Post n. 43:
Xylella alla Koch – 2
Riprendendo dal post n. 42 di ieri: ulteriori
considerazioni, da libero cittadino pensante, mi vengono spontanee (alcune
delle quali già fatte da altri liberi cittadini pensanti e già lette in
internet) e che ancor prima di avere sostanza razionale hanno il conforto del
buon senso: 1.Alcuni autori dello studio circa la patogenicità di Xylella fastidiosa in merito al fenomeno
del disseccamento degli ulivi salentini sono indagati dalla Procura di Lecce.
Ora, fermo restando la presunta innocenza di chiunque in qualunque inchiesta
giudiziaria - ci mancherebbe altro – la cosa pone comunque ed in ogni caso un
problema di opportunità circa il considerare o meno tale studio se non
addirittura l’ipotesi di conflitto di interesse. 2.L’Efsa non è una rivista scientifica. E del resto, lo sappiamo, che anche in merito alle riviste scientifiche e ai loro “meccanismi” il
dibattito è ampio, eterogeneo e soprattutto in corso e completamente aperto. A
tal proposito consiglio anche una lettura. È un libro bellissimo e ben
documentato che ho trovato ed acquistato a Milano in una libreria. Tratta di
Scienza in generale e sotto molti ed insoliti aspetti. Ma tratta anche del
“mondo” delle pubblicazioni scientifiche, sotto una luce che, a mio avviso,
tutti dovrebbero conoscere: “Errori della Scienza” di Luc Burgin edito da
Bompiani. 3.Che la patogenicità di Xylella fastidiosa sia stata dimostrata o meno dallo studio in questione -
che in ogni caso, ricordiamolo, ha o avrebbe un valore relativo e “di parte”
dal punto di vista epistemologico e gnoseologico in quanto è patogenicità
secondo i postulati di Koch (che non sono il Vangelo …) e collocati a loro
volta all’interno del Paradigma del Riduzionismo che non è l’unico Paradigma
esistente e che anzi è ben superato (storicamente e qualitativamente) dal un
altro Paradigma e dall’altra “parte” della Scienza e cioè dall’Olismo - a cui
si dovrebbe dare finalmente anche spazio istituzionale ed anche maggiore e
migliore spazio sui media – sorge spontanea una domanda (inquietante): gli
abbattimenti degli ulivi, poi sospesi dalla Procura di Lecce, che
giustificazione - scientifica e tecnica - hanno avuto o avrebbero avuto visto
che giunge solo ora la (relativa) prova (secondo Riduzionismo) del nesso di
causalità tra il batterio e il fenomeno del disseccamento? Deboli, troppo
deboli, le tipologie di motivazioni fin qui e finora presentate (motivazioni
burocratiche, motivazioni di precauzione ecc. ecc.) soprattutto in rapporto al
fatto che trattasi di un intero agro-ecosistema territoriale di milioni di
alberi dalla valenza non solo produttiva ed economica ma anche ecologica, paesaggistica,
turistica, culturale, sociale, storica, simbolica, identitaria. Come cittadino,
dunque, ed ancor prima che come professionista, mi chiedo: ma il mio Paese,
l’Italia, arriverà un giorno o non arriverà mai ad essere, diffusamente, una
realtà intelligente e non solamente una realtà furba? Una realtà anche seria e
non solamente da cartolina? (certo che se il “nuovo” della politica italiana è
il Matt(e)o di Firenze con tutto il suo Governo che è campione soprattutto di trasparenza
……) Luca Fortunato
P.S. Un ritrovato e
rinnovato interesse per le battaglie civiche è risorto in me. Proprio in
occasione di tutto ciò. E su tutto ciò ma anche e soprattutto su altro, apro
una nuova stagione di battaglie civiche e politiche (politiche per ora in senso
etimologico. Nessuno si agiti, quindi) oltre che propriamente culturali (i miei
libri futuri, in cui scrivo, in uno dei tre, anche di Xylella, CoDiRO e Salento.
