Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

domenica 27 maggio 2018

Prima dell'Olismo (per l'Olismo)



Post 237 

Prima dell’Olismo (per l'Olismo)

L’uomo è condannato ad essere libero: condannato perché non si è creato da se stesso, e pur tuttavia libero, perché, una volta gettato nel mondo, è responsabile di tutto ciò che fa. J. – P. Sartre

Ogni volta che rileggo o ricordo questa frase di J. – P. Sartre, tutto ha una risposta, tutto ha un perché, tutto ha un come. Tanto il bene quanto il male presenti nella Società (ad ogni livello, nelle piccole e nelle grandi cose, nelle piccole e grandi dinamiche) si spiegano. Ognuno è libero di trovare una filosofia che inquadri i fatti quotidiani (grandi e piccoli). Ma non si può non farlo. Non si può vivere senza teoria. Anche per confrontarla con le altre filosofie-teorie e magari cambiarla pure. Ma non si può vivere senza teoria-filosofia. Molti, troppi, Oggi, nel Nostro Tempo, vivono di istinti, di pulsioni, di pancia oppure vivono seguendo in modo acritico convenzionalismi, conformismi e standard oppure ancora (la peggior cosa di tutte) si lanciano come kamikaze in rivoluzioni (perché non avendo una vera base teorico-filosofica – qualunque essa sia – sono come paracadutisti senza paracadute). Da sempre, la mia filosofia di base è l’esistenzialismo ateo di J. – P. Sartre. Che poi si integri e si sposi perfettamente con il Marxismo, con L’Olismo ecc. è altra cosa. Importante, ma è altra cosa. Ringrazio la mia testa per ospitare una filosofia. Ho tanti difetti, pochi pregi. Ma certamente tra quei pochi pregi c’è che non sono né una persona “al naturale” (istinti, pulsioni, pancia ecc.), né una persona “algoritmica” (convenzionalismi, conformismi, standard ecc.) né una persona stupida (paracadutista senza paracadute). Ringrazio la mia vita per seguire una filosofia. Questa riflessione è nata ieri sera quando ho notato che tre persone, ognuna impantanata in un grosso guaio, mi hanno chiesto sostanzialmente la stessa cosa. In momenti ovviamente diversi, nell’arco degli ultimi mesi, mi hanno chiesto di saperne di più sull’Olismo e sul mio Olismo casomai potessero aiutarli a tirarsi fuori dai guai. Questa la sintesi accomunante dei loro discorsi. 3 persone diverse (una persona al naturale, una persona algoritmica, una persona kamikaze) tutte accomunante dall’assenza (nella loro testa e nella loro vita) di una (vera) filosofia. Ho risposto che non potevo aiutarli. Perché l’Olismo non è del prosciutto da comprare per farcire un panino. Oppure, non è un computer per navigare in internet. Oppure, non è un cacciavite per girare viti. Mi avessero chiesto di aiutarli a vedere e a conoscere la realtà in un modo diverso per poi dedurre modi diversi di vita e di lavoro e di soluzione dei problemi, li avrei aiutati. Come ho sempre aiutato chi mi ha chiesto cose sensate, come aiuterò ancora ed eventualmente in futuro chi mi chiederà cose sensate. La libertà è una condanna oggettiva ed inevitabile, come dice giustamente Sartre. Proprio per questo va saputa vivere. Per farne il nostro paradiso in Terra, e non il nostro inferno in Terra. L’Olismo, importantissimo, viene, può venire, dopo. Prima, devono esserci intelligenza e coraggio: l’intelligenza sia per capire che i successi (teorici e pratici) del Riduzionismo sono solo apparenti sia per distinguere forme di pseudo-olismo (Riduzionismo allargato, Riduzionismo multidisciplinare, Riduzionismo interdisciplinare, Riduzionismo approfondito, Riduzionismo dettagliato, Riduzionismo tecnologico ecc.); ed il coraggio sia per lasciare e superare il Riduzionismo sia per smascherare lo pseudo-olismo. Balzando nel vero Olismo. Certamente, anch’esso non privo di difetti e limiti. Ma, altrettanto certamente, migliore, molto migliore, del Riduzionismo. Quanto allo pseudo-olismo, esso essendo un imbroglio va trattato come tutti gli imbrogli. Un caro saluto a tutti. E come sempre, ad maiora! Luca Fortunato (Matera)  

