Post n. 9:
Quando la Ragione
sbaglia
Tipiche del Riduzionismo sono le fallacie argomentative, particolari
errori del ragionamento. Ce ne sono tante e diverse, note e meno note, e di
diversa tipologia. Lasciando al lettore la briga e il divertimento di approfondire
il tema interessantissimo, ne riporto, di seguito, 4 di fallacie argomentative.
Sono quelle che più spesso, più di altre, ricorrono – esplicite o implicite –
nelle cronache. Anche di questi giorni e
in vari ambiti (Politica, Economia, Lavoro, Società, Media ecc.). E a cui
l’Olismo, anche l’Olismo, può certamente contribuire a porre rimedio.
1.Appello all'autorità (Argumentum
ab auctoritate): si accetta una tesi o qualunque altra cosa solo per il
prestigio o per il rispetto di colui che la sostiene. Lo ha detto il ministro,
lo sostiene il presidente, lo dice il direttore, lo sostiene l’onorevole, lo
dice il capo gruppo, lo afferma il consigliere, lo dice il professore, lo ha
detto il sindaco, lo sostiene la commissione, lo afferma il consiglio, lo ha
detto il vertice singolo X, lo ha detto il vertice collettivo Y ecc. E allora?
Il ministro, il presidente, il direttore, l’onorevole, il capo gruppo, il
consigliere, il professore, il sindaco, la commissione, il consiglio ecc. come
tutti possono sostenere tesi giuste o sbagliate. Occorre verificarle e
vagliarle. Sempre e comunque. L’essere un’ autorità non implica di per sé
l’avere ragione! Anche perché non dobbiamo mai dimenticare che una tesi potrà
anche avere 10, 100, 1000 prove a suo favore ma ne basta solamente 1 di prova contraria
per farla cadere del tutto. Del resto, è
proprio sfruttando l’autorità che spesso si cerca di far passare contenuti,
tesi e quant’altro comodi al Potere ma lontani dalla realtà dei fatti. Del resto,
le cariche come quelle su esemplificate sono perlopiù ruoli di tipo funzionale-formale-organizzativo
e non di tipo contenutistico-sostanziale. Da cittadino mi chiedo se abusi in
tal senso possono configurarsi anche come reati.
2.Argumentum ad hominem: ci si
riferisce non alle tesi e ai loro contenuti ma alle caratteristiche personali di
chi le sostiene. Attaccando le sue caratteristiche personali si cerca di
screditare le sue tesi e i loro contenuti. Si attaccano, ad esempio, l'età, il
carattere, lo status famigliare, l'etnia, lo status sociale ed economico,
l'aspetto, il vestiario, il comportamento, l’orientamento sessuale, il credo
politico, il credo religioso, la professione ecc. Esempio: “Ha solo 20 anni, cosa mai potrà capire del Mondo?” - il fatto che
la persona attaccata abbia 20 anni non è detto che non possa avere delle giuste
intuizioni sul Mondo (e che magari qualche volpone di 50 anni le rubi e le sfrutti
pure ….) - altro esempio: “E’ un
contadino, cosa mai potrà capire lui di una grande città?” - il fatto che
la persona attaccata eserciti il nobile lavoro di coltivare la terra (e di cui
beneficiano anche i manager nei palazzi di vetro, perché anch’essi mangiano
cibo ….) non le può impedire di capire le dinamiche sociali in una grande
città. Oppure, un’altra versione di questo tipo di fallacia argomentativa, consiste nel confutare una tesi attaccando chi
la propone per il fatto che anche lui è nell'errore: “Quell’esperto
mi ha detto che per mangiare sano bisogna fare questo, bisogna scegliere questo
e non quello, bisogna leggere questo, bisogna acquistare lì e non là. Ma io non gli darò retta …. perché ha la
pancia! E’ in sovrappeso!” - l’esperto avrà sicuramente i suoi problemi di
linea e di metabolismo ma non è detto che i suoi consigli alimentari non siano
giusti. Da cittadino mi
chiedo se abusi in tal senso possono configurarsi anche come reati.
3.Falsa pista (Non sequitur): si
assume come rapporto di causa-effetto
un rapporto che in realtà non è valido o non è necessariamente valido. Esempio:
“Se non mi inviti vuol dire che non hai
rispetto per me”. – Potrebbe essere, ma non è detto. Ci potrebbero essere
altri motivi. Semplice distrazione, ad esempio. Altro esempio: “Gli ecosistemi sono sotto la mannaia
dell’Inquinamento. Occorre dunque innovare tecnologicamente i processi
produttivi” - l’argomento è fallace perché benché gli ecosistemi siano
effettivamente sotto la mannaia dell’Inquinamento non è detto che per risolvere
il problema dell’Inquinamento bisogna necessariamente innovare tecnologicamente
i processi produttivi. Potrebbero essere valide anche altre vie: cambiare
paradigma economico-sociale, ad esempio. Selezionando, sempre per esempio, cosa
produrre ancora (e certamente con tecnologie innovative più pulite) e cosa non
produrre proprio più. In funzione, magari, delle reali esigenze della gente in
un Mondo che è cambiato (cambiamenti climatici, migrazioni ecc.) e non secondo
le reali ma immutate esigenze della finanza, delle banche, dell’economia dei
pochi ricchi e potenti, delle morali e degli stili di vita dei pochi ricchi e
potenti ecc. ecc. ecc. O no?
4.Generalizzazione
indebita: si induce, si arriva ad una conclusione riguardante un'intera
classe di oggetti a partire dai dati e dalle informazioni su uno solo o su
alcuni dei suoi componenti. Esempio: dieci ragazzi incontrati in quel paese
portano i jeans quindi tutti i ragazzi in quel paese o la maggior parte di essi
portano i jeans. Altro esempio: tre imprese di un determinato territorio hanno
certe caratteristiche dunque tutte le imprese del determinato territorio o la
maggior parte di esse hanno certe caratteristiche. E’ ovvio che sulla base di
pochi casi non si possa comprendere l’ampiezza e la complessità dei relativi
fenomeni. Eppure quanti commettono un errore del genere? E quante decisioni
vengono prese su errate conclusioni del genere? Celebre, del resto, la metafora
del tacchino induttivista del geniale Bertrand Russell a proposito della generalizzazione
indebita: “Fin dal primo giorno questo
tacchino osservò che, nell'allevamento dove era stato portato, gli veniva dato
il cibo alle 9 del mattino. E da buon induttivista non fu precipitoso nel
trarre conclusioni dalle sue osservazioni e ne eseguì altre in una vasta gamma
di circostanze: di mercoledì e di giovedì, nei giorni caldi e nei giorni
freddi, sia che piovesse sia che splendesse il sole. Così arricchiva ogni
giorno il suo elenco di una proposizione osservativa in condizioni più
disparate. Finché la sua coscienza induttivista non fu soddisfatta ed elaborò
un'inferenza induttiva come questa: "Mi danno il cibo alle 9 del mattino".
Questa concezione si rivelò incontestabilmente falsa alla Vigilia di
Natale quando, invece di venir nutrito,
fu sgozzato “. In merito a quest'ultima fallacia, divertiti cliccando sul disegno in basso. E alla prossima. Ciao.
Luca Fortunato. lucaf73x@gmail.com

Nessun commento:
Posta un commento