Proponendo le mie idee in merito, olistiche naturalmente! ed anche basate su
conoscenze dirette, per vari ed altri motivi, di quelle zone e di quegli alberi. Idee che potranno essere utilizzate,
sperimentate, testate ecc. da chiunque vorrà farlo, citando la fonte ovviamente
che sono e sarò io. Per questo verranno pubblicate). E la nuova stagione –
visto anche i miei futuri libri – non sarà condotta sia on-line e sia di fatto
come la passata stagione ma – fermo restando la pubblicazione dei miei futuri
libri, appunto, ed il primo, confermo ancora, esce in questo 2016 – verrà
condotta solamente di fatto. Con maggiore efficacia, dunque, a favore delle
azioni reali. Anche perché ora mi è più chiaro, anzi mi è chiaro del tutto,
quali devono essere e saranno le direzioni del mio agire. Sarà che da piccolo
mi hanno letto (e ringrazio) “Yugo y Estrella” del grande Josè Martì o sarà per
qualche altro diavolo di motivo, ne vedrete delle belle. Ho iniziato a lottare,
per la libertà, a 6 anni quando in prima elementare mi legavano il braccio
sinistro per costringermi a scrivere con la mano destra. Io che con la sinistra
sapevo, del resto, già scrivere e pure bene! E disegnare e dipingere benissimo!
Ne ho 42 di anni. Vissuti come ho voluto e che vivo come voglio. Chi mi ama mi
segua. E mi hanno seguito e mi seguono. E ho ancora voglia di lottare. Visti
anche i successi che in ogni occasione ho sempre avuto. Sempre. A volte in poco
tempo, altre volte in più tempo. Ma a casa il risultato l’ho sempre portato. Ne
vedrete delle belle. Nelle mie lotte e nelle mie scelte di vita particolare
rilievo hanno sempre avuto gli alberi. Ho nei loro confronti una empatia
naturale (che non impedisce tuttavia una obiettività pura sempre nei loro
confronti. Anzi, la rende paradossalmente migliore). Perché proprio gli alberi
significano tanto per me? Forse perché vi era un grosso albero di pino nel
cortile della scuola di prima elementare attorno al quale, attaccato al fusto,
giravo e giravo e giravo. E la maestra non mi vedeva e non mi trovava. Finché
un giorno, la maestra ebbe una pigna del pino in testa. Era a terra e gliela
tirai io in testa! Usando la mia mano sinistra, ovviamente! Che mira! Buoni
12-15 m! Gli occhiali li ho messi all’età di 15 anni …. Che dolore e che
spavento provò la maestra. Da quel giorno, usai la mano sinistra anche per
scrivere in classe. Mi lasciò finalmente in pace. In seconda elementare però volli
cambiare scuola e cambiai scuola. Continuai altrove. E iniziò la mia vera
avventura. Fui attratto e incuriosito da un albero strano nelle vicinanze della
mia nuova scuola. Aveva il fusto tutto strano. E mi piaceva un sacco. E mi
chiedevo perché era così strano e così bello. Mi dissero che era anche buono.
Dai suoi frutti, si faceva l’olio che mettevamo sul pane insieme ai pomodorini,
all’origano e al sale. Da quel giorno misi in croce mio padre: “Perché
quell’albero è così e gli altri alberi sono tutti lisci e dritti?”; “Come fa a
non cadere con tutti quei buchi nella sua pancia di legno?”; “Perché le sue foglie
non sono proprio verdi?”; “Perché i suoi frutti sono amari ma ti danno un
nettare d’oro?” ecc. ecc. ecc. Mio padre mi disse: “Da grande farai quello che
vuoi. Ma se farai il medico o l’agronomo sarà meglio”. Ed io: “Il dottore so
chi è. Ma quell’altro che hai detto chi è?”. E mio padre: “Anche l’altro è
dottore. Domenica andiamo a trovare quel contadino amico nostro. E capirai.” E così
dalle campagne e dai boschi e dai giardini … non ne sono uscito più ! Luca
Fortunato
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