P.S. inizia finalmente il caldo. Ed ho tutta l’intenzione di godermelo! Anche perché diversi fatti (vicini e lontani) e loro sviluppi mi hanno dato ragione, mi danno ragione. Sono condannato ad aver ragione? Forse, il che non è un male, sia chiaro, anzi … Ma ho deciso di cambiare modo di vivere questo tipo di successo. E siccome prevedo diverse richieste d’Olismo last minute e ad immediato “uso e consumo”, richieste che non possono essere soddisfatte (per oggettività del Paradigma), ci sentiamo a novembre con l’ultimo post di questo blog per l’Anteprima del terzo e conclusivo libro del mio progetto editoriale “Esempi d’Olismo”. Chi ha avuto tempo, l’ha sprecato. Chi volesse dell’Olismo per il futuro (oltre i miei blog e i miei libri e le mie attività), mi scrivesse su WhatsApp (389.4238195) per delle lezioni private (frontali o in PDF) d’Olismo generale per un periodo di durata di almeno 12 mesi (vista l’entità del Paradigma) a cui far seguire delle lezioni (frontali o in PDF) di Olismo tematico e specifico di durata a seconda degli argomenti da trattare e che viste le mie competenze ed esperienze dovranno ricadere o nell’ambito delle Scienze Agrarie o nell’ambito della pittura astratta o nell’ambito della musica blues. Ciao ciao (… la libertà …. oggettività della condizione umana … fonte di enorme responsabilità … ma quanto è  meravigliosa la libertà!).   

giovedì 24 maggio 2018

Un pò di etica (olistica) ... (seconda parte)



Post 236

Un po’ di etica (olistica) … (seconda parte). 

…. proseguendo dal post precedente: 

Anche tesi ed antitesi, tesi e contro-tesi, devono essere entrambe della stressa natura, della stessa specie, ed essere sullo stesso piano. Solo così il tutto (la dialettica, il confronto, ma anche lo scontro, il contendere, l’affrontarsi) è etico, è deontologico, ed è anche valido dal punto di vista sostanziale (politico o scientifico o tecnico o legale, a seconda del caso, della vicenda, della storia). Ed il vincitore avrà davvero vinto. Se si affronta lo spadaccino con la spada, vincerà il migliore. Se si affronta lo spadaccino con la pistola, vincerà il vile imbroglione da fuoco. Tesi e antitesi, tesi e contro-tesi, devono essere versioni diverse, interpretazioni diverse, ma della stessa cosa e secondo la stessa natura (ontologica, gnoseologica, epistemologica, metodologica ecc.). Altrimenti si bara. E nessuno scopo - per quanto alto e nobile – può mai giustificare mezzi scorretti. A volte si ha il diritto, spesso anche il dovere, di produrre una antitesi, una contro-tesi. Ma occorre farlo nella correttezza e nella corrispondenza (ontologica, gnoseologica, epistemologica, metodologica ecc.). Se non per etica (che è conquista di pochi, ahimè) almeno per pragmatismo: l’imbroglio sulla natura delle cose, infatti, potrà anche produrre risultati ma certamente produrrà anche guai. Prima o poi, lo farà. È comprensibile che alcuni si lascino accecare dagli obiettivi, dagli scopi. Persone che, probabilmente, nell’esagerazione d’obiettivo (calpestando l’etica dei mezzi e la natura dei mezzi) cercano un’identità o un’identità migliore, una compensazione che non hanno nelle cose della loro vita (famiglia, lavoro, amicizie ecc.). E’ comprensibile. Ma questo aspetto umano non cancella il loro sbaglio oggettivo. Anche perché lo scopo individuato può essere davvero un bene da perseguire. Ma lo si perde  - pur raggiunto – in un Tutto non valido (per una contro-tesi non valida anche se ha praticamente agito e prodotto). Un modo, invece, corretto di produrre una antitesi, una contro-tesi, è, ad esempio, quello di produrla secondo la stessa natura della tesi ma di collocarla in un Paradigma diverso. Come, ad esempio, far duellare uno spadaccino destrimano con uno spadaccino mancino. Vinca il migliore. Spade mosse diversamente, da angolature diverse. Ma spade. Spada contro spada. E non spada contro pistola o cannone! Inoltre, la riflessione che ho fatto l’altra sera con un amico (su vicende vicine e lontane) portava anche a questi aspetti: spesso chi si  muove in antitesi, in contro-tesi, lo fa secondo uno slancio etico, alto, nobile, culturale in qualche modo. E allora? Partire bene per poi rimangiarsi il tutto con l’imbroglio sulla natura dei mezzi, delle strade, dei percorsi? ; e poi: ma chi l’ha detto che la spada non va bene o non è sufficiente? Provate ad immaginare di voler tagliare, in qualche punto, il velo del fanatismo, del dogmatismo ecc. Riuscireste a tagliarlo con le palle di cannone? Anche perché se lo tagli lo sconfiggi per davvero. Se lo spazzi via, ritornerà, nel vuoto creato si riformerà; ed infine: integrare? integrativo? integrazione? Se non vi è ancora un tutto. Ma se il tutto vi è già? O già vi è stato? Approvato ed utilizzato pure, magari? E dunque è solo e sempre questione di Paradigmi (diversi) e non di altro. Ciao a Tutti. E come sempre: ad maiora! Luca Fortunato (Matera)  
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venerdì 18 maggio 2018

Un po' di etica (olistica) ... (prima parte)



Post 235 

Un po’ di etica (olistica) … (prima parte)

Scopi e metodi devono essere entrambi giusti. Se uno scopo è giusto ma il metodo seguito per raggiungerlo è sbagliato, all’olista non interessa. Facessero altri. E se lo scopo sarà stato raggiunto, il risultato sarà stato ottenuto, ma i metodi seguiti saranno stati sbagliati, il tutto è stato, è e sarà comunque e sempre negativo per l’olista. Se al riduzionista può andar bene un risultato a prescindere dalla strada percorsa, facesse pure. L’olista, invece, è fatto di un’altra pasta. Inoltre, scopi e metodi devono essere entrambi della stessa natura. Se, ad esempio, uno scopo è olistico ma il metodo seguito per raggiungerlo è riduzionistico o peggio ancora è pseudo-olistico (riduzionismo allargato, riduzionismo approfondito ecc.), all’olista non interessa il tutto (che assume la figura di un “mostro paradigmatico”). E se lo scopo olistico sarà stato raggiunto, il risultato olistico sarà stato ottenuto, ma i metodi seguiti saranno stati imbrogliati, il tutto è stato, è e sarà comunque e sempre negativo per l’olista. Se al riduzionista può andar bene un risultato a prescindere dal minestrone mangiato per ottenerlo, facesse pure. L’olista, invece, preferisce cibarsi d’altro. Ma su questo punto sorge un problema: sebbene l’imbroglio paradigmatico, il minestrone paradigmatico, possa non avere ripercussioni sul piano giuridico-legale (o può averle?) ne ha invece e sicuramente sul piano sostanziale (scientifico, tecnico, culturale, deontologico, etico ecc.). E dunque occorre denunciare comunque la cosa. Denunciare ad esempio scrivendo un libro, o un capitolo di un libro, o un imprevisto capitolo di un libro. Denunciare nel senso di esercitare il diritto di cronaca e il diritto di critica, denunciare a livello intellettuale, civico. Ebbene, fatti, vicende e storie (vicine e lontane) necessiterebbero (a quanto pare) di questo. Ringrazio chi me le ha segnalate o ulteriormente dettagliate. Ne seguirò gli sviluppi. E se lo riterrò opportuno attrezzerò nuove scritture (nuovi libri o nuovi capitoli). Perché se è vero che occorre salvare i mari, i monti, i cieli, le acque, gli alberi, le praterie e le farfalle occorre salvare anche i cittadini, più cittadini possibile, da esempi di terribile mentalità. A prescindere, appunto, dai risultati (positivi o negativi) che la terribile mentalità ha prodotto, produce, produrrà. Altrimenti dove sarebbe la Cultura? L’Olismo (quello vero e quello puro) può aiutare molto. Ed io posso aggiungervi un altro mio contributo. Perché no? Inoltre, in tutte queste “strane” dinamiche, non governando per bene le complesse dinamiche della Società di Oggi (con confusioni del tipo: ritenere soggettivo cosa invece è oggettivo; ritenere oggettivo cosa invece è solamente analitico; ritenere più vere le verità collettive; ritenere lo strumentale superiore al clinico; ritenere la partecipazione, la condivisione, la “piazza”, la “democrazia” sempre e comunque legittime anche su cose, invece, dove vi è esclusività sancita dalla Legge e addirittura dalla Costituzione! ecc. ecc. ecc.), accade spesso il seguente paradosso: una inversione ad U con rimedio peggiore del male! Con i “buoni” che, pur partiti bene ma poi strada sbagliata facendo, diventano peggiori dei “cattivi”! Con i “profondi” che si rivelano, invece, essere più superficiali dei presunti superficiali! Insomma, c’è tanto su cui riflettere, tanto su cui scrivere. Grazie ancora per le segnalazioni. Vigilerò. A presto, dunque. Vecchi e nuovi impegni (di lavoro e di vita) permettendo. Luca Fortunato (Matera).

