prevenzione dei crolli o sensibile
riduzione degli stessi o dei loro danni costruendo, ricostruendo e adeguando in
modo antisismico. Come, del resto, e da tempo, e con successo relativo ma
significativo, fanno in Giappone, in California ecc. Insomma, non ci sono (più)
scuse per nessuno. Luca Fortunato
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