venerdì 11 maggio 2018

Cambiare Paradigma



Post 234

Cambiare Paradigma 

Spesso, di fronte ad un problema, si pensa che la natura del problema (e di conseguenza la strada da percorrere per risolverlo) sia di natura politica o di natura economica o di natura sociale o di natura scientifica o di natura tecnica ecc. A volte è così. Ma molto più spesso la natura del problema è di natura ibrida e complessa: natura politico-sociale, ad esempio; o natura politico-economico-sociale, altro esempio; o natura tecnico-scientifica, altro esempio ancora; o natura politico-scientifica, ancora un esempio; e così via. Ma spessissimo, direi quasi sempre al giorno d’oggi, nel Nostro Tempo, vi è un  pre-problema di  natura culturale. Tale tipo di pre-problema impedisce di vedere la vera natura del problema (sia essa semplice o complessa). Specificatamente, il pre-problema culturale consiste in questo: collocati nel Paradigma del Riduzionismo, non si conosce il Paradigma dell’Olismo o lo si rifiuta. Di conseguenza, la reale natura del problema (semplice o complessa che sia) non viene colta e, ancora di conseguenza, ci si incammina su una strada sbagliata che porterà o a non risolvere il problema (magari aggravandolo nel tempo) o solamente a “sistemarlo” (all’italiana, insomma. Illudendosi - o illudendo - di risolverlo, invece aggravandolo certamente nel lungo periodo, con conto salato, più salato, un domani). L’Olismo ha un concetto diverso (rispetto al Riduzionismo) di Società, di città, di Paese, di popolo, di famiglia ecc.; l’Olismo ha un concetto diverso (rispetto al Riduzionismo) di economia, di azienda, di mercato, di lavoro ecc.; l’Olismo ha un concetto diverso (rispetto al Riduzionismo) di ecosistema, di bosco, di foresta, di lago, di mare, di terreno, di coltivazione, di fiume, di clima ecc.; L’Olismo ha un concetto diverso (rispetto al Riduzionismo) di organismo vivente, di corpo umano, di animale, di pianta, di albero ecc.; l’Olismo ha un concetto diverso (rispetto al Riduzionismo) di massa, di energia, di spazio, di tempo, di causa, di effetto, di salute, di malattia ecc. Di conseguenza, l’Olismo ha metodi e metodiche diversi (rispetto al Riduzionismo), metodi e metodiche definibili con i seguenti termini (secondo il significato vero, proprio, scientifico, e non da linguaggio comune, giornalistico ecc.): intuitivo, sintetico, deduttivo, euristico, non-lineare. Suggerimento ai riduzionisti che si dovessero trovare di fronte ad un problema che non riescono ad inquadrare o ad inquadrare-risolvere o a risolvere, con prospettiva di non-risoluzione o peggio di illusoria “sistemazione” (con conto salato un domani): se conoscono l’Olismo provassero a non rifiutarlo più e a seguirlo una buona volta!  Se, invece, non conoscono l’Olismo, provassero a rivolgersi a coloro che lo conoscono l’Olismo, una buona volta! Ma certamente non approfondissero il Riduzionismo! Rivolgendosi ad altri riduzionisti! Per un Riduzionismo ancora più dettagliato! E, così, sempre più lontano dall’Olismo che invece il progresso delle scienze (matematica, fisica, chimica, biologia, ecologia, agronomia, medicina ecc.; economia, sociologia ecc.) ha ormai dimostrato essere il miglior Paradigma attualmente disponibile. E’ incredibile, ma queste oggettivamente errate direzioni vengono ancora percorse. E ci si illude, magari, di cambiare Paradigma quando invece si rimane nello stesso Paradigma. O si salta nell’Olismo o il cambio di paradigma non avviene. Sono certamente comprensibili la paura, l’imbarazzo e il disagio da parte di coloro che, ad esempio, hanno costruito una vita ed una carriera sul Riduzionismo, o, altro esempio, stanno costruendo una vita ed una carriera sul Riduzionismo in ossequio, ad esempio, ad una tradizione familiare, ad una certa mentalità e stile di vita ecc. Ma è pur vero che interessi di ben altro tipo, cioè l’interesse generale e l’interesse collettivo, necessitano il superamento di quelle paure, di quegli imbarazzi, di quei disagi, per un approdo all’Olismo. Siamo parte di qualcosa di più grande di noi. Senza scomodare Dio (per chi è credente) o l’Universo (per chi non è credente, come me), siamo sempre parte di qualcosa di più grande di noi: già in coppia d’amore, o in una squadra di calcio, o come cittadini di una Città, o come cittadini di una Nazione ecc. E dunque siamo sempre piccoli rispetto al Tutto che volta per volta, livello per livello, esiste (…. figuriamoci quanto è piccolo il nostro particolare ed egoistico interesse rispetto all’interesse di tutti ….). Ma certamente, non bisogna essere olisti o marxisti o chissà cos’altro per capirlo. Bisogna essere veramente non-intelligenti per non capirlo! Ma la non-intelligenza può essere tollerata fino ad un certo punto, oltre occorre denunciare. Stando attenti, però, a prendere la direzione giusta, per uscire dalla padella e non per cadere nella brace! Gli interessi generali (di tutti) vanno tutelati e protetti maggiormente e salvati dall’arrogante ed ostinata stoltezza di alcuni. Ma occorre saperlo fare! Ciao e a presto. E con novità. Il blog si ri-prende una pausa per altri fortunati e meritati impegni di lavoro e di vita che sono sopraggiunti. Sarò comunque e sempre contattabile. Ad maiora! Luca Fortunato (Matera) E-mail: lucaf73x@gmail.com ; WhatsApp:  389.4238195 
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martedì 8 maggio 2018

Il vero Marx



Post 233

Il vero Marx 

Ieri, mattinata trascorsa a Bari. Ho trovato anche il tempo per fare un salto in libreria, e, subito, mi si è stagliato davanti agli occhi un mare di libri di colore rosso! Mamma mia che bello! Tutti libri su Marx! O meglio sul bicentenario della sua nascita, o meglio ancora sulla sua ri-scoperta, sul fatto che è ancora attuale, anzi attualissimo, “profetico” anche riguardo a molti aspetti dell’odierna Società, indispensabile per comprendere anche la Società di Oggi, specialmente la sua Complessità (che non va né ignorata, né ridotta). Ottima cosa, quel mare rosso. Sebbene non può non risaltare anche l’aspetto commerciale-consumistico-opportunistico della cosa. Ma in fondo, ci può stare. Diffondere, promuovere, rilanciare Marx non può che essere un’ottima cosa! Sempre e comunque. Ma mi chiedo (qualcosa di più serio): l’attuale moda della ri-scoperta di Marx (da parte dei “marxisti dell’ultima ora”, quando ci sono i veri marxisti, come me, e da sempre) non rischia di essere altrettanto superficiale della precedente moda che mise al bando lo stesso Marx? Ebbene, visto che Marx è davvero insuperato, è davvero ancora vivo, più vivo che mai, ed il Mondo è in preda a guai che potrebbero essere risolti applicando correttamente Marx (e non come lo hanno travisato e manipolato nel corso della Storia), sarebbe opportuno che ci si avvicinasse a Marx consapevoli che il suo pensiero è una forma di Olismo, così come di materialismo ed ateismo, così come di rivoluzione e prassi rivoluzionaria, così come di Sinistra, ma specialmente è capovolgimento del “normale” modo di vedere le cose. Ma soprattutto, nel farlo, nell’avvicinarsi a Marx, lo si facesse leggendo i suoi testi, quello che egli ha realmente scritto. Basta comprare le sue opere (si trovano facilmente in ogni buona libreria) o delle antologie (ve ne sono diverse e davvero ottime). Si scoprirebbero, così, 4 ordini di cose: 1. la genialità intuitiva, teorica, filosofica, scientifica, economica, sociologica, letteraria e argomentativa di Marx; 2. l’incredibile attualità del suo pensiero (sebbene infatti siano trascorsi due secoli, e la Società è ovviamente cambiata, e di errori anche Marx ne ha commessi – come tutti su questa Terra - non sono cambiati i problemi di fondo sollevati da Marx (e solo da Marx), né sono stati risolti, né vi sono state, né vi sono tuttora, altre prospettive di vera soluzione (cioè soluzione radicale, intera, completa) se non quanto da egli indicato. 3. l’utilità (politica, economica, sociologica, esistenziale ecc.) di tutto ciò; 4. le enormi frottole (tanto da parte della Destra e da parte del mondo della Religione, quanto da parte di settori della stessa Sinistra!) che spesso sono state raccontate su Marx e sul suo pensiero! (leggete o meglio leggetelo Marx e ve ne accorgerete: scoprirete, ad esempio, ciò che egli intendeva per comunismo che è cosa ben diversa da quanto è stato tentato finora nella Storia). Nell’augurarvi, dunque, una buona (e avventurosa!) conoscenza del barbuto di Treviri (che apre veramente la mente e dona uno sguardo diverso e nuovo sull’Essere umano, sulla Società, sul Mondo) vi lascio, a conclusione del post odierno, con il noto fondamento filosofico di Tutta la Sua Opera (da cui egli mosse e da cui ogni cittadino che voglia davvero capire Marx non può non muovere, traendone le dovute conseguenze teoriche e comportamentali). Ciao a Tutti, e a presto. Luca Fortunato (Matera)  
  
  Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza - Karl